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Stazione Zoologica AD di Napoli. Giù le mani dall’Anton Dohrn, giù le mani dalla ricerca!

Ovvero la triste vicenda dell’emendamento proposto su un nuovo istituto del mare. La posizione della FLC CGIL.

04/12/2020
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Con un maldestro tentativo è stato presentato, dall’O.le Vacca del M5S, un emendamento alla legge di bilancio con il quale si proponeva la costituzione di un “nuovo” Istituto del Mare e la soppressione della Stazione Zoologica e di quattro istituti del CNR che sarebbero confluiti nel nuovo Ente. Per fortuna il tentativo è stato sventato per il momento, ma i rischi di incursioni notturne restano alti e noi vigileremo perché non si proceda mai in tal senso, con un colpo di mano che avrebbe il chiaro sapore di uno schiaffo alla comunità scientifica che in Italia si occupa di Ricerca sul mare.

Perché siamo contrari?

  • Perché non possiamo accettare incursioni della politica su ipotesi di riorganizzazione della ricerca che tanti guasti e danni hanno arrecato in passato al delicato sistema degli Enti Pubblici di Ricerca. In particolare abborriamo l’esperienza del 2008 quando l’allora governo Berlusconi, con il sodale ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta e la ministra Gelmini al MIUR, con il DL 118/2008 intervenne in una notte in maniera selvaggia con ristrutturazioni pesanti del sistema degli Enti di Ricerca. Una riorganizzazione senza precedenti, sulla testa delle comunità scientifiche di riferimento, delle rappresentanze sindacali, delle migliaia di lavoratrici e lavoratori interessati. L’ipotesi di lavoro prospettata dall’emendamento (fallito) dell’O.le Vacca avrebbe il de-merito di ripercorre quella sciagurata strada di brunettiana memoria; una pratica di cui francamente non sentiamo alcun bisogno;
  • Perché qualsiasi proposta finalizzata ad un miglior coordinamento della ricerca sul mare non ha alcuna necessità di accelerazioni o di interventi legislativi slabbrati, su temi che hanno invece bisogno del “passo” lungo della riflessione, nel rispetto delle diversità e complementarità delle realtà operanti nel campo. Bisogna quindi dare la parola prima di tutto ai ricercatori e tecnologi della Stazione Zoologica Anton Dohrn e degli Istituti del CNR coinvolti in questa ipotesi di lavoro sul futuro della ricerca sul mare. Un’ipotesi di lavoro che a queste condizioni non può essere in campo (su questo il CNR si è già espresso lamentando un insopportabile colpo di mano) e giammai a rimorchio di una legge di bilancio;
  • Perché non permetteremo mai che una “manina” riproponga una riforma di questo tipo, frutto dell’intervento del politico o del potentato di turno, che non rispetterebbe le reali esigenze della ricerca e delle comunità scientifiche coinvolte;
  • Perché la ricerca sul mare in Italia va realmente salvaguardata e incentivata coinvolgendo tutte le realtà che la rappresentano e non può essere a servizio di operazioni di potere.

La FLC CGIL ritiene che la politica debba fare un passo indietro su questi argomenti e ascoltare la voce della scienza, senza andare dietro a sollecitazioni strumentali mosse da puro carrierismo o mera voglia di potere di qualche soggetto. Si abbia l’umiltà di ascoltare prima i ricercatori e tecnologi che si occupano della Ricerca sul Mare.