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La retribuzione di posizione di parte variabile è un diritto di tutti i dirigenti scolastici

Grazie ai decreti ingiuntivi avviati dalla FLC CGIL, riconosciuto il diritto all’ultrattività delle retribuzioni anche ai neo dirigenti scolastici assunti con l’ultimo concorso.

22/03/2021
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Il pesantissimo ritardo nella definizione del Fondo Unico Nazionale dei dirigenti scolastici (sono ancora in corso di registrazione le annualità 2017/2018 e 2018/2019 e nulla sappiamo ancora del FUN 2019/2020 e 2020/2021) sta determinando in alcune regioni un’inaccettabile discriminazione tra i dirigenti scolastici, dal momento che ai neo dirigenti scolastici, assunti a partire dal 1° settembre 2019, 11 regioni su 18 non erogano la retribuzione di posizione parte variabile.

Gran parte dei neo dirigenti sono perciò privi di una parte consistente della retribuzione, quella legata alla fascia di complessità dell’istituzione scolastica che viene peraltro regolarmente corrisposta ai dirigenti scolastici già in servizio prima del 1° settembre 2019, in forza del principio dell’ultrattività dei contratti integrativi regionali (CIR), applicati fino alla stipula del CIR successivo.

Dopo aver diffidato gli USR inadempienti a provvedere, la FLC CGIL, a partire dal mese di dicembre 2020, ha proposto, nell’interesse dei propri iscritti, ricorsi pilota in alcune delle regioni interessate, ottenendo nei Tribunali di Monza, Busto Arsizio, Bergamo, Modena, Forlì e in tutti i Tribunali della Sardegna il riconoscimento del diritto dei ricorrenti alla retribuzione di posizione parte variabile e quindi l’ingiunzione all’Amministrazione di pagare le somme richieste, in base alle diverse fasce di appartenenza delle istituzioni scolastiche, oltre al pagamento delle spese legali.
Nel frattempo in altre regioni, come la Lombardia, il Piemonte e, recentemente, l’Emilia Romagna, gli USR con propri decreti si sono determinati a corrispondere, a titolo di acconto, una quota corrispondente all’importo della fascia più bassa.

Si tratta di risultati molto significativi che ci rafforzano nella determinazione a proseguire le azioni legali, anche perché le determinazioni degli USR, pur non corrispondenti ai crediti vantati dai dirigenti scolastici, rappresentano comunque il riconoscimento da parte dell’Amministrazione dell’esistenza di un debito nei loro confronti.

Continueremo inoltre a sollecitare il Ministero ad aprire finalmente il tavolo nazionale di contrattazione e confronto su tutte le materie previste dal CCNL firmato l’8 luglio 2019, a cui il Ministero non ha dato mai seguito.
Sarà quella la sede in cui dovranno essere affrontate e risolte le criticità retributive, unitamente a tutte le altre problematiche della dirigenza scolastica.