Incontro al Miur sui provvedimenti attuativi della legge 53/03
Dopo l’incontro della scorsa settimana con il ministro Moratti e l'incontro con l'amministrazione del 26 maggio, si è tenuto ieri, 3 giugno, l’incontro sul piano di informazione – formazione sulla L.53
Dopo l’incontro della scorsa settimana con il ministro Moratti e l'incontro con l'amministrazione del 26 maggio, si è tenuto ieri, 3 giugno, l’incontro sul piano di informazione – formazione sulla L.53 per il primo ciclo.
Tema “caldo” in questi ultimi giorni di attività scolastiche che ha prodotto tanti documenti di protesta proposti da docenti, dirigenti scolastici ed organismi collegiali.
Le Organizzazioni Sindacali hanno evidenziato i dubbi, gli interrogativi e le contrarietà che vengono sollevati nelle scuole cui si chiede di tradurre in comportamenti e scelte didattiche “principi” di una legge cui manca ogni decretazione attuativa. E’ noto che l’iter dei decreti attuativi deve essere percorso ancora tutto, e non sarà una strada facile, prima che trovi operatività concreta e quotidiana a scuola, tra i ragazzi.
Alla base di tante critiche ci sono due elementi di fondo: una nota interna che con le sue linee guida delinea ripetute violazioni delle prerogative collegiali e contrattuali, sorvolando sulle norme che regolano l’organizzazione del lavoro; una “ non cultura” delle relazioni sindacali che lascia spazio a varie forme di prevaricazione.
L’Amministrazione si è dichiarata disponibile a chiarire gli equivoci interpretativi sorti con una nota di servizio che ci sottoporrà in tempi brevissimi, probabilmente in giornata.
A seguire, c’è stato il primo degli incontri tecnici previsti tra l’Amministrazione e le OOSS, confederali e di categoria, sulla Bozza di Accordo quadro con le regioni sull’istruzione-formazione professionale. Primo di una serie di altri incontri, che dovranno riguardare, secondo la proposta dell’amministrazione:
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I percorsi IFTS, alla luce del nuovo contesto di riforma
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L’educazione degli adulti
Il tema dibattuto ieri ha una sua centralità nel diritto-dovere all’istruzione-formazione per 12 anni, da definire nei decreti legislativi, i cui tempi di emanazione non sono noti a nessuno. C’è però un’emergenza: mantenere dentro il circuito istruzione - formazione professionale quei 40.000 ragazzi che, secondo le stime del Miur, potrebbero restarne fuori il prossimo anno scolastico, per effetto dell’abrogazione della legge 9/99. A tal fine ci sono già stati incontri tra il Miur e le regioni, che hanno prodotto una bozza di Accordo quadro nazionale con le regioni.
Come Cgil scuola abbiamo innanzitutto fatto presente che “l’anno vuoto” prodotto dall’abrogazione della legge 9/99 è frutto di una scelta, per noi scellerata, fatta dal Parlamento, e non un accidente della storia di cui nessuno porta responsabilità.
Come più volte da noi denunciato c’è ora un problema, che riguarda i soggetti più deboli e quindi più a rischio, per i quali vanno cercate soluzioni per ridurre i danni prodotti. Deve essere però chiaro il carattere transitorio di tali eventuali soluzioni e a tal fine:
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giudichiamo troppo general-generici i contenuti della Bozza che rischiano di produrre soluzioni fortemente differenziate tra regione e regione, e che potrebbero aggravare anziché risolvere i problemi
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vanno definiti regole, standard comuni, per cui sia davvero praticabile ed esigibile il riconoscimento dei crediti formativi acquisiti in percorsi integrati, di cui vanno definite coordinate più precise rispetto alla Bozza, per i quali però il tempo necessario è troppo lungo rispetto all’emergenza da affrontare;
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poiché i ragazzi frequentanti, nell’a.s. in corso, l’ultimo anno della media inferiore si sono iscritti alla 1^ classe della scuola secondaria superiore, essendo a gennaio scorso ancora vigente la legge 9/9, e gli stessi organici sono stati definiti tenuto conto di quelle iscrizioni, a nostro giudizio occorre considerare valida quell’iscrizione. Si tratterebbe di recuperare in un accordo quadro nazionale la possibilità di integrare le attività curricolari con attività di formazione professionale, con progetti a tal fine costruiti tra scuola e centri di formazione professionale, recuperando in tal senso i contenuti del regolamento attuativo della legge 9/99, garantendo comunque la parte di formazione culturale a carico della scuola.
Il tema del rapporto istruzione-formazione professionale, invece, ha una sua complessità che va affrontata nei tempi e nei modi più congrui e che non possono essere confusi nella ricerca di soluzioni di un problema urgente.
Tutte le organizzazioni sindacali presenti, con argomentazioni e accenti diversi, hanno condiviso l’opportunità di tenere separate le due questioni.
L’Amministrazione si è riservata di fare ulteriori approfondimenti e di riconvocare a breve un altro incontro.
Roma, 4 giugno 2003