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I DSGA hanno diritto al compenso delle attività svolte oltre le 36 ore: Il Ministero sbaglia a escluderli dai compensi per attività non direttamente finanziate dall’art. 88 del Ccnl

Due note del Ministero dell’Istruzione, pressato da interventi improvvidi e dimentichi di contratti e leggi da parte dei funzionari del Ministero dell’Economia, negano i compensi ai DSGA. Si sbagliano e vediamo perché.

23/05/2022
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Con Note del 21 aprile 2022 (progetti di attività teatrali) e del 16 maggio 2022 il Ministero dell’Istruzione, senza ragione alcuna e in netta contraddizione con quanto finora dallo stesso Ministero sostenuto, comunica alle scuole che ai DSGA non è dovuto il compenso per attività aggiuntive anche se finanziate da fondi non di provenienza contrattuale.

Infatti, questo comportamento risulta una vera e propria novità dal momento che sia l’ARAN sia il medesimo Ministero in altre occasioni hanno risolto la questione ben consapevoli che ciò che  un dipendente dello Stato svolge oltre le 36 ore settimanali deve essere retribuito o compensato con recupero di ore di non lavoro.

Citiamo ad esempio la FAQ ministeriale che dava il via libera ai compensi per DSGA in relazione alla realizzazione del “Piano scuola estate 2021” (DM 2 marzo 2021 n. 48 ex Legge 440/1997).

In una delle note ministeriali si arriva addirittura a citare il Contratto di sequenza negoziale del 2008 per darne una interpretazione contraria alla stessa lettera del testo contrattuale medesimo.

In quella sequenza (art 88 comma 2 lettera j) si esclude che il DSGA che possa attingere al fondo di istituto ma si dice espressamente che per progetti finanziati da altri soggetti (UE o enti o istituzioni pubbliche o privati) il Direttore dei servizi può essere remunerato per il lavoro che svolge oltre le 36 ore. Si veda la nostra scheda a commento della specifica pubblicata subito dopo la sottoscrizione della sequenza negoziale richiamata.

A qualcuno non del Ministero (qualche funzionario del MEF?) potrebbe mai venire in mente di considerare il Ministero dell’Istruzione (l’ente in questo caso finanziatore dei progetti) un ente non pubblico? Se questo è il caso, siamo nella più crassa ignoranza o imperizia da neofiti.

Abbiamo chiesto al Ministero dell’Istruzione di difendere le sue prerogative e il suo operato piuttosto che subire che i suoi dipendenti siano vessati da improvvidi interventi fuori dalle norme e dai contratti.