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L’eclissi di sole…. e l’agonia della ricerca astrofisica italiana

29 marzo 2006: eclissi di sole. Per circa 4 minuti il sole sarà totalmente oscurato. L’evento sarà pienamente visibile in una fascia dell’Africa del Nord, ma anche in Italia sarà possibile osservare il fenomeno almeno parzialmente.

16/03/2006
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La denuncia della FLC

29 marzo 2006: eclissi di sole. Per circa 4 minuti il sole sarà totalmente oscurato. L’evento sarà pienamente visibile in una fascia dell’Africa del Nord, ma anche in Italia sarà possibile osservare il fenomeno almeno parzialmente.

Terminata l’eclissi il sole riprenderà ad illuminare la nostra terra. Invece l’eclissi della ricerca astronomica italiana rischia di essere un fenomeno definitivo.

Questo settore della ricerca è uno di quelli che più affascinano anche i non addetti ed in Italia gli astrofili e comunque le persone interessate a sapere di più del cosmo in cui siamo immersi sono sempre di più.

E’ il fascino di una scienza che l’Italia, da Galileo in avanti, ha contribuito grandemente a sviluppare e può essere una sorta di cavallo di Troia per la diffusione della cultura scientifica in genere.

La ricerca italiana astronomica, astrofisica e spaziale è di assoluta rilevanza internazionale. Le scoperte degli ultimi anni sono moltissime, la partecipazione a progetti internazionali molto elevata. Più di altri settori di ricerca, in questo i ricercatori italiani ricevono contributi da organizzazioni europee e internazionali elevatissime.

Anche l’impatto economico e industriale di questo settore di scienza fondamentale è divenuto negli anni elevato: molte imprese italiane hanno operato nella costruzione di strumenti fondamentali in missioni spaziali, apparecchiature e lanciatori, così come nella costruzione di telescopi a terra. In alcuni anni l’ammontare delle commesse industriali all’Italia è stato superiore ai contributi pagati dall’Italia alle diverse organizzazioni.

Negli ultimi 4 anni tutto questo si è fermato: i risultati scientifici positivi che il CIVR ha sottolineato, così come il successo di missioni attualmente in atto o appena concluse derivano da scelte ed impegni lontani. La comunità scientifica nazionale, INAF ed università, non riceve più il sostegno dai decisori italiani, i fondi sono ridotti o rivolti a realtà che con la ricerca spaziale, ma dovremmo dire semplicemente con la ricerca, hanno ben poco a che fare. Anche le realtà industriali sono in crisi e devono cercare fuori dall’Italia il necessario sostegno (l’Alenia Spazio è ormai della francese Alcatel). I giovani se ne vanno lontano e, se la situazione non cambierà, non ritorneranno.

L’INAF, che ha riunito insieme Osservatori Astronomici e Istituti CNR del settore spaziale, è senza soldi e, anziché denunciare questa situazione, si abbarbica in una revisione organizzativa che privilegia la burocrazia, la gerarchia, schiacciando autonomia e valore scientifico. Non rispetta gli impegni già presi con le Organizzazioni Sindacali e mantiene il personale tutto in una situazione di mortificante attesa.

Se l’INAF decade definitivamente è tutta la ricerca del settore a pagare ed è l’Italia tutta a rimetterci.

Alla politica chiediamo quindi:

  • più risorse pluriennali per la ricerca astrofisica;

  • l’assunzione di giovani ricercatori e tecnici;

  • più autonomia all’INAF, ai gruppi ed alle strutture di ricerca ed ai ricercatori;

  • organi di governo capaci e rispettosi dei diritti del personale a cominciare dai contratti.

Roma, 16 marzo 2006

Altre notizie da:

Presentazione del libro il 18 novembre, ore 15:30
Archivio del Lavoro, Via Breda 56 (Sesto San Giovanni).

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