I dirigenti scolastici e lo sciopero del 5 maggio
Tanti dirigenti scolastici hanno partecipato allo sciopero e alle manifestazioni.
La partecipazione dei dirigenti scolastici allo sciopero e, in molti casi, anche alle manifestazioni che si sono svolte in tante città italiane è stata significativa e vivace. Molti dirigenti scolastici hanno scelto di stare con le loro scuole, con i docenti, il personale ATA, le famiglie e gli studenti manifestando con lo sciopero e nelle strade la loro contrarietà a tanti aspetti del ddl “La buona scuola”.
Molti dirigenti che hanno scioperato, come spesso accade, sono rimasti nelle loro scuole per assicurare con la loro presenza la sicurezza degli alunni e il loro benessere.
Ai dirigenti che hanno partecipato in modo convinto alla mobilitazione sindacale non è sfuggito che questa era una buona occasione per ricordare che alla scuola pubblica non serve la competizione fra le scuole per ricevere sponsorizzazioni o finanziamenti aggiuntivi dalle famiglie né serve la competizione fra i docenti per un salario più alto, che è sbagliato addossare la responsabilità dello sviluppo dell’autonomia alla sola dirigenza scolastica alimentando nella scuola conflittualità e contrasti e che per tutti i lavoratori è ora di rinnovare il contratto di lavoro e rafforzare la condivisione delle regole di gestione del personale.
Con la partecipazione alla mobilitazione della scuola la dirigenza scolastica ha anche rivendicato una soluzione ai problemi specifici della categoria: il diritto ad un’equa retribuzione, all’interno e nel rapporto con il resto della dirigenza pubblica, l’eliminazione dei compiti estranei alle funzioni delle scuole (le molestie burocratiche), la necessità di cancellare le reggenze attraverso l’emanazione del bando di concorso pubblico per dirigenti scolastici.