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Il decreto attuativo della Legge 53 ... commentato

Da cinque giorni è sul sito del Miur lo schema del primo decreto attuativo della L.53. commentato,

09/11/2003
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Il fatto

Da cinque giorni è sul sito del Miur lo schema del primo decreto attuativo della L.53. commentato, comma per comma dallo stesso Miur, fatto, questo, mai avvenuto nella storia! Ma una ragione c'è ed è la stessa ragione per la quale sono stati prodotti spot televisivi e inserti pubblicitari (pubblicitari non informativi!) inseriti in riviste femminili, in quotidiani, persino in Topolino. E la ragione è la seguente: tutti ci devono credere! La riforma c'è. E soprattutto tutti devono stare tranquilli! Non diminuisce il tempo scuola, gli insegnanti saranno tutti contitolari, i genitori potranno finalmente scegliere!!!!
Ma se tutto fosse così chiaro come mai il MIUR attua questa “frenesia da insistenza nel convincere”? Purtroppo constatiamo, (basta leggere il decreto con la “nostra testa”, avendo sottomano le norme che il decreto stesso intende abrogare) giorno per giorno, che il disegno di scuola contenuto nelle Indicazioni Nazionali, segnalato da tempo dalla CGIL scuola e contrastato dalle scuole stesse con una moltitudine di telegrammi e ordini del giorno, è entrato tutto, e dalla porta principale, nello schema di decreto attuativo.

La malafede persuasiva.

L'operazione che il Miur fa, è bene risulti chiaro, è in malafede.
Forniamo alcune notizie a conferma di ciò. Circa 15 giorni or sono si svolgeva al Miur un incontro con dirigenti delle direzioni regionali. Durante l'incontro veniva distribuito il “decreto commentato” con preghiera di diffusione tra gli insegnanti e nelle scuole, si raccomandava di procedere, sempre per una accurata diffusione, anche con conferenze di servizio. L'operazione veniva giustificata facendo riferimento “all'ormai irreversibile processo di riforma avviato” e alla necessità che gli operatori della scuola si ...preparassero... Ma evidentemente queste azioni apparivano ancora poco per convincere. Dunque il Miur “intensifica l'azione” e mette sul proprio sito il “decreto commentato”. Ma si sa, non tutti gli insegnanti navigano e allora il “decreto commentato” viene loro inviato via mail al loro indirizzo. Stupendo! Siamo arrivati al servizio di persuasione comunicativa (che non è informazione) reso a domicilio! Ancora. Di questo “decreto commentato” vengono beneficiati anche alcuni consiglieri del CNPI riuniti presso il Miur. Il documento viene consegnato raccomandandone l'uso interno, in rispetto del fatto che le Commissioni Parlamentari possano esprimere il prescritto parere allo schema di decreto attuativo in totale autonomia!

Di cosa ci vogliono convincere?

Abbiamo già detto che una lettura fatta “con la propria testa” è sufficiente a svelare immediatamente le bugie interpretative contenute nel commento. Tuttavia corre l'obbligo (per dovere di informazione) segnalare alcune pericolose “incongruenze” tra testo del decreto e commento.

Scuola dell'infanzia.

Nel decreto viene definito il tempo di funzionamento annuale della scuola e ribadito che esso potrà essere scelto dalle famiglie. Nelle norme finali e transitorie si abroga l'articolo del Testo Unico che prevede il doppio organico. Si ribadisce la possibilità di iscrivere i bambini anticipatamente. Si rassicura circa la generalizzazione. Il commento "spiega" il funzionamento della scuola dell'infanzia come se nulla cambiasse rispetto ad ora.

Ma se davvero così fosse (e sappiamo bene non essere!) perché non indicare esplicitamente nero su bianco nel testo del decreto :

  • i finanziamenti necessari per la generalizzazione;

  • le nuove figure per realizzare l'anticipo;

  • un tempo scuola garantito a tutti che dia alla giornata educativa senso compiuto;

  • quote di compresenza degli insegnanti assicurate;

  • finanziamenti agli Enti locali affinché assicurino strutture, mensa e trasporti .

