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Dimensionamento scolastico e sentenza costituzionale

Un’occasione per rivedere le aggregazioni scolastiche non rispondenti a criteri di qualità e funzionalità.

20/06/2012
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La sentenza n. 147 della Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della norma che impone la generalizzazione degli istituti comprensivi con almeno 1.000 alunni, una norma pessima voluta a suo tempo da Tremonti-Gelmini unicamente per ragioni di bilancio e senza alcun rispetto delle esigenze di qualità del sistema scolastico.

Ora la sentenza offre l’opportunità alle diverse Regioni di rivedere i propri piani di dimensionamento scolastico varati secondo parametri dichiarati incostituzionali. Le Regioni avranno la possibilità di intervenire sulle situazioni più eclatanti, quelle in cui sono state fatte aggregazioni scolastiche abnormi o tra più comuni e pertanto non in grado di assicurare quella qualità e quella continuità didattica che pure sono tra le finalità richiamate dalla stessa legge istitutiva.

Molte Amministrazioni Regionali, però, avrebbero già dichiarato di non volere riconsiderare i piani scolastici deliberati, contravvenendo così ad una precisa responsabilità politica e normativa che è quella di rispettare la sentenza della Corte Costituzionale. La conseguenza sarà che il prossimo anno scolastico inizierà con una rete scolastica modificata secondo parametri dichiarati illegittimi sul piano giuridico oltre che deleteri sul piano qualitativo.

Come FLC CGIL riteniamo, invece, che la sentenza costituzionale possa offrire l’occasione per rivedere le scelte fin qui assunte in materia di dimensionamento, di riconsiderare il sistema scolastico secondo una modalità più partecipata e condivisa e sulla base di parametri effettivamente rispondenti a esigenze di funzionalità organizzativa e qualità didattica.

Questo è quanto ci si aspetta dalle Regioni, a partire da quelle che a suo tempo hanno fatto ricorso di costituzionalità, al fine di rimuovere quelle scelte forzate che hanno comportato da una parte la costituzione di istituti comprensivi con ben oltre mille alunni e dall’altra la perdita della sede di servizio per tantissimi lavoratori della scuola.

In assenza di ciò si corre il rischio, come sta già avvenendo, che le diverse scuole o i singoli lavoratori che ritengano lesi i propri diritti ottengano per via legale il rispetto della sentenza che le Regioni non sono  in grado di assicurare per via politica. Già ad oggi sono numerosi i casi in cui a seguito di ricorso da parte dell’ente locale o della comunità scolastica è stato chiesto e ottenuto dal Tar la sospensione degli effetti della legge sul dimensionamento per singoli istituti scolastici.

Come FLC CGIL riteniamo necessaria anche la modifica della norma che impone le “reggenze” per le scuole con meno di 600 alunni, tale norma è infatti penalizzante non solo per tanti Dirigenti Scolastici e Dsga ma anche per la piena funzionalità delle strutture scolastiche interessate.

Al Ministro Profumo sottoporremo tutte le argomentazioni su richiamate chiedendo un’assunzione di responsabilità e un ripensamento delle scelte fatte dal Miur alla luce della sentenza costituzionale.

Alle Regioni chiediamo di riconsiderare le decisioni assunte, in particolare quelle più controverse, in un quadro di rispetto e osservanza della legalità, del dettato costituzionale nonché della qualità del servizio scolastico pubblico.

In assenza di risposte convincenti da parte dell’Amministrazione nei confronti della qualità della scuola e delle condizioni di lavoro di migliaia di persone inopinatamente dichiarate perdenti posto non rinunceremo a portare a vanti le nostre rivendicazioni e a tutelare i diversi soggetti interessati anche sul piano legale.

Nonno, cos'è il sindacato?

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