Indicazioni nazionali per il curricolo: osservazioni e orientamenti della FLC CGIL
Un affollato seminario, con l'illustre presenza della professoressa Clotilde Pontecorvo, è stato il luogo di discussione e di elaborazione di questo primo report.
Gli adempimenti di fine anno scolastico. Un caldo africano e lo sciopero dei trasporti. Giornata improbabile per un seminario interno dedicato a discutere la bozza delle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione.
Invece il condizionatore stentava a rinfrescare la sala per il tanto affollamento. Ma il caldo non ha influito nemmeno sulla qualità della presenza degli intervenuti: docenti dell'infanzia, della primaria, della secondaria di primo grado da quasi tutte le regioni italiane. Alla discussione hanno portato il loro contributo esponenti di alcune associazioni professionali: CiDI, MCE oltre a Proteo Fare Sapere. Gli uni e gli altri alle prese con i problemi di una scuola che il governo Berlusconi ha cercato di sfasciare e che bisogna invece salvare.
Gli interventi sono stati tanti, preoccupati, appassionati, critici, competenti, propositivi.
A tenerli intorno ad un grande tavolo per diverse ore, insieme a Clotilde Pontecorvo che ha portato il suo contributo ai lavori, l'esigenza e la voglia di discutere della bozza di Indicazioni nazionali per il curricolo predisposta dal Miur.
Le Indicazioni per il curricolo sono un documento importante, un quadro di riferimento nazionale unitario, al quale ispirare l'elaborazione del curricolo di scuola, nella garanzia del diritto a un'istruzione di qualità per tutti i ragazzi e le ragazze, su tutto il territorio nazionale.
In ragione di questo si richiedeva il rispetto di alcune condizioni: che quel quadro venisse elaborato nel pieno rispetto dei grandi filoni ideali e valoriali che convivono nel Paese; che vi fosse il coinvolgimento delle scuole; che si richiamasse alle migliori pratiche pedagogiche e didattiche; che il processo di elaborazione fosse caratterizzato da trasparenza e pubblicità degli atti.
Nessuno può sostenere che le cose siano andate così. E oggi siamo di fronte alla bozza del testo elaborato dal MIUR "Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione".
Su quel testo ha lavorato il nostro seminario per elaborare un articolato contributo che offriamo al lavoro delle scuole e che sarà la base delle nostre posizioni nelle future interlocuzioni istituzionali sulle indicazioni nazionali per il curricolo.
Il questionario
Lo strumento scelto dal MIUR per questa frettolosa consultazione è un questionario che le scuole debbono compilare entro il 30 giugno. La FLC offre il report del seminario che ha svolto come contributo al lavoro delle scuole, a cui non intende in alcun modo sovrapporsi. Nonostante la tempistica scandalosamente breve e il periodo decisamente infelice, ribadiamo l’importanza che le scuole si esprimano e che la compilazione del questionario sia l’esito di una discussione il più possibile partecipata.
Consideriamo grave il fatto che il questionario si apra con le modalità di compilazione indicando come possibili soggetti compilatori nell'ordine: un gruppo di insegnanti su mandato del collegio dei docenti, il dirigente e/o il suo staff, un gruppo informale di docenti. Tutti i docenti devono essere informati e poter partecipare, altrimenti si sostanzia l'idea che i docenti siano meri applicatori delle indicazioni e devono invece essere interpreti attivi, consapevoli e responsabili all’interno della proficua dialettica tra esercizio della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica.
Riteniamo sia possibile eventualmente accompagnare la compilazione all'invio, alla direzione generale per gli ordinamenti del MIUR, di documenti e prese di posizione.
Diciamo questo perché abbiamo presente che, altrimenti, nel questionario l'unico spazio "aperto alla scuola", per esprimere un'idea, un suggerimento, un'osservazione prevede al "max 250 caratteri, spazi compresi", un tweet, insomma. Sarà un omaggio alla passione per il digitale del ministro Profumo?