Servizi educativi e scuole dell’infanzia: pubblicate le linee guida per la ripartenza
Il documento dà indicazioni per il mantenimento dell’offerta formativa, ma non interviene sui parametri relativi agli spazi e alla composizione numerica dei gruppi e delle sezioni.
È stato approvato in data 31 luglio 2020 dalla Conferenza unificata il “Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia”, la cui redazione era stata annunciata dalla Viceministra Anna Ascani nel corso dell’incontro dello scorso 17 luglio.
Il documento sottolinea la necessità, in vista della ripartenza, di un approfondimento specifico per le bambine e i bambini appartenenti alla fascia di età da zero a sei anni e, ribadendo la funzione generale dello Stato in materia di indirizzo, programmazione, coordinamento dell’intero sistema, rimanda alle competenze di pertinenza delle regioni per i servizi educativi e dello Stato per le scuole dell’infanzia relativamente alla definizione degli standard strutturali, qualitativi, quantitativi dell’offerta formativa rivolta ai due segmenti.
Una premessa che appare come una debole giustificazione al fatto che, al netto dell’importante impegno ad assicurare l’accesso allo stesso numero di bambini accolto “secondo le normali capienze” e “i consueti tempi di erogazione”, salvaguardando tutti i momenti e le routine del percorso educativo, compresi i tempi della mensa e del riposo, le indicazioni risultano insufficienti a dare risposte ai bisogni e alle preoccupazioni espresse dalle scuole e dalle famiglie.
In pratica, i servizi educativi e le scuole dell’infanzia possono ripartire senza affrontare le criticità strutturali preesistenti, sottovalutando implicazioni e conseguenze determinate da una emergenza sanitaria ancora in corso e trascurando le stesse indicazioni contenute nel documento redatto dal Comitato Tecnico Scientifico, che individua nelle scuola dell’infanzia specificità che richiedono risorse addizionali per la pulizia assidua delle superfici, criteri di riduzione del numero di alunni per sezione, particolari accorgimenti organizzativi.
Nel documento, al contrario, si confermano i parametri previsti dalla normativa vigente pre-covid per quanto riguarda gli spazi e non si fa alcun cenno alla ridefinizione del rapporto numerico tra educatori/insegnanti e bambini.
Il generico appello, contenuto nel documento, a mettere a disposizione risorse aggiuntive necessarie all’avvio in presenza dell’anno scolastico, non viene sostanziato, come occorrerebbe, attraverso la definizione di impegni concreti e vincolanti per tutti i soggetti responsabili, dal governo nazionale, agli Enti locali, ai gestori privati, ciascuno per le rispettive competenze.
Mancano certezze per quanto riguarda la quantificazione delle risorse e le tempistiche, manca l’idea di un’attenta regia nazionale che garantisca pari opportunità formative in tutto il Paese. Ribadiamo la necessità assoluta, non più rinviabile, di un provvedimento d’ urgenza, con le coperture adeguate, senza il quale verranno meno le condizioni per una riapertura all’insegna della sicurezza, della qualità, del benessere delle bambine e dei bambini.
Settembre è alle porte, il tempo delle scelte è adesso.