Contributi delle famiglie alle scuole: la storica e attenta denuncia/battaglia della FLC
La scuola obbligatoria è gratuita: un principio messo in discussione dai tagli tremontian/gelminiani. Abbiamo chiesto da tempo la restituzione dei residui attivi (600 milioni di euro) vantati dalle scuole grazie agli anticipi fatti con il contributo delle famiglie.
Si riaccendono in questi giorni i riflettori della stampa sul fenomeno dei contributi delle famiglie alle scuole. E’ un fenomeno che la FLC CGIL ha tempestivamente denunciato e perfino quantificato attraverso una propria inchiesta presso le istituzioni scolastiche e che oggi i giornali riportano - e la cosa non può che farci piacere - con dovizia di particolari.
La FLC presentò i risultati di quella ricerca in una apposita conferenza organizzata propria nella sede di Viale Trastevere del Ministero il 3 giugno 2013.
La situazione che si è venuta a determinare, e che per l’ennesima volta riprendemmo nella citata conferenza, è stata l’effetto dei tagli del Governo Berlusconi che giunse perfino nel 2009 e 2010 a non versare più i finanziamenti alle scuole per il funzionamento ordinario (materiali minimi, dalla carta di fotocopie ai materiali di pulizia) e a non trasferire quanto dovuto per le supplenze e gli esami di stato. Messe alle strette, le scuole ricorsero al contributo delle famiglie che hanno generosamente sopperito a quelle insensate decurtazioni finanziarie. Le istituzioni scolastiche hanno così cumulato dei crediti nei confronti del MIUR (i cosiddetti residui attivi) che giunsero a superare il miliardo di euro e che oggi ammontano ancora a circa 600 milioni di euro, ridotti per effetto di operazioni contabili e della restituzione di 300 milioni di euro avvenuta grazie alle pressanti iniziative della FLC (sit in con incatenamenti simbolici, appelli, iniziative pubbliche) che da anni si batte per i finanziamenti pubblici all'offerta formativa.
Dunque, ci sono due questioni da tenere presenti e da risolvere.
Da un lato, occorre rivedere l’entità e la modalità del finanziamento da parte del MIUR alle scuole di stato, nel senso che è necessario incrementare consistentemente il fondo di funzionamento per ridare alle scuole quanto loro spetta per poter funzionare: si consideri che le necessità sono enormemente accresciute perché occorre pagare fornitori, i responsabili della sicurezza, i costi dei laboratori, i responsabili della tutela della privacy. In questo senso ci aspettiamo un atto di coerenza della Ministra Carrozza che sin dal suo insediamento a viale Trastevere si è fatta autorevole promotrice dell'autonomia scolastica impegnandosi ad aumentare il fondi per il funzionamento delle scuole.
Dall’altro lato, il MIUR deve restituire quei “crediti” che le scuole ancora vantano nei suoi confronti per non aver esso finanziato nel passato (oggi supplenze ed esami di stato vengono coperti) quelle voci che abbiamo richiamato. E, da questo punto di vista, a poco valgono le considerazioni tecnicistiche del MIUR secondo il quale una sua articolazione amministrativa funzionale, quale una scuola, non può vantare crediti verso il suo Ministero.
Solo così gli Istituti potranno allentare e di molto le richieste alle famiglie, i cui contributi sono volontari e che possono essere anche detraibili nella misura del 19% (Legge 40/2007), ma che certamente non possono essere “pretesi” e comunque sono da destinare a interventi per l'arricchimento dell'offerta formativa. Perché, ripetiamolo, la scuola obbligatoria è a tutti aperta ed gratuita (principio fondamentale della nostra Costituzione).