L’ENEA rinuncia alle assunzioni per le progressioni di carriera? La FLC CGIL dice no
Resoconto della riunione tecnica del 26 giugno 2013.
In fine i nodi vengono al pettine…
...nonostante chi vuole strozzare le trattative
Punto di svolta e di chiarimento, la riunione di trattativa, in sede tecnica, del 26 giugno 2013 ha permesso di portare al pettine i nodi dell’ipotesi di modifica dell’accordo siglato a luglio 2012 dalle sole UILPAUR e ANPRI, su cui l’amministrazione e il tavolo sta da oltre sei mesi lavorando. La pista di lavoro, suggerita in particolare da una O.S., è stata poi fatta propria dalla delegazione dell’Ente con l’intento di arrivare, attraverso la modifica, ad un nuovo accordo con una maggioranza più ampia di quella minoritaria rappresentata da UILPAUR e ANPRI e consiste, relativamente alle progressioni di carriera (art. 15 e artt. 53 e 54), nel tentativo di spostare i costi dell’art 15 dalle risorse contrattuali previste (i circa 405.000,00 €) dall’accordo di luglio 2012 a quelle del turn over. In questo modo le risorse liberate potrebbero essere destinate ad altro istituto, quota una tantum di IOS ad esempio, tenuto conto che gli effetti dell’art. 15 sarebbero solo giuridici e non economici (Trattamento analogo sarebbe riservato anche agli artt. 53 e 54, anche se con modalità e finalità diverse).
Premesso che, come detto più volte, la decisione di applicare solo all’ENEA progressioni interne di carriera antecedenti al 1/1/2011 con “solo effetti giuridici e non economici” è il frutto avvelenato del modo di condurre il tavolo di chi vuole strozzare le trattative, che, ad un certo punto, decide che sulla trattativa incombono fattori esogeni gravi e ineluttabili, tali da costringere le parti, o il tavolo, all’unica soluzione prospettata da lui stesso, pena il rischio di perdere il tutto (si noti bene, azione tentata anche in questo caso). Scenario poi puntualmente smentito, com’è stato nel caso di specie visto che non accadde nulla di quanto catastroficamente annunciato, che avrebbe suggerito maggior prudenza sull’argomento e maggior pressione verso gli organi vigilanti (MEF e Dip. FP), visto che da altre parti queste imposizione sugli effetti solo giuridici di procedure di carriera antecedenti al 1/1/2011 non sono state fatte, o non hanno avuto effetto. I motivi per cui non firmammo l’accordo del 2012 furono molteplici, tuttavia sull’argomento specifico, pur dichiarando una generica disponibilità a trovare soluzioni alternative e più avanzate, segnalammo da subito i possibili risvolti negativi della proposta di modifica, conseguenza anche delle rigidità intervenute in materia di reclutamento e turn over nel pubblico impiego.
Ora è che il lavoro istruttorio fatto dall’ENEA, con l’ausilio dei ministeri vigilanti (con episodi di incontri che approfondiremo), ha portato a scenari peggiori rispetto a quanto prospettato in avvio di riflessione. Ieri la delegazione, infatti, ha prospettato cinque ipotesi di modifica dell’accordo sulle progressioni di carriera, poco dissimili tra loro e ognuna contenente tre dati per ogni ipotesi:
- il numero di posti da bandire al I e II livello con l’art. 15 e conseguente sottrazione di risorse dal turn over autorizzato (i circa 2.000.000 € con cui fare le 52 assunzioni autorizzate dal dpcm);
- l’analogo numero di posti da bandire al I e II livello con concorso pubblico, quindi come assunzioni dall’esterno e con un costo rilevante, che comporta la ulteriore forte riduzione del turn over suddetto;
- per differenza sul budget assunzionale, si avrebbe la risulta dei numeri dei posti da bandire al III livello di ricercatore e tecnologo, e al VI Cter e al VII Camm, per le assunzioni.
Le cinque ipotesi sono un esercizio per valutare sostanzialmente la “riduzione del danno”, che in ogni caso resta rilevante; mentre le procedure dell’art. 15 (e quindi del 53 e 54) avranno presumibilmente decorrenza a partire dal 1/1/2014.
Ovvio che più si alza il numero dei posti dell’art. 15 e più si è costretti ad aumentare il numero analogo dei posti da bandire a concorso pubblico per i livelli I e II, con conseguente drastica riduzione del turn over per il reclutamento di giovani precari o meno, che è oggi l’emergenza nazionale. Al contrario, per non penalizzare il reclutamento, si dovranno bandire sempre meno posizioni per art. 15.
Il risultato di questo esercizio è che in ogni caso si dovrà rinunciare almeno al 50% del turn over autorizzato oggi (i famosi 52 posti) per III, VI e VII livello, inoltre i posti reperibili con questo sistema per la procedura interna dell’art. 15 saranno molto meno dei circa 40 ipotizzabili dall’accordo che si vuole modificare, aventi decorrenza 30/12/2010.
Se poi si volesse arrivare ad analogo numero di 40 posti per l’art. 15, non basterebbe nemmeno tutto il turn over oggi disponibile.
Procedure che, se avessero poi decorrenza (forse? speriamo?) dal 1/1/2014, finirebbero inevitabilmente anche per ridurre le ragioni per cui furono pensate alla data del 31/12/2010: dare opportunità alle anomale permanenze riscontrate in sede di tabelle d’equiparazione.
La sostanza quindi consiste nel prospettare 10 Euro netti ai ricercatori/tecnologi, ma così l’ENEA dimezza il proprio turn over e dimezza anche i passaggi di livello. Ovunque si chiede di portare il turn over degli EPR ben oltre il misero 20% attuale, ma qui il Commissario ENEA propone di ridurlo al 10%.
CHE FARE?
A noi il rimedio sembra peggiore del male, tant’è che in tempi non sospetti scrivemmo al Commissario per capire cosa l’ENEA avesse voluto fare sull’argomento e se era disposto a rinunciare al proprio turn over per questa operazione, pregiudicando addirittura gli anni a venire, quando si era cominciato a capire che per la modifica in questione non sarebbe bastata la rinuncia a posizioni di turn over equivalenti alle dita di due mani…
Ad oggi non abbiamo avuto risposta, ma al punto in cui siamo occorre scegliere, non si può più tergiversare. Noi siamo convinti che l’ENEA non può pregiudicare così pesantemente il suo futuro in un momento in cui l’occupazione giovanile è una vera emergenza europea, oltre che italiana. Non sarebbe un’operazione lungimirante per l’ente, né per il commissario. Non si può rinunciare ad oltre il 50% del proprio turn over, per ridistribuire forse qualche euro una tantum al personale.
Per come stanno le cose, sembra assurdo dirlo, ma l’attuazione dell’accordo di luglio 2012 su questo specifico argomento, le progressioni di carriera, sarebbe il male minore. A meno che non si decidesse di rimuovere le ragioni per cui solo all’ENEA si è imposto che procedure come quelle dell’accordo, aventi decorrenza anteriore al 1/1/2011, debbano avere valenza solo giuridica e non economica, ma questo significherebbe sconfessare lo strangolatore di trattative e il suo suggeritore… e riavviare il confronto con i ministeri vigilanti, converrà quanto prima dare attuazione alle progressioni di carriera che da troppo tempo i lavoratori stanno attendendo.
Ricordiamo infine che restano numerosi altri istituti contrattuali da attuare e che, anche sulle relazioni sindacali, abbiamo dovuto nuovamente richiamare l’ENTE al rispetto delle regole.
Attendiamo pertanto le decisioni dell’Enea e vi terremo informati.