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Accordo per il proseguimento delle sezioni primavera: rinvio a settembre?

Nulla di fatto nell'incontro di ieri sera fra Regioni e Presidente del Consiglio. Posizione unitaria delle Regioni che chiedono certezza di risorse. Il Governo prende tempo. Il nuovo incontro il 4 settembre…

06/08/2009
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Erano in molti ad aspettare l’esito dell’incontro di ieri sera, a Palazzo Chigi, fra le Regioni ed il Presidente del Consiglio.
L’incontro era stato richiesto dalle Regioni dopo l’interruzione delle relazioni fra le parti causata dal Governo con la sua continua invasione di campo su funzioni esclusivamente regionali, nonché dall’assoluta mancanza di risposte sulla reale disponibilità di risorse.
Una chiarezza che le Regioni pretendono non più a parole ma con i fatti, per decidere su progetti ed accordi importanti per il Paese sia sul piano economico che sociale, quali i fondi per le aree sottoutilizzate (FAS), i piani di attuazione regionale (PAR), le risorse il Fondo Sanitario Nazionale, ecc..
La preoccupazione delle Regioni è che non ci siano risorse vere per finanziare i progetti e per questo chiedono “un’operazione verità”, come ha sostenuto il Presidente Errani nella conferenza stampa seguita all’incontro di ieri sera.
Su tutte le questioni poste unitariamente dalle Regioni il Governo si è riservato di rispondere in un nuovo incontro fissato per il prossimo 4 settembre.

L’esito negativo dell’incontro, prodotto dalla chiusura del Presidente del Consiglio, ha un effetto immediatamente e gravemente negativo anche sulle sezioni primavera. Infatti, le sezioni primavera per essere attivate necessitano dell’Intesa in Conferenza Unificata, da cui deriva anche il finanziamento della quota statale.
In tal modo si nega il diritto dei bambini e delle bambine ad avere un’offerta educativa a loro misura e non si corrisponde alle giuste aspettative di migliaia di genitori, ma anche degli stessi gestori della scuola statale e paritaria che, dopo gli annunci del Ministro, si aspettavano certezze sulla prosecuzione e sull’ampliamento dell’offerta nonché sui tempi delle procedure per garantire l’avvio del servizio in coincidenza con l’inizio del prossimo anno scolastico.
E’ un danno grave ciò che si è prodotto con il rinvio a settembre che, di fatto, trascina all’autunno il reale avvio dell’esperienza, con il rischio di negarla.
La situazione è incomprensibile ed inaccettabile dal momento che, come risulta da più parti, l’Intesa per il 2009-2010 aveva trovato la sua definizione.

Questa situazione di incertezza e di confusione istituzionale, creata dall’atteggiamento di questo Governo, incentiva, inoltre, l’offerta di servizi privati per la fascia 24-36 mesi, che più facilmente possono sfuggire ad un controllo pubblico, non solo sulla qualità del progetto educativo ma anche sul rispetto dei criteri nazionali fissati dallo Stato e su quelli gestionali ed organizzativi stabiliti dalle Regioni.

Roma, 6 agosto 2009