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ISPESL, osservazioni al modello organizzativo: non ci siamo. Occorre salvaguardare l'attività di ricerca nel "nuovo" INAIL

Avviata la fase di riorganizzazione dell’INAIL a seguito della soppressione e incorporazione dell’ISPESL, disposta dalla Legge 122/10.

16/05/2011
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Si è avviata la fase di ridefinizione del nuovo INAIL che dovrà comprendere le funzioni, e in particolare l’attività di ricerca, dell’ex-ISPESL, soppresso con la L. 122/10 di conversione del DLs 78/10.

Abbiamo avuto più volte l’occasione di rappresentare le nostre valutazioni sul DLgs 78/10, ma ora si sta andando verso la fase cruciale dell’incorporazione, con cui le attività e le funzioni dell’ex-ISPESL dovranno trovare collocazione nel nuovo INAIL. Sono infatti in corso la fase dei tavoli tecnici di confronto con le Organizzazioni sindacali sul modello organizzativo transitorio che l’INAIL sta predisponendo, in attesa dell’emanazione dei decreti non regolamentari previsti dal DLgs 78/2010 da parte del Ministro Sacconi. Tutto il percorso di incorporazione sta vivendo una fase di stanca soprattutto per l’atteggiamento latitante del Ministero del Welfare che, ad oggi, non ha provveduto all’emanazione dei suddetti decreti, che sarebbero invece già dovuti essere stati emanati ai sensi del DLgs 78/2010.

Questo colpevole ritardo rischia di compromettere la realizzazione del tanto decantato POLO della SICUREZZA che avrebbe giustificato la soppressione dell’ISPESL, oltre che favorire la cessione ai privati della salute e sicurezza dei lavoratori.

Infatti, rallentando l’incorporazione si rischia di consentire l’esternalizzazione delle attività di omologazione e certificazione svolte sul territorio dai dipartimenti territoriali dell’ex-ISPESL presso le imprese, che invece andrebbero rilanciate e potenziate e che potrebbero trovare nuovo impulso appunto dall’incorporazione con l’INAIL. Riteniamo che in questo settore debba restare determinante il ruolo del pubblico, pertanto è urgente che il Ministro Sacconi emani quanto prima i suddetti decreti.

In questa fase di latitanza del Ministero tuttavia riteniamo positivo il fatto che l’INAIL predisponga gli atti per rivedere il proprio assetto organizzativo, anche se dobbiamo purtroppo rilevare l’esistenza di alcuni problemi di merito che dovranno essere affrontati, se si vuole salvaguardare le funzioni dell’ex-ISPESL nel nuovo INAIL.

Per questo riteniamo necessario considerare il lavoro sin qui predisposto un punto di partenza per realizzare quel necessario confronto sulla riorganizzazione, senza il quale, la revisione dell’INAIL che ci si appresta a svolgere rischia di fallire.

In particolare si segnala come nell’assetto proposto dall’INAIL non si salvaguardi appieno l’autonomia della ricerca, tutelata dalla Costituzione e dalla Carta Europea dei Ricercatori, non sia previsto un coordinamento delle attività dell’ex-ISPESL, né un comitato scientifico che contribuisca a definire il piano delle attività. Ma va detto che non appaiono completamente ricomprese anche le attività istituzionali dell’ex-ISPESL, per quanto riguarda i dipartimenti e/o i laboratori previsti al momento, compressi in due soli dipartimenti rispetto ai vecchi cinque. Così come non sembra garantito il livello regionale di coordinamento dei vecchi dipartimenti territoriali ex-ISPESL.

Infine occorre tenere conto già nella fase di definizione degli assetti organizzativi, della massiccia presenza di personale precario proveniente dall’ex-ISPESL, che dovrà essere ricompreso nel futuro ente.

La FLC CGIL su questo scrive una nota al Presidente dell’INAIL Sartori e Direttore Generale Lucibello.

