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Indicazioni nazionali della scuola dell’infanzia e del primo ciclo: le attività formative per l’anno scolastico 2014/2015

Rientrano nelle misure di accompagnamento. Confermata la riduzione delle risorse.

21/11/2014
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Come avevamo preannunciato in una precedente notizia, sono stati pubblicati il Decreto Direttoriale  902 del 19 novembre 2014 e la Circolare Ministeriale 49 del 19 novembre 2014, con i quali vengono fornite indicazioni sulle attività formative per l’a.s. 2014/2015 rientranti nelle misure di accompagnamento relative alle “Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione”.

In particolare il DD 902/14 specifica che le attività formative devono avere come obiettivo principale quello di “motivare i docenti all'innovazione proposta dalle Indicazioni e sostenerli nel necessario adeguamento delle competenze metodologiche e didattiche, finalizzate alla realizzazione di un curricolo verticale 3-16 anni, per il rafforzamento delle competenze di base.” Pertanto le iniziative formative potranno essere estese anche ai docenti del primo biennio della scuola secondaria di II grado.

Il medesimo decreto prevede formalmente la costituzione a livello regionale di appositi staff, composti da dirigenti tecnici, amministrativi, scolastici e da docenti, con il compito di

  • agevolare la partecipazione di tutte le componenti della scuola al processo di innovazione in atto,
  • definire le coordinate regionali dei programmi di formazione,
  • favorire la formazione di reti di scuole,
  • esprimere parere all'Amministrazione sulla utilizzazione dei fondi disponibili.

La circolare 49/14 stabilisce gli orientamenti per l'utilizzo delle nuove risorse finanziarie:

a) estendere a nuove reti di scuole le azioni di formazione-ricerca, così come definite nella CM 22/13, con possibile estensione al biennio secondario obbligatorio;

b) garantire alle reti già attivate nel corso del 2014 la possibilità di ampliare ed approfondire le iniziative formative, in vista della generalizzazione delle innovazioni nelle scuole delle reti;

c) affidare agli staff regionali un budget, sia pure contenuto, per proseguire azioni di supporto, coordinamento, formazione di figure "sensibili".

Modalità di individuazione delle istituzioni scolastiche

Saranno finanziate le iniziative formative delle istituzioni scolastiche statali costituite in reti che comprendono scuole del primo ciclo e, laddove possibile, anche del secondo ciclo di istruzione.

Le candidature dovranno essere presentate entro le scadenze definite dagli Uffici Scolastici Regionali e comunque in tempo utile affinché l’elenco dei progetti approvati venga inviato alla Direzione Generale del personale scolastico entro il prossimo 3 dicembre.

I progetti saranno valutati da apposite commissioni nominate dai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali, composte da personale dipendente degli stessi Uffici, dotato di specifica professionalità. Alla valutazione si provvede attribuendo un punteggio nel limite massimo di 100 punti e utilizzando i seguenti criteri:

  • adeguatezza della proposta alle specifiche del progetto formativo (massimo 40 punti);
  • progetti formativi in favore del personale scolastico precedentemente portati a valido compimento (massimo 30 punti);
  • qualità e fruibilità dei materiali formativi, che rimangono proprietà dell'Amministrazione, che le istituzioni o reti si impegnano a realizzare nell'ambito del progetto (massimo 30 punti).

Il costo del corso standard non deve superare euro 4.000,00 (quattromila/00) per il percorso formativo e di successiva ricerca-azione. Il costo è comprensivo di una somma non superiore al 4% dell'importo complessivo destinata alle spese generali di gestione e di monitoraggio.

