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Esami di Stato 2020: pubblicato il decreto relativo alla seconda prova scritta e alle discipline affidate ai commissari esterni

Resta il nodo delle prove INVALSI e della nuova alternanza (PCTO).

31/01/2020
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Pubblicato il 30 gennaio 2020 il decreto ministeriale n. 28 (e allegati) che individua le discipline oggetto della seconda prova scritta e le discipline affidate ai commissari esterni delle commissioni esame.

Le due prove scritte dell’Esame di Stato al termine della scuola secondaria di II grado si svolgeranno il 17 e il 18 giugno.

Il nuovo esame di stato, avviato durante lo scorso anno scolastico, fu oggetto di contestazioni e polemiche, a causa del fatto che le novità furono comunicate a studenti e docenti solo a metà anno. Per quest’anno l’impostazione viene parzialmente modificata. Infatti, il decreto conferma le correzioni, già effettuate dal Ministro Fioramonti con la circolare n. 2197 del 25 novembre 2019, relative all’inserimento della prova di storia e all’eliminazione del sorteggio delle tre buste durante il colloquio d’esame.

Riteniamo importante la scelta di reintrodurre traccia di storia tra le prove della maturità, così come condividiamo l’eliminazione del sistema delle tre buste chiuse per la prova orale, sistema che marcava una separatezza tra docente e studente, una asettica imparzialità che non coglieva il senso della relazione educativa che i docenti si sforzano di realizzare ogni giorno in classe.

Restano però due grossi nodi per i quali chiediamo un intervento immediato: l’obbligatorietà delle prove Invalsi e dei percorsi di alternanza scuola-lavoro, oggi PCTO, come requisiti di accesso all’esame di Stato. Chiediamo un intervento immediato affinché essi vengano esclusi sia dall’esame che dalla costruzione del curricolo dello studente. Non spetta all’INVALSI la certificazione delle competenze di uno studente che durante il corso di studi ha spesso sperimentato una didattica del tutto diversa da ciò che viene proposto nelle prove. E non può essere requisito d’accesso un’esperienza di alternanza che spesso è una “scatola vuota”, organizzata dalle scuole solo per corrispondere alle indicazioni ministeriali e non ad un autentico percorso di crescita.

Rimane, inoltre, il problema delle prove interdisciplinari (Latino e Greco per il Liceo classico, Matematica e Fisica per lo Scientifico, Scienze umane e Diritto ed Economia politica per il Liceo delle Scienze umane, etc.) che, proprio nel momento finale della verifica più importante del percorso secondario, si distinguono dall’impostazione disciplinare che appartiene alla valutazione, alla distribuzione oraria, alla stessa organizzazione delle classi di concorso dei docenti, insomma, una interdisciplinarietà che non ha una pratica consolidata negli ordinamenti, ma che è pretesa nel colloquio d’esame come una competenza consolidata.