Cambiamo il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici

Home » Scuola » Illustrata ai sindacati la direttiva sul sistema nazionale di valutazione per il biennio 2017/2018 - 2018/2019

Illustrata ai sindacati la direttiva sul sistema nazionale di valutazione per il biennio 2017/2018 - 2018/2019

Recepite, ma non totalmente, le richieste di modifica del CSPI. Resta il dissenso della FLC CGIL sull’impianto complessivo del Sistema Nazionale di Valutazione.

07/12/2017
Decrease text size Increase  text size

Con un incontro di informativa svoltosi il 6 dicembre, il MIUR ha illustrato alle organizzazioni sindacali il testo della Direttiva sul Sistema Nazionale di Valutazione per il biennio 2017/2018 – 2018/2019.

All’incontro era presente la dott.ssa Maria Assunta Palermo, nuova responsabile della Direzione Generale per gli Ordinamenti e la Valutazione che, in apertura di seduta, ha sottolineato l’importanza per il MIUR del confronto con le organizzazioni sindacali rappresentative delle istanze provenienti dalla scuola reale, al fine di promuovere azioni mirate al miglioramento del sistema scolastico nazionale.

Dopo aver richiamato sinteticamente le fasi che hanno portato alla costituzione del Sistema Nazionale di Valutazione, Damiano Previtali, dirigente dell’Ufficio Valutazione, ha illustrato il testo della Direttiva di durata biennale, per consentire il riallineamento con il triennio di vigenza del Piano triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) che si conclude con l’a.s. 2018/2019 e coincide con la Rendicontazione Sociale, momento conclusivo del Rapporto di Autovalutazione delle scuole (RAV).

Gli altri aspetti rilevanti della Direttiva, che accoglie molte delle richieste presenti nel parere formulato dal CSPI, sono stati indicati:

  • nella sostanziale riproposta delle priorità strategiche della valutazione, già declinate nella precedente Direttiva 11/2014, a cui sono stati aggiunti come ulteriori obiettivi, tutti gli obiettivi prioritari richiamati dalla legge 107/2015, in particolare lo sviluppo delle competenze digitali, il potenziamento delle competenze in lingua inglese e la realizzazione delle attività di alternanza scuola- lavoro nel secondo ciclo di istruzione;
  • nell’identificazione del RAV in un documento incardinato organicamente nella vita della scuola e partecipato da parte di tutta la comunità scolastica;
  • nella valorizzazione della valutazione esterna, intesa non come attività di controllo sulle scuole, ma come azione orientata al miglioramento, priva di indicazioni prescrittive e “premi”.

Infine, rispetto alla fase finale della Rendicontazione Sociale, che costituisce una novità assoluta per il sistema scolastico, Damiano Previtali ha informato i sindacati dell’attenzione del MIUR alle esperienze che si stanno svolgendo in alcune regioni italiane e ha preannunciato un seminario nazionale sul tema che dovrebbe svolgersi nel prossimo mese di febbraio.

Come FLC CGIL abbiamo valutato positivamente le modifiche migliorative apportate al documento a seguito delle richieste presenti nel parere formulato dal CSPI.

Abbiamo però rilevato che nel documento permangono alcuni elementi di criticità, chiedendone la modifica:

  • gli obiettivi strategici del sistema di istruzione del Paese, chiaramente delineati nella Direttiva, devono rappresentare la traduzione delle funzioni affidate dalla Costituzione alla scuola pubblica, non è a nostro avviso condivisibile la scelta di affiancare a questi obiettivi, sia pure in via aggiuntiva, quelli della legge 107/2017, con particolare riguardo alla realizzazione delle azioni per lo sviluppo delle competenze digitali, competenze in lingua inglese e alternanza scuola – lavoro;
  • il collegamento tra gli obiettivi dell’incarico dei dirigenti scolastici ai fini della loro valutazione e le priorità interne al Rav non deve tradursi nel mero inserimento degli obiettivi di miglioramento della scuola nell’incarico dirigenziale; le norme parlano della necessità di valutare i dirigenti scolastici per le azioni direttamente riconducibili al loro operato e non ha senso che la Direttiva preveda la possibilità che le scuole modifichino il RAV se gli obiettivi di miglioramento inseriti nell’incarico del dirigente scolastico risultassero difformi dalle priorità del RAV, non ha senso e deve essere eliminato dalla Direttiva sul sistema scolastico ogni riferimento alla valutazione dei dirigenti scolastici;
  • riguardo alla rendicontazione sociale, sarebbe stato auspicabile che già in fase di predisposizione del RAV, all’inizio del triennio, le scuole avessero potuto conoscere l’oggetto della rendicontazione e gli indicatori sui quali sarà costruita: la costruzione in itinere degli strumenti e delle procedure del processo triennale di valutazione non aiuta le scuole ad acquisire consapevolezza critica del processo a cui partecipano, con il rischio di viverlo come una sovrapposizione di adempimenti burocratici di cui non si conosce il senso.

Rispetto alla rilevazione degli apprendimenti, abbiamo infine ribadito il giudizio fortemente negativo della FLC CGIL sulla scelta di considerare la partecipazione alle prove requisito di ammissione all’esame di stato nel primo e nel secondo ciclo e di allegare alla certificazione delle competenze, rilasciata al termine del primo ciclo, la descrizione dei livelli raggiunti nelle prove INVALSI in Italiano, matematica e Inglese.

Riteniamo che l’espediente utilizzato, anziché consolidare una rilevazione nazionale degli apprendimenti di qualità, parte integrante di un sistema nazionale di valutazione condiviso e volto al miglioramento del servizio scolastico di istruzione, dimostri ancora una volta che il sistema è totalmente inadeguato rispetto all’esigenza di migliorare l’istruzione e la formazione del nostro Paese.

Ricordiamo a tale proposito che contro il Regolamento del Sistema nazionale di valutazione DPR 80/2013 la FLC CGIL ha presentato davanti al TAR Lazio un ricorso non ancora discusso.