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Esami al termine del primo ciclo: come andrà strutturata la prova scritta di italiano

Dagli esperti del ministero i consigli alla scuola che avviano un dibattito.

07/02/2018
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La nota 892 del 17 gennaio 2018 accompagna le indicazioni della commissione di esperti “Documento di orientamento per la redazione della prova d’italiano nell’Esame di Stato conclusivo del primo ciclo”.

Le indicazioni degli esperti per la prova di italiano costituiscono un riferimento ai fini della strutturazione e della valutazione della prova in sede d’esame.

Nello specifico, la disciplina del nuovo esame di stato al termine del primo ciclo è contenuta nel  Decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62 “Norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera i), della legge 13 luglio 2015, n. 107”, a cui ha dato seguito il DM 741/17  e la relativa Nota 1865 del 10 ottobre 2017.

L’esame di stato al termine del primo ciclo, lo ricordiamo, prevede tre prove scritte e un colloquio per accertare le conoscenze, le abilità e le competenze acquisite dalle alunne e dagli alunni, comprese le competenze di cittadinanza.

Per quanto riguarda la prima prova scritta di italiano, di cui si occupa il Documento della commissione di esperti del ministero, può essere strutturata anche in più parti, ciascuna con riferimento alle tre diverse tipologie del testo narrativo o descrittivo; del testo argomentativo e della comprensione o sintesi del testo. A deciderlo sarà la commissione.

Il documento della commissione raccomanda ai docenti l’esercizio del riassunto “da testi letterari, scientifici, divulgativi o anche da articoli di giornale opportunamente selezionati”, per i “requisiti formativi che appaiono di grande importanza” e non solo in relazione al superamento dell’esame. Seguono dettagli sulle tipologie di possibili prove d’esame: il testo narrativo e descrittivo (tipologia A); il testo argomentativo (tipologia B); la comprensione e sintesi di un testo letterario, divulgativo, scientifico “anche attraverso richieste di riformulazione” (tipologia C) e, infine, la prova strutturata attraverso la combinazione delle predette tipologie di prova. Il documento fornisce esempi per ciascuna tipologia.

Come chiarisce lo stesso comunicato del ministero, il gruppo di lavoro ha fornito “consulenza tecnica”, sul presupposto che “se ben strutturate, consentono alle e ai docenti di verificare le diverse competenze linguistiche di cui si compone la padronanza della lingua italiana.”. È appena il caso di aggiungere che le indicazioni degli esperti, che non riguardano direttamente il processo di valutazione, arrivano in una fase dell’anno scolastico in cui le scuole hanno ampiamente e autonomamente approfondito le novità normative e su questa base hanno elaborato e in buona parte hanno già sviluppato la progettazione didattica, che dovrà sostenere la preparazione degli alunni in occasione del loro primo Esame di Stato.

L’ultimo annuncio del ministero, infine, riguarda l’analogo lavoro che la Commissione di Esperti farà per la prova di italiano di giugno 2019, quando entrerà in vigore la riforma all’esame di stato conclusivo degli studi della scuola secondaria di secondo grado, secondo quanto dispone il Dlgs 62/2017 (art. 17, comma 5). La notizia è stata ben accolta, anche perché in più occasioni le tracce delle prove d’esame predisposte dal ministero hanno sollevato imbarazzanti polemiche.