__________

Roma, 12 Maggio 2011

Al Presidente Dell’INAIL
Dott. Marco Fabio Sartori

Al Direttore Generale Dell’INAIL
Dott. Giuseppe Lucibello

Al Direttore del DCRU
Dott. Giuseppe Antola

Al Direttore del DCPOC
Dott. Giuseppe Mazzetti

OSSERVAZIONI AL MODELLO ORGANIZZATIVO


La FLC CGIL avendo ravvisato già più volte, la necessità di un piano di integrazione dell’Ex-ISPESL nell’INAIL e per tale motivo ha sollecitato presso il ministero del Lavoro l’uscita dei decreti non regolamentari, condivide la scelta dell’INAIL di proporre un modello di riorganizzazione nelle more dell’emanazione dei decreti suddetti. In particolare si condivide l’urgenza e la necessità di un modello organizzativo transitorio e dinamico che in questa prima fase abbia il compito di razionalizzare il supporto amministrativo, valorizzare ed incentivare le varie attività tecnico scientifiche e di ricerca, specifiche dell’ex-ISPESL.

Alla luce di quanto sopra si ritiene che il modello presentato dall’amministrazione debba essere un punto di partenza, oltre che di riferimento, per aprire una discussione che coinvolga la comunità scientifica dell’ex-ISPESL, al fine di arrivare alla definizione di un modello condiviso, che vada nella direzione individuata correttamente anche dalla delibera n° 6 del CIV. Ciò anche al fine di permettere la piena valorizzazione delle attività scientifiche, nel rispetto di tutte le professionalità presenti nell’ex ISPESL, salvaguardando la specificità e l’autonomia della RICERCA. E’ noto infatti che in questa fase, anche a seguito della struttura organizzativa consolidatasi nel tempo nell’ex-ISPESL e delle inevitabili resistenze che in questi casi si manifestano, non vi è stato quel pieno coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto ricerca, necessario per la riuscita di una riorganizzazione che si vuole ispirare al concetto dichiarato di “inclusione”.
In questa prima fase ci limiteremo pertanto ad elencare solo una serie di problematiche di tipo Macro che, a nostro avviso il modello transitorio di integrazione presenta:

  • L’autonomia della ricerca, prevista dalla nostra Costituzione e ribadita dalla Carta Europea dei Ricercatori sottoscritta dal nostro Paese, è un diritto e una garanzia che anche nel nuovo INAIL dovrà essere pienamente rispettata. La soluzione prospettata non appare pienamente soddisfacente sotto questo profilo.
  • Non è prevista l’istituzione di un Comitato Tecnico Scientifico, fondamentale per gli enti di ricerca, coerentemente a quanto suddetto.
  • La scelta di definire solo due dipartimenti tecnico scientifici inevitabilmente porta a situazioni di ipertrofia di alcune attività a danno di altre e non viene data la giusta considerazione, oltre che pari dignità, alle varie competenze ISTITUZIONALI svolte dall’EX-ISPESL. E’ evidente infatti la scomparsa o il forte ridimensionamento dell’attività svolte dal DIPIA (Dipartimento installazioni di produzione e insediamenti antropici), così come è evidente il forte ridimensionamento del DIL (Dipartimento Igiene del Lavoro) con la contraddizione di unire la MEDICINA all’IGIENE del LAVORO.
  • Non è previsto nessun tipo di coordinamento dell’attività di Ricerca tra i due dipartimenti, e nello stesso tempo si raddoppiano i servizi di STAFF.
  • Per le attività svolte nel territorio si prevede l’istituzione di Unità Operative , ma non si prevedono coordinamenti regionali e non si prevede nessun raccordo con le attività di ex-competenza INAIL che possa veramente incentivare e rilanciare le attività di certificazione e verifica.
  • Anche in funzione della salvaguardia del patrimonio professionale complessivo dell’ex-ISPESL, fra cui sono ricompresi gli attuali co.co.co., il modello organizzativo dovrà essere in grado di dare risposte anche alla precarietà oggi esistente.

Riteniamo pertanto che per la riorganizzazione delle attività tecnico scientifiche sia indispensabile prendere a riferimento quanto previsto dal Regolamento di Riorganizzazione dell’Ex-ISPESL, approvato con il Decreto del 5 ottobre del 2006 (G.U. 17 ottobre 2006, n.242), in quanto uno stravolgimento dello stesso, creerà forte disagio tra i lavoratori e ulteriore paralisi dell’attività tecnico scientifiche: tutto a danno della salute e sicurezza dei lavoratori, e dei cittadini di questo paese.

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