Precarietà: al Cnr un problema in più
Il ritardo con cui il Presidente ha nominato alcune commissioni di concorso ha prodotto gravi conseguenze per i precari del Cnr. L’Ente ha rischiato di non utilizzare le poche assunzioni autorizzate in deroga al blocco previsto dalla finanziaria.
La nomina delle commissioni esaminatrici per i 234 posti banditi quasi due anni fa nell’ambito dell’ex Intesa Cnr-Miur, effettuata dal Presidente del Cnr soltanto il 21 febbraio, un giorno prima dell’ennesima assemblea-manifestazione convocata in concomitanza con una seduta del Consiglio d’amministrazione, è avvenuta con un ritardo tale da produrre gravi conseguenze. Le opportunità che quei concorsi, congelati per anni, offrono a quanti operano in condizioni di precarietà nelle strutture dell’Ente sono rinviate a chissà quando, complice anche la scadenza capestro fissata per decreto legge al 30 aprile.
A ridosso di tale scadenza, l’Ente ha realizzato il rischio di perdere la faccia: si concretizzava la possibilità di non riuscire ad utilizzare le pur poche assunzioni autorizzate dal Governo, caso che sarebbe stato probabilmente l’unico in Italia. Così, con un pizzico di «creatività manageriale», tra i partecipanti a concorsi espletati tra il 2000 e il 2001 sono stati individuati alcuni precari e sottoinquadrati che si sono così potuti unire ai pochi vincitori sinora individuati dalle commissioni dei concorsi per il Mezzogiorno e a sei delle otto tenure-track già valutate operanti presso l’ex Infm.
Inoltre, a quasi otto mesi dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del relativo DPCM, i bandi di concorso per i 118 posti autorizzati dal Governo in deroga al divieto introdotto dall’ultima Finanziaria non sono ancora stati pubblicati - vedi scheda a cura della FLC .
È stato anche per queste gravi responsabilità dei vertici dell’Ente, ed in particolare del suo Presidente, che la FLC ha definito l’attuale gestione come un’ emergenza nazionale.
Il blocco delle assunzioni, reiterato per anni da un Governo scellerato, è un elemento che riguarda in modo indiscriminato tutte le amministrazioni pubbliche e che ha determinato effetti particolarmente gravi sulla precarietà negli enti di ricerca.
Al Cnr c’è un problema in più.
Siamo molto preoccupati, e non soltanto per la frettolosa corsa ai ripari intrapresa dal principale ente di ricerca per ridurre gli effetti negativi di atti tardivi o mancati. Di fatto, le priorità individuate nella fase di programmazione delle attività sono state subordinate ad altri fattori.E ciò non è avvenuto soltanto per effetto di condizionamenti esterni: le scelte di chi dovrebbe assicurare la corrispondenza tra le attività programmate e i fabbisogni sono state, in questo senso, determinanti.
Il metodo seguito, se reiterato, produrrebbe effetti infausti sul reclutamento, realizzando un modello che riduce le problematiche a fattore casuale, slegato dalle effettive necessità del sistema e subordinato alla discrezionalità del decisore politico di turno.
C’è un motivo in più, al Cnr, per costruire una piattaforma rivendicativa per il superamento della precarietà da porre immediatamente al centro dell’iniziativa sindacale.
Roma, 12 maggio 2006