ISTAT e Enti Pubblici di Ricerca: a proposito di assenteismo, tutto serve, anche i dati sballati, per la forsennata campagna contro il pubblico impiego
In relazione alle notizie apparse sugli organi d’informazione circa l’assenteismo negli Enti Pubblici di Ricerca e in particolare all’ISTAT, a cui spetterebbe il primato, smentiamo categoricamente queste notizie infamanti e chiediamo rispetto per quanti operano nei nostri settori.
E’ inammissibile un simile attacco privo di fondamento statistico e in piena contraddizione con i stessi dati pubblicati dalla ragioneria generale dello stato, nelle tabelle riportate sugli stessi articoli di giornale. Infatti, gli articoli attribuiscono all’ISTAT, insieme al CNR ENEA ed altri, la media di 69 giorni di assenze retribuite all’anno, indicando il dato degli enti pubblici non economici, che contrasta invece con quello relativo agli Enti Pubblici di Ricerca che è di 53 (come si evince dalla tabella della ragioneria generale dello stato). Ora se il CNR ENEA e l’ISTAT avessero realmente questo dato, visto che sono i tre più grandi enti del comparto, sarebbe inesatto il dato riepilogativo degli Enti Pubblici di Ricerca che è invece di 53. Siamo quindi in presenza di una palese disinformazione fatta con dati sballati. Al riguardo però, per lo specifico dell’ISTAT, anche l’amministrazione ci ha messo del suo contribuendo all’errore: ha infatti conteggiato nel dato delle assenze, i periodi di stacco contrattuale dei lavoratori precari, giornate che quindi non potevano essere conteggiate, contribuendo così alla disinformazione. Chiediamo all’ISTAT di rettificare i dati e di tutelare meglio la propria immagine, e agli organi di stampa di evitare attacchi indiscriminati, soprattutto se costruiti su dati non esatti!
Su questo argomento il Coordinamento Nazionale FLC Cgil ISTAT ha diffuso un comunicato con i relativi dati esatti.
Roma, 25 gennaio 2007