I Dirigenti Scolastici partecipano allo sciopero della scuola del 5 maggio
I Coordinamenti nazionali dei dirigenti scolastici di FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola e SNALS CONFSAL indicano obiettivi e ragioni della partecipazione allo sciopero.
I Coordinamenti nazionali dell’Area V hanno unitariamente esplicitato le motivazioni della partecipazione dei dirigenti scolastici allo sciopero, coerenti con gli obiettivi dell’iniziativa sindacale:
Il DDL “La Buona scuola” deve cambiare
Ai Dirigenti Scolastici non può essere addossata la responsabilità del miglioramento dei risultati della scuola pubblica statale. Né con i vecchi, né con i nuovi poteri.
Alla “Buona scuola” non servono le nuove responsabilità che si vogliono attribuire ai dirigenti. Esse ostacolano l’esercizio delle funzioni del dirigente scolastico e già producono fra il personale scolastico dissenso, disimpegno e conflittualità.
Alla “Buona scuola” serve un’autonomia scolastica forte e rispettata che deve essere quella prevista dal regolamento di istituzione e non deve essere stravolta con conseguenze negative in termini di uguaglianza e di salvaguardia del sistema nazionale di istruzione.
Alla “Buona scuola” servono partecipazione, responsabilità diffusa e condivisione di tutti i docenti e di tutto il personale ATA, serve un organico funzionale alla realizzazione dell’offerta formativa e al miglioramento dei servizi generali, amministrativi e tecnici.
Alla “Buona scuola” serve un nuovo contratto di lavoro, rinnovato e adeguato alle esigenze organizzative e al raggiungimento dell’obiettivo del miglioramento della qualità dei risultati, che assicuri la partecipazione di tutti i lavoratori della scuola a percorsi di formazione continua e stimoli e sostenga la ricerca e lo sviluppo dell’autonomia didattica.
Alla “Buona scuola” servono finanziamenti adeguati alle sue esigenze di funzionamento e alla retribuzione del personale che assicura le funzioni organizzative e le attività aggiuntive.
Alla “Buona scuola” serve la realizzazione delle promesse fatte dal Governo di liberarla dalle molestie burocratiche (gestione pensionamenti, TFR, ricostruzioni di carriera, graduatorie, contenziosi…) e di affrancarla dall’applicazione di norme generali che le sono state imposte senza i necessari adattamenti (trasparenza, anticorruzione, semplificazione, dematerializzazione…)
Alla “Buona scuola” non serve il preside nominato dai politici e da loro revocabile. In ognuna delle 8.500 scuole della Repubblica deve esserci un dirigente scolastico selezionato secondo il merito e attraverso un pubblico concorso. In questo anno scolastico sono 1.166 le scuole in reggenza, nel prossimo anno diventeranno almeno 1.800, nel 2016/17 potrebbero essere 2.500: è necessario che venga bandito al più presto un pubblico concorso affinché ciascuna scuola abbia il suo dirigente scolastico.
Alla “Buona scuola” servono dirigenti scolastici rispettati a partire dalla loro retribuzione professionale che deve essere uguale per tutti all’interno della categoria e uguale al resto della dirigenza pubblica e ricomprendere tutti i fondi sottratti negli anni scolastici 2012/13, 2013/14 e 2014/15 che il Governo si era impegnato a restituire.