La casta del CNR: preoccupano molto le scelte esclusive dell'Amministrazione
La FLC chiede che il personale atipico venga considerato come una risorsa stabile e fondamentale per l'ente.
Nel CNR le diverse competenze e capacità si mescolano per le funzioni, i ruoli e i compiti che l’ente attraverso le sue strutture deve svolgere istituzionalmente. Purtroppo una grande diversità emerge attraverso i rapporti di lavoro che permettono al personale di operare all’interno dell'ente. Il CNR sembra non considerare titolare di diritti il personale precario (in particolare Assegni di Ricerca e CoCoCo), che pure svolge all’interno dell’ente un lavoro fondamentale, mentre riesce a “selezionare” per incarichi di rilievo, sulla base del “principio di fedeltà”, le proprie risorse interne che in alcuni casi, si dichiarano ignare dell’attività e dei ruoli per cui sono state chiamate. Forse qualcosa non funziona, ma è ora di ripararla!
Abbiamo appreso che ad alcuni colleghi con assegno di ricerca, al tentativo di accedere alla mensa della Sede Centrale è stato opposto un cortese, ma deciso “niet”, addolcito da un invito informale, da parte dell’Ufficio preposto, a farsi accompagnare da un collega con contratto almeno a tempo determinato.
Abbiamo appreso, casualmente, che i Direttori Centrali ff, con un colpo di mano, aggirando l’indicazione del CdA, hanno trasferito le proprie deleghe per l’Ufficio Partecipazioni Societarie e Formazione del Personale, guardandosi ovviamente bene dall’affidare la direzione degli Uffici ad interim. A leggere i provvedimenti si comprende come le deleghe siano comprensive di elementi, come la gestione economica, tipiche di un incarico direttoriale.
Da un lato si comprimono i già ridotti diritti del personale “invisibile” dall’altro si premia la “fedeltà al capo”. L’Amministrazione Centrale, da un lato nega agli assegnisti di ricerca del CNR l’accesso se non accompagnati alla mensa della Sede Centrale, dall’altro, ignorando le indicazioni del proprio CdA, assegna “di fatto” incarichi di direzione ad Uffici importanti come Partecipazioni Societarie e Formazione del Personale.
L’atteggiamento esclusivo preoccupa molto in quanto sembra fondato sulla considerazione che non solo chi non è “strutturato” non ha diritto ai buoni pasto, ma neanche al pasto!
La FLC CGIL chiede che l’Amministrazione, attraverso la garanzia dell’esigibilità di ogni diritto, consideri il personale atipico, che è precario solo nel rapporto di lavoro, una risorsa stabile e fondamentale per l’Ente. Chiede di agevolare l’accesso alla mensa, della Sede Centrale, anche attraverso l’applicazione di condizioni favorevoli così come concertato per il personale con Assegno di Ricerca afferente all’ Area della Ricerca di Montelibretti, e consentire, più in generale, una maggiore accessibilità ai servizi della Sede Centrale al personale con contratto “atipico”.
In relazione agli incarichi il Direttore Generale ha motivato la decisione come frutto dell’urgenza di avere un referente certo, ma non ha chiarito per quale motivo, anche in assenza di una call, non sia stato verificato l’interesse e il curriculum di altre unità di personale interno, che potrebbero avere competenze adeguate per la gestione degli Uffici.
La scelta unilaterale e poco trasparente, dei Direttori Centrali ff, inoltre, pone i prescelti in condizioni estremamente favorevoli per concorsi, progressioni di carriera, o manifestazioni di interesse per la direzione di Uffici. Questa scelta sembra conforme ad una modalità, purtroppo consolidata, di costruzione della carriera degli “adepti” con provvedimenti che formalizzano l’assegnazione di incarichi che, spesso, costituiscono il normale espletamento del proprio ufficio.
La FLC vista la nota del Ministro Funzione Pubblica che richiama l’Ente a intervenire sui propri assetti organizzativi entro luglio, diffida l’Amministrazione dal rendere operativi i provvedimenti di delega, riservandosi di seguire anche le vie formali per verificare se le norme consentano agli attuali Direttori Centrali ff, uno con contratto di Dirigente Amministrativo TD, l’altro Dirigente Tecnologo, di concedere deleghe così ampie e per chiedere una valutazione terza delle competenze in ambito societario e formativo degli incaricati.
Si registra ancora una volta come la riorganizzazione dell’Ente sembri più orientata a “sistemare” i fedelissimi che a migliorarne l’efficienza, secondo criteri che, nulla hanno a che fare nè con il merito nè con la trasparenza.