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Dimensionamento scolastico: la Conferenza delle Regioni propone al MIUR di procedere con criteri di gradualità e sostenibilità nell’applicazione del piano

È un primo passo, seppur ancora non sufficiente, nella direzione auspicata dal nostro sindacato.

02/11/2011
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La Conferenza delle Regioni ha approvato in data 27 ottobre 2011 un documento con cui propone un accordo al MIUR sulle modalità di attuazione del piano di dimensionamento scolastico previsto dall’art. 19 del D.L. n. 98/2011 che tenga conto dei seguenti criteri:

  • il parametro numerico relativo al dimensionamento (1000 alunni e 500 alunni per comuni montani, piccole isole o con specificità linguistica) deve intendersi come media regionale e non applicato al singolo istituto comprensivo;
  • le direzioni didattiche e le scuole secondarie di 1° grado con almeno 1000 alunni (o 500 alunni) potranno mantenere la loro autonomia;
  • il piano di dimensionamento potrà essere realizzato nell’arco del triennio 2012-2015.

Quest'intesa è proposta dalla Conferenza delle Regioni al MIUR nel tentativo di rendere omogenea e sostenibile nelle diverse realtà territoriali l’applicazione di una norma ritenuta dalle regioni invasiva delle proprie prerogative, tant’è vero che molte di esse hanno già fatto ricorso alla Corte Costituzionale, e suona pertanto come una smentita del tentativo del MIUR di procedere in materia di dimensionamento d’imperio e senza alcun confronto non solo con gli enti locali ma neanche con le scuole autonome e le parti sociali.

Per la FLC CGIL l’operazione tentata dal MIUR è inaccettabile non solo sul piano procedurale ma lo è ancor di più sul piano sostanziale poiché il taglio indiscriminato di scuole risponde solo a una logica di risparmio economico che comporta un peggioramento diffuso della rete scolastica oltre che una riduzione ulteriore di posti di lavoro.

Siamo intervenuti con forza ai diversi livelli politici ed istituzionali per chiedere la sospensione delle procedure di dimensionamento in atto e consentire la definizione di parametri condivisi e maggiormente rispondenti alle necessità didattiche e formative dei territori.

Il documento della Conferenza delle Regioni rappresenta un primo passo significativo, seppur ancora non sufficiente, nella direzione da noi sostenuta e auspicata di una profonda revisione tanto dei tempi che dei criteri di applicazione della norma sul dimensionamento.

L’attuazione del piano su base triennale consente di rinviare scelte precipitose e di operare con il tempo necessario per elaborare  proposte davvero rispondenti alle esigenze di funzionalità e qualità del sistema scolastico pubblico. Proposte alla cui definizione siano adeguatamente coinvolti i diversi attori in campo ovvero gli enti locali, le organizzazioni sindacali e le scuole autonome per le quali va prevista una specifica rappresentanza, proposte i cui criteri tengano conto non solo dei parametri numerici (e quello di 1000 alunni è comunque un parametro troppo alto anche se calcolato su base regionale) ma soprattutto delle condizioni geografiche, sociali, economiche e dell’edilizia scolastica dei diversi territori.

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