Scuola elementare

ll testo del decreto:

  • abroga il tempo pieno

  • attesta la scuola su un funzionamento di 27 ore settimanali

  • attesta che in queste 27 ore è compresa la quota riservata alle Regioni, quella riservata alle scuole e all’insegnamento della religione cattolica

  • attesta che si aggiungono facoltativamente ore annue corrispondenti a tre ore settimanali

  • afferma che in prima seconda e terza gli insegnanti dovranno svolgere non meno di 18 ore di insegnamento

  • prevede la contitolarità tra i docenti

  • vincola i piani di studio alle Indicazioni Nazionali.

Il commento:

  • rassicura sul tempo pieno e afferma che ci sarà

  • fa riferimento al Tutor in quanto "nuova professionalità" ed enfatizza la contitolarità e l'autonomia delle scuole

  • Non fa riferimento (ovviamente! )ai contenuti del capitolo vincoli e risorse delle Indicazioni Nazionali allegate al decreto.

Perché non fa riferimento a vincoli e risorse? Evidente . Le contraddizioni non avrebbero potuto essere nascoste. Nel capitolo vincoli e risorse per la scuola primaria permane infatti il Tutor, o meglio il "maestro unico" e nessuna contitolarità è prevista! Anche in questo caso è legittimo chiedere che, se vale quanto scritto nel commento( ma il pallottoliere che ci aiuta nei conti non conferma), esplicitamente nel decreto venga garantito il tempo pieno ed esplicitamente non si diminuisca il tempo scuola e che venga cassato il capitolo vincoli e risorse delle Indicazioni nazionali.

Si tratta di aspetti determinanti per disegnare la nostra scuola!

Scuola media

Il testo del decreto

  • abroga il tempo prolungato

  • quantifica un tempo scuola su base annua corrispondente a 27 ore settimanali

  • attesta che in queste 27 ore è compresa la quota riservata alle Regioni, quella riservata alle scuole e all’insegnamento della religione cattolica

  • attesta che si aggiungono facoltativamente e opzionalmente altre 198 ore annue corrispondenti a sei ore settimanali

  • si introduce il principio della frequenza di almeno tre quarti del tempo scuola per l’ammissione alla classe successiva

  • si introduce il docente tutor senza menzionare la contitolarità (la si dà per scontata ?)

  • si centra la valutazione “pesante” al secondo anno senza eliminare la possibilità di selezione all’interno del biennio

  • non fa cenno ai processi di continuità fra primaria e secondaria

Il commento

  • non parla del tempo prolungato anche se dice che il tempo mensa “rappresenta il terzo momento temporale di attività della scuola"

  • cerca di rassicurare sul fatto che il tempo scuola è immodificato rispetto all’esistente

  • non fa menzione della contitolarità dei docenti come fa per la scuola primaria

  • enfatizza la valutazione sugli aspetti di comportamento degli alunni

  • l’elemento che assicurerebbe la continuità didattica è dato dalla permanenza del docente nella classe per due anni

Valgono in larga parte le considerazioni fatte per la scuola elementare. Il tempo prolungato non viene nemmeno menzionato: non esiste più, e il tempo mensa “eventuale” – terzo momento temporale dell’attività scolastica – non ha certezza e garanzia di attivazione. Si aggiunga che si gioca con le parole laddove si parla di offerta di tempo scuola immodificato rispetto all’esistente, perché l’offerta oggi esistente è obbligatoriamente di trenta ore (senza quota regionale) mentre quella del Decreto è di 27 ore settimanali (nel cui ambito si ricaverà la quota regionale). Il commento enfatizza nel rapporto domanda/offerta lo spostamento del baricentro sulla domanda delle famiglie (la scuola come al mercato).

Roma, 9 novembre 2003