Monitoraggio

Le azioni di monitoraggio prevedono due tipologie di iniziative:

a) un monitoraggio quantitativo per la verifica dell'andamento delle azioni formative (laboratori di ricerca-formazione) intraprese in base alla CM 22/13

b) un "audit qualitativo", da realizzare nell'a. s. 2014-15 sulla base di indicazioni fornite dal Comitato scientifico Nazionale (CSN), con interventi diretti in situazione per osservare dinamiche innovative intraprese in alcune scuole campione, condotte da piccole equipe dello staff regionale, che comprenderà un incontro con lo staff di dirigenza ed un focus group con un gruppo di docenti dell'istituto.

Documentazione

Al termine di ogni progetto formativo di rete è obbligatoria la predisposizione della documentazione degli esiti più significativi prodotti nel corso delle attività.

La documentazione prodotta dalle scuole dovrà essere inviata agli staff regionali per la diffusione tramite gli appositi spazi web dedicati da ogni Ufficio Scolastico Regionale alle Indicazioni/2012, che saranno linkati al sito www.indicazioninazionali.it. Una selezione delle esperienze più significative, nell'ordine del 25% dei materiali a disposizione, sarà poi inoltrata da ogni Staff regionale al Comitato Scientifico Nazionale per la successiva validazione di carattere nazionale e la pubblicazione nel repository delle buone pratiche delle Indicazioni.

Le risorse

Le risorse sono pari a € 1.075.474,00.

Un milione di euro è ripartito tra i vari USR sulla base dell'organico di diritto dell'anno scolastico 2014/2015 dei docenti di scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado. Il 10% è destinata ad azioni ed iniziative di livello regionale.

La tabella di ripartizione è allegata sia al DD 902/14 che alla CM 49/14. Da notare, contrariamente a quanto detto dal DD 902/14, le risorse sono ripartite in base all’organico di diritto dei docenti relativo all’a.s. 2013/2014.

Euro 75.474,00 è destinata ad azioni di disseminazione nazionale delle esperienze formative effettuate a livello regionale.

Il commento

Le risorse per la formazione relative alle Indicazioni nazionali sono state ulteriormente ridotte. Appare apprezzabile, tuttavia, lo sforzo di dare una prospettiva pluriennale alle misure di accompagnamento tenuto conto dell’esperienza disastrosa del riordino della secondaria di II grado.

Particolarmente positivi sono i passaggi relativi al tema del percorso unitario 3-16 anni.

Segnaliamo inoltre che sugli atti normativi qui commentati i sindacati sono stati ascoltati prima della loro definitiva emanazione e che alcune osservazioni di merito sono state persino accolte dall’Amministrazione.

Naturalmente non mancano le criticità.

Manca qualsiasi riferimento ad una linea di riflessione e di approfondimento sugli istituti comprensivi, tenuto conto delle esperienze assai negative determinate dall'applicazione delle norme sulla “comprensivizzazione” coatta determinata dal Decreto Legge 98/11.

Questione particolarmente urgente è quella relativa alla certificazione delle competenze. Si tratta non solo e non tanto di adottare specifici modelli di certificazione, previsti peraltro per legge, ma di comprendere quali siano le relazioni tra valutazione disciplinare e competenze, tra individualizzazione e personalizzazione degli interventi educativi, al fine di rompere il circolo vizioso, assai diffuso in molte istituzioni scolastiche, che fa scaturire la certificazione delle competenze, vista peraltro come un mero adempimento formale, da una sorta di media matematica delle valutazioni disciplinari.

A tal proposito abbiamo chiesto che le iniziative su questa materia siano particolarmente rivolte alle competenze di cittadinanza previste dal Regolamento sull’obbligo di istruzione (DM 139/07, Allegato tecnico):

  1. imparare ad imparare;
  2. progettare;
  3. comunicare;
  4. collaborare e partecipare;
  5. agire in modo autonomo e responsabile;
  6. risolvere i problemi;
  7. individuare collegamenti e relazioni;
  8. acquisire ed interpretare l’informazione.

Infine, nell’ambito delle procedure di individuazione delle reti di scuole non è chiaramente precisato il rapporto tra staff regionale e commissione di valutazione dei progetti formativi.