Diplomifici. Il TAR del Lazio boccia ancora una volta la Moratti
Per il Tribunale Amministrativo la disciplina sugli esami di Stato dei candidati esterni in eccesso è di dubbia costituzionalità
Il Tar del Lazio con propria ordinanza n. 331/2006, del 2 marzo u.s., ha ritenuto che la norma, di cui all’art. 14 del D.Lgs 226/2005, che regola gli esami di Stato dei candidati esterni è di dubbia costituzionalità.
Ha accolto il ricorso di due istituti secondari di Roma contro il MIUR che, in base alla citata norma, aveva stabilito la formazione di apposite commissioni di soli candidati esterni solo in Istituti statali qualora il loro numero fosse superiore al 50% dei candidati interni.
I giudici amministrativi hanno statuito di sollevare eccezione di legittimità costituzionale dell’art. 14 del d.lgs. n. 226/2005; inoltre “nella ricorrenza dei presupposti del fumus boni juris e del periculum in mora hanno nel contempo accolto provvisoriamente, nell’attesa della pronuncia della Corte costituzionale, l’istanza cautelare e per l’effetto hanno sospeso, nella sola parte in cui è stata fatta applicazione dell’art. 14, comma 5, del d.lgs. n. 226/2005, le relative disposizioni ministeriali”.
La sequela di ricorsi, di sospensive, di sentenze su questo argomento dimostra, in maniera inequivocabile, che il fenomeno dei diplomifici non è stato affatto debellato e che gli interventi da parte del MIUR non hanno assolutamente prodotto quanto auspicato, tant’è che la diatriba oggi arriva alla Corte Costituzionale chiamata a pronunciarsi definitivamente sulla vicenda.
Abbiamo, in più di un’occasione, sottolineato che la ripresa del fenomeno dei diplomifici è stata decisamente facilitata da alcuni discutibili interventi legislativi e di normativa secondaria introdotti dal Ministro Moratti che lo hanno reso di fatto strutturale quali appunto l’introduzione di commissioni di maturità composta da soli docenti interni ad esclusione del presidente (comma 7, art. 22 L. 448/2001 – legge finanziaria 2002). Per non citare tutti gli altri micro interventi di normativa secondaria che hanno snaturato la parità scolastica soprattutto in materia di tolleranza delle cosiddette classi collaterali e di composizione dei corsi.
Non è un caso, infatti, che la concentrazione di candidati privatisti esterni alla maturità nelle scuole paritarie ha avuto un incredibile aumento proprio in concomitanza con le modifiche ricordate. La sua evoluzione storica lo evidenzia in maniera incontrovertibile nonostante la flessione registrata il passato anno scolastico dovuta per lo più ad un calo della domanda e alle conseguenze dell’azione della magistratura.
Quest’ultimo pronunciamento dei giudici amministrativi dimostra, ancora una volta, le carenze e le debolezze della attuale normativa, primaria e secondaria, voluta e messa in atto dal Ministro Moratti.
Per sconfiggere definitivamente il fenomeno dei diplomi facili sono necessari ben altri e più radicali interventi rispetto ai “deboli” correttivi messi in essere dal MIUR.
Purtroppo dopo le ultime “elargizioni” del Ministro alle scuole private siamo ancora più convinti che assisteremo, nel prossimo futuro, ad una “istituzionalizzazione” di fatto dei diplomifici e ad una conseguente deriva mercantilista del sistema.
Roma, 22 marzo 2006