Concorso riservato ai triennalisti: le discriminazioni del governo
Approvato il DDL governativo 3232 di conversione in legge del Decreto Legge n. 280 del 29 novembre 2004
Leggiamo sul sito del Senato della Repubblica che il 28 dicembre 2004 è stato approvato il DDL governativo 3232 di conversione in legge del Decreto Legge 29 novembre 2004 n. 280 pudicamente intitolato “Interventi urgenti per fronteggiare la crisi di settori economici e per assicurare la funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione. Proroga di termini per l’esercizio di delega legislativa”.
Diciamo “pudicamente” perché, come in altre occasioni, si interviene alla chetichella e in maniera discriminatoria (l’attenzione era concentrata sulla finanziaria) su materie che nulla hanno a che fare con gli argomenti trattati.
In questo caso è stato inserito nel testo del Decreto legge che sta per essere convertito in legge un articolo apposito (il 6-sexies), per consentire l’assunzione nei ruoli dei Dirigenti Scolastici a partire dal 2005-2006 dei cosiddetti riservatari del concorso per 1500 posti riservato ai Presidi Incaricati triennalisti i cui vincitori sono stati immessi in ruolo dal settembre 2004. I riservatari sono coloro che, su iniziativa legale personale, non avendone i titoli, hanno potuto, per ordinanze giudiziarie e in attesa del giudizio di merito, svolgere tutto intero il percorso concorsuale, talché alcuni sono risultati idonei. Ora il Governo, per la quota di posti non assegnati (circa 200/250), li attribuisce ai riservatari utilmente (cioè che rientrano nei posti da assegnare) collocati in graduatoria.
Le discriminazioni che in un solo colpo vengono operate dal Governo sono colossali:
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discriminati quei triennalisti (partecipanti a pieno titolo) che magari sono risultati idonei ma non sono collocati utilmente;
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discriminati quei triennalisti che per mancanza di posti non sono stati ammessi nemmeno al periodo di formazione;
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discriminati quei triennalisti che per la mancanza di 39 giorni per il possesso del triennio non hanno potuto svolgere il concorso;
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discriminati quei triennalisti che, per poter vincere il concorso, sono emigrati in altre regioni, dal momento che il loro punteggio nella propria regione non li avrebbe comunque fatti vincere anche se ben collocati;
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discriminati i Presidi Incaricati che non hanno nemmeno provato a fare domanda per mancanza di requisiti;
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discriminati i riservatari che non sono in posizione utile;
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discriminati i Presidi Incaricati che vengono scavalcati anche da chi Preside Incaricato non è mai stato.
Pensiamo di aver esaurito l’elenco, ma sicuramente la natura del provvedimento è tale da lasciare nella discriminazione altre tipologie di aspiranti che vengono così tagliati fuori.
Del resto, da un Governo a cui è congeniale il provvedimento “particolare” e a cui è estraneo sia pure un barlume di quello che è l’interesse generale, cosa ci si poteva aspettare?
Il testo ora passa alla Camera. Si vorrà porre rimedio alle discriminazioni sopraelencate?
Per quanto ci riguarda la strada maestra è quella indicata nella contestualità del concorso ordinario e riservato sui posti realmente esistenti e in cui vengono spesi tutti i crediti acquisiti dalle tipologie di personale oggi discriminato.
Roma 4 gennaio 2005