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Carta del docente: necessari anche i GIGA oltre ai dispositivi

La didattica a distanza ha bisogno di GIGA aggiuntivi, spese che devono rientrare di diritto nella Carta. Discriminati oltre ogni misura i precari e gli ATA che lavorano in smart working

14/04/2020
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Il Ministero ha prorogato fino al 31 luglio 2020 la possibilità, per i docenti, di acquistare gli strumenti informatici utili alla didattica a distanza (webcam, microfoni, penne touch srcreen, scanner e hotspot); la comunicazione è stata resa nota sul sito istituzionale.

Si tratta di un provvedimento che va incontro alle esigenze di adattare e potenziare i dispositivi tecnologici per l’insegnamento con metodologia “in remoto”, l’unica attuabile in questo periodo di emergenza sanitaria, ormai proiettato nella durata di ulteriori mesi.

La misura però è parziale e non tiene conto che avviare la DAD richiede i device adatti, ma anche la disponibilità di connessione, fattore che grava sui lavoratori in quanto i GIGA sono spese essenziali alla prestazione professionale, però completamente a carico degli interessati.

Come FLC CGIL ci siamo fatti interpreti delle molte richieste arrivate in tal senso: ovvero inserire, tra i beni e servizi acquistabili con la Carta del Docente, anche l’attivazione di GIGA aggiuntivi per cellulari, Internet Key, router portatili o tablet, vista l’aumentata necessità di navigazione per accedere ai sistemi elearning, soprattutto sotto forma di videoconferenze, chat di gruppo, lezioni in classroom etc... Fabbisogno che andrà ad intensificarsi verso la fine dell’anno scolastico con le attività collegiali e di coordinamento, di valutazione e di scrutinio, tutte occasioni in cui è fondamentale la partecipazione “a distanza”.

Avviare le dovute interlocuzioni con i gestori di telefonia per l’accreditamento non è semplice, né breve, ma è auspicabile che l’amministrazione riesca, in tempi ragionevoli, a trovare un accordo utile a soddisfare, almeno in regime transitorio e di straordinarietà, questa esigenza prioritaria della DAD.

Senza dimenticare che a questa didattica ora indispensabile, sta contribuendo ogni lavoratore della scuola nel rispetto del diritto allo studio di milioni di ragazze e ragazzi; va superato il discrimine inaccettabile che esclude dai benefici economici della “carta” alcuni, come i supplenti che prestano medesimo impegno di insegnamento e pari responsabilità, e il personale ATA che assicura in smart working lo svolgimento delle attività funzionali degli uffici.

Il contesto deve far riflettere: se l’emergenza deve diventare anche un’opportunità, questa sia consentita a tutti, solo così potremmo parlare di vera e strutturale innovazione del sistema scolastico.