Manovra economica: il 26 maggio manifestazione/presidio a Roma in difesa della ricerca pubblica
Continua la protesta negli Enti di Ricerca. Alle ore 18,00 una prima manifestazione/presidio unitaria presso il Ministero dell’economia.
La manovra economica in via di definizione colpisce pesantemente il settore della ricerca, così come il resto della pubblica amministrazione. Blocco degli stipendi e mancato rinnovo dei contratti, azzeramento della contrattazione, blocco del turn over e delle stabilizzazione dei precari, soppressione di enti di ricerca (nell’ultima versione tutti possono essere oggetto di accorpamento o soppressione), più in generale tutto il sistema è sottoposto ad un vero e proprio terremoto. A rischio autonomia e funzionalità degli enti di ricerca e grave attacco alla professionalità di tutti i lavoratori del comparto. Tutto questo si abbatte sul già disastrato settore della ricerca italiana, che, è bene ricordare, è fra gli ultimi in Europa per gli investimenti in rapporto al PIL.
In queste ore sta montando la protesta e la mobilitazione dei lavoratori: è in corso l’occupazione dell’ISFOL, i lavoratori dell’ISAE sono in assemblea permanente, mentre presso le sedi dell’ISPESL, dello IAS e dell’EIM è stato proclamato lo stato di agitazione. Mobilitazioni avviate anche all’ISS, all’ENEA e all’INGV, per venerdì prossimo è previsto un presidio dei lavoratori ISPRA.
Occorre sostenere tutte le iniziative di mobilitazione per contrastare il disegno autoritario contenuto nella manovra del governo, che come sempre vuole far pagare la crisi ai lavoratori, ai pensionati e alle fasce più deboli della società. Una manovra che non interviene sulle ragioni della crisi, non colpisce gli sprechi, ma taglia selvaggiamente lo stato sociale, blocca le retribuzioni dei dipendenti pubblici, aumenta la precarietà e abbassa i diritti. In questo quadro i settori della conoscenza, come la ricerca, sono visti solo come occasione di risparmio per la spesa pubblica e quindi sottoposti a tagli pesanti.
A difesa della Ricerca pubblica è indetta per il 26 maggio alle ore 18,00 una prima manifestazione/presidio unitaria presso il Ministero dell’economia.
La FLC CGIL proclama lo stato di agitazione in tutti gli Enti di Ricerca e invita tutte le lavoratrici e i lavoratori ad assumere iniziative di mobilitazione presso tutte le sedi di lavoro con assemblee, occupazioni e quant’altro. Sono in programmazione una serie di iniziative di lotta, in accordo con la CGIL, che prevedono una manifestazione nazionale di tutto il pubblico impiego e a seguire lo sciopero generale.
Roma, 26 maggio 2010
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Comunicato stampa – 25 Maggio 2010
No alla chiusura dell’ISAE!
La manovra finanziaria in discussione prevede, tra l’altro, la soppressione dell’ISAE (Istituto di Studi e Analisi Economica). Si tratta di un prestigioso ente di ricerca che ha per compito Istituzionale quello di fornire analisi, valutazioni e previsioni a supporto dell’attività del Governo e del Parlamento e degli Enti locali. L’ISAE è, ad oggi, l’unico Istituto pubblico di ricerca che si occupa di questi temi.
L’ISAE è referente della Commissione Europea sia per la previsione che per la elaborazione degli indicatori sul clima di fiducia delle famiglie e delle imprese italiane. Grazie alla sua riconosciuta professionalità, competenza e indipendenza, l’Istituto è interlocutore privilegiato dell’OCSE, del FMI e dell’Ecofin circa le dinamiche macroeconomiche e gli effetti delle politiche economiche. Cura, inoltre, elaborazioni e rapporti (sia pubblici che riservati) per il Parlamento ed il Governo. I ricercatori dell’ISAE sono membri attivi della comunità scientifica internazionale, con numerose pubblicazioni sulle riviste più prestigiose, e contribuiscono costantemente a vari progetti di ricerca e cooperazione. Lo stesso MEF e l’intera pubblica amministrazione ricorrono all’ISAE per provvedere alla formazione economica avanzata dei propri funzionari. Dai ruoli dell’ISAE sono transitati numerosi dirigenti di organismi internazionali e istituzioni nazionali. Grazie al prestigio e alla riconosciuta autonomia di giudizio, l’ISAE è stato individuato da tutte le parti sociali come responsabile dell’elaborazione delle previsioni degli indicatori per l’adeguamento dei contratti di lavoro pubblici e privati (indice IPCA).
