Cambiamo il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Home » Ricerca » INRIM: dopo lo sciopero il Segretario Generale della FLC CGIL chiede al presidente dell’ente un suo autorevole intervento per superare l'attuale grave crisi nelle relazioni interne

INRIM: dopo lo sciopero il Segretario Generale della FLC CGIL chiede al presidente dell’ente un suo autorevole intervento per superare l'attuale grave crisi nelle relazioni interne

Il testo della lettera indirizzata al Presidente dell'INRIM, prof. Diederik Sybolt Wiersma, dal Segretario Generale della FLC CGIL Francesco Sinopoli.

26/03/2021
Decrease text size Increase  text size

Roma, 25 marzo 2021

Al Prof. Diederik Sybolt Wiersma
Presidente INRiM

Oggetto: Richiesta intervento presidente INRiM su relazioni sindacali.

Egregio professore,

il fatto che si sia arrivati allo sciopero del 24  marzo per la prima volta nella storia dell’INRiM non può essere un caso, così come non può esserlo il dato sulla partecipazione di 150 adesioni su un totale di circa 235 addetti, a cui andrebbero sottratte le persone in malattia o in distacco presso altre amministrazioni e i precettati (5 in questo caso) dall’Istituto in base alle norme sui servizi minimi essenziali, per avere la chiara percezione della percentuale di adesione allo sciopero.

Non potrà sfuggirle che se una Rappresentanza Sindacale Unitaria, in questo caso dell’Istituto che lei presiede, insieme a due Organizzazioni Sindacali, la FLC CGIL e la Uil Scuola RUA, arrivano alla proclamazione di una giornata intera di sciopero, non lo fanno a cuor leggero o sottovalutando il peso che ricade sulle lavoratrici e i lavoratori per la perdita  economica di queste dimensioni (come è una giornata di retribuzione). Lo fanno per l’evidente crisi delle relazioni sindacali all’interno del suo Istituto per responsabilità di chi è stato sostanzialmente delegato a farlo. E se poi lo sciopero ha avuto l’adesione della maggioranza del personale dell’Ente da lei diretto, è evidente che c’è un problema di gestione del rapporto del vertice con la sua Comunità Scientifica, oltre che con la RSU e le Organizzazioni Sindacali. Questo è tanto più grave se si tiene conto che il Direttore Generale dell’INRiM, il dott. Tivan, al quale lei ha per lo più delegato le relazioni sindacali, è anche il Segretario  Generale  del  CODiGER, un organismo certamente non istituzionale ma al  quale sono affidati compiti di segretariato di tutti i DG degli Enti Pubblici di Ricerca. Un ruolo pubblico e di coordinamento, nonché di competenza sulla disciplina degli EPR, che non può sottrarsi ai compiti che la legge e le norme contrattuali gli affidano: la ricerca del  benessere organizzativo, della partecipazione e del coinvolgimento ad un progetto condiviso, capisaldi delle norme contrattuali e della legislazione che regolano il lavoro di ricerca, che non possono essere realizzati se non si cerca di prevenire i fattori di conflitto, di improntare le relazioni sindacali secondo i principi di responsabilità, buona fede e correttezza.

Lei non può sottovalutare che un’eccellenza italiana com’è l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, una istituzione di ricerca, abbia dovuto far ricorso allo sciopero del 24 marzo per rivendicare le richieste  dei suoi ricercatori, tecnologi, tecnici e ammnistrativi: un evento unico nel panorama degli EPR che indica il difficile stallo delle relazioni interne. Un fatto  che  certamente non può lasciare indifferente neanche la neo-ministra Messa, che ha di recente confermato il suo incarico al vertice dell’INRiM, visto il ruolo chiave che rappresenta questo istituto nel panorama della ricerca pubblica italiana. È altresì evidente che un Istituto di Ricerca pubblico ha come obiettivo principale e come senso ultimo quello di rispettare la norma costituzionale della libertà di ricerca, messa in  discussione  proprio  da  una  breccia nelle  relazioni sindacali. Mi sembra che sia questa la posta in gioco che abbiamo voluto sottolineare con lo sciopero del 24 marzo: non si tratta solo di una rivendicazione per un clima sindacale e organizzativo più sereno, ma delle conseguenze dirette di una pessima gestione sulla libertà di ricerca. Una breccia nei diritti costituzionali. Ecco perché lo  sciopero ha avuto quel successo nelle adesioni. La libertà della ricerca in un Istituto pubblico non può prescindere dalla corretta dinamica delle relazioni sindacali, e dalle necessarie mediazioni, a tutela di lavoratrici e lavoratori. Questa è la posta in gioco, altissima.

Ci aspettiamo una sua specifica iniziativa, convinti che la ricomposizione delle relazioni sindacali e la realizzazione di un clima di serenità e di dialogo siano nell’interesse primario dell’Istituto e soprattutto del rispetto della libertà di ricerca.

Distinti saluti.

Il Segretario generale FLC CGIL
Francesco Sinopoli

Altre notizie da: