Infanzia: si cominci da qui. Dalla scuola di tutti e di ognuno
Se ne parlerà a Bologna il 9 aprile 2013 in un convegno organizzato dalla FLC CGIL.
Dopo le 10 idee, la FLC CGIL continua a far sentire la sua voce in difesa della scuola dell'infanzia e lancia da Bologna martedì 9 aprile, un appello a tutte le forze politiche affinché i bambini e le bambine di questo paese abbiano la scuola cui hanno diritto. Per saperne di più.
Invece, la scuola dell'infanzia vive una vera e propria emergenza
- perché si è interrotto quel processo di generalizzazione della scuola dell'infanzia statale per effetto dei tagli agli organici del governo Berlusconi
- perché nel contempo gli enti locali, in estrema difficoltà per il patto di stabilità e per le minori risorse trasferite dallo Stato, stentano a confermare l'attenzione e i contributi garantiti in precedenza e spesso ricorrono all'esternalizzazione di pezzi dell'offerta formativa
- perché le famiglie aggredite dalla crisi tendono a tagliare le spese relative alla formazione e infatti stanno aumentando le richieste di far frequentare i figli solo per mezza giornata scolastica.
Eppure una scuola dell'infanzia degna di questo nome è fondamentale
- perché ha effetti positivi determinanti nel progetto di vita delle persone
- perché la sua efficacia nell'annullare le cause che portano all'abbandono e alla dispersione scolastica è oramai acclarata.
- perché offre a tutti un ambiente di apprendimento pensato per rispondere alle esigenze dei bambini
- perché è una straordinaria agenzia di inclusione, di integrazione e di promozione umana e sociale.
Ma non c'è ancora abbastanza consapevolezza dell'importanza di questa che è una vera e propria scuola, per i bambini e le bambine dai 3 ai 6 anni, incardinata nel primo ciclo di istruzione.
È lì che si comincia a garantire a tutti il diritto all'istruzione e ad una armoniosa crescita cognitiva e relazionale.
È inaccettabile, per un principio di equità, che vi sia una forte varianza territoriale nella risposta istituzionale a tali diritti. Diritti che la Repubblica ha l'obbligo di garantire a tutti e a ciascuno, su tutto il territorio nazionale.
Per queste ragioni, la risposta che vogliamo deve essere statale. Occorre:
- riavviare il processo di generalizzazione. Aumentare di un 10% il numero di sezioni di scuola statale attualmente funzionanti, vale a dire 2500 sezioni all'interno di un piano quinquennale che preveda l'apertura di 500 sezioni l'anno (con un costo complessivo di 170 milioni di euro).
- istituzionalizzare l'obbligo di frequenza del terzo anno per poi arrivare all'obbligatorietà di tutto il percorso.
La situazione attuale rappresenta una sconfitta per tutti perché prefigura un futuro peggiore per i bambini e le bambine e per il paese tutto.
È necessario che lo Stato intervenga con urgenza.