La soppressione è decretata “al fine di razionalizzare e semplificare” le funzioni dell’ISAE specificando che da tale misura “non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. E’ dunque esclusa la finalità del risparmio di spesa che invece costituisce l’obiettivo principale della manovra. Per altro, la chiusura dell’ISAE sopprimerebbe una voce autorevole e indipendente proprio nel momento più acuto della crisi economica internazionale, mascherando con motivazioni di razionalizzazione una decisione politica più che discutibile. Il bilancio ISAE, già fortemente ridotto negli ultimi anni (di oltre il 30% dal 2000), non grava interamente sul bilancio pubblico, poiché si giova in maniera consistente di varie commesse esterne. Al momento i trasferimenti pubblici all’Istituto sono di circa 10 milioni di euro, per l’80% destinato alla remunerazione del personale a tempo indeterminato. Di conseguenza, il ricollocamento del personale presso altri enti, prevista dalla bozza di manovra, non determinerebbe significativi risparmi di spesa, a fronte della dispersione di un patrimonio professionale e scientifico di riconosciuto valore.
Alla luce dell’attività istituzionale svolta negli anni, i ricercatori dell’Istituto e tutto il personale trovano umiliante essere considerati un “Ente inutile” proprio nel momento in cui sarebbe cruciale una diagnosi puntuale, professionale e tempestiva dell’evoluzione economica e sociale e degli effetti delle politiche di sostegno all’economia e all’occupazione.
Il personale chiede al Governo e al Parlamento di riconsiderare un provvedimento che, alla luce di quanto detto, non porta benefici al bilancio dello stato, depaupera un capitale umano e scientifico rilevante e priva opinione pubblica, decisori politici ed organismi internazionali di un referente professionale e indipendente.
I dipendenti dell’ISAE
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Il personale dell’Istituto per gli Affari Sociali riunitosi in assemblea in data odierna manifesta viva preoccupazione in ordine ai contenuti della cosiddetta manovra anticrisi.
Desta grave allarme infatti un provvedimento che appare teso allo smantellamento del comparto della ricerca laddove, in luogo di una politica finalizzata a sostenere l’attività scientifica e tecnologica indispensabile allo sviluppo economico e sociale del Paese, a garantire la piena autonomia degli Enti e delle Istituzioni Ricerca, le politiche di investimento, la valorizzazione del personale, la stabilizzazione dei lavoratori precari, si dà luogo a un provvedimento che mortifica l’intero comparto, trasferendo sulle spalle dei lavoratori i costi della manovra cosiddetta “anticrisi”.
Le notizie apprese dagli organi di stampa sino a stamani indicano l’Istituto per gli Affari Sociali fra i destinatari dei tagli attualmente allo studio da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La possibilità che l’Ente possa essere soppresso con il conseguente inglobamento del personale a tempo indeterminato nei ruoli del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, suscita negli scriventi vivissima preoccupazione per quelle che potrebbero essere le conseguenze legate al realizzarsi di tale evento.
Si esprime altresì preoccupazione per la sorte del personale cosiddetto “precario” per il quale era stato avviato, attraverso un fattivo dialogo con l’amministrazione, un determinato percorso volto alla tutela dello stesso.
In tale contingenza il personale tutto chiede al Presidente dell’Istituto per gli Affari Sociali e a tutti gli Organi istituzionali competenti che venga tutelata e valorizzata la fondamentale risorsa della ricerca pubblica.
Il personale dell’Istituto per gli Affari Sociali, condividendo con tutti i lavoratori del comparto della ricerca le preoccupazioni sopra espresse, proclama lo stato di agitazione.
Roma, 25 maggio 2010
Il personale dipendente e precario dell’Istituto per gli Affari Sociali