L'impegno sulla valutazione non va in ferie, anzi…
La FLC CGIL lancia una raccolta di firme.
Intorno al sistema nazionale di valutazione e in particolare intorno al suo elemento principale e più spinoso, ovvero le prove Invalsi, sembra prevalere un atteggiamento che ricorda il famoso detto "ha da passà a nuttata": una volta superate in qualche modo le giornate delle prove, si spengono i riflettori e con loro tutta l'attenzione, le prese di posizione pro o contro, le proteste e così via.
Non è il nostro atteggiamento. Da anni ci occupiamo di valutazione. Chiediamo una valutazione adatta a sostenere il sistema scolastico nel suo sforzo di ottemperare al dettato costituzionale garantendo a tutti il diritto ad un'istruzione di qualità.
Chiediamo un sistema di valutazione articolato in modo da sollecitare la responsabilità di ogni soggetto e di ogni livello istituzionale coinvolto. Chiediamo di mettere a punto strumenti e procedure capaci di evidenziare davvero criticità e punti di forza di tutti i processi del sistema di istruzione. Chiediamo misure di supporto all'attività di autovalutazione e ai processi di ricercazione dedicati ad individuare e realizzare percorsi di miglioramento.
È un impegno sistematico che abbiamo portato avanti in prima persona e, quando è stato possibile, in collaborazione con altri autorevoli soggetti del mondo della scuola, come avvenuto per il documento "La valutazione un tema cruciale - un impegno condiviso" che abbiamo sottoscritto con convinzione.
Nel frattempo, le risposte istituzionali a questo grande tema sono state del tutto inadeguate alla sua importanza se non addirittura controproducenti. Da un lato l'approvazione del regolamento sul sistema nazionale di valutazione, da parte del governo Monti, avvenuta l'otto marzo, testimonia la sostanziale adesione ad un modello autoritario di valutazione molto più prossimo ad un'idea della valutazione stessa come controllo che non come sviluppo. Dall'altro lato l'unico elemento effettivamente messo in campo è costituito dalla rilevazione nazionale degli apprendimenti tramite le prove Invalsi.
Sulle prove si concentra, in modo improprio, tutto il sistema e poco o nulla ci si cura del fatto che i limiti delle prove standardizzate sono noti da tempo, che non è congruo utilizzarle per valutare gli alunni, che pubblicarne gli esiti induce a infondati e frettolosi valutazioni sulla scuola e sugli insegnanti e che ciò spesso provoca difficoltà di varia natura (dall'edilizia scolastica alla mobilità territoriale)
Inoltre, è già stata introdotta una prova Invalsi nazionale nell'esame conclusivo del primo ciclo e ci si appresta a farlo anche per quello conclusivo della scuola secondaria di secondo grado. Vengono così a determinarsi almeno due aspetti inaccettabili: una svalutazione della funzione docente (di cui la valutazione formativa degli alunni è parte essenziale) e uno svuotamento del valore del percorso di studi degli alunni direttamente proporzionale al peso attribuito invece alla prova invalsi nel contesto dell'esame.
Occorre invertire la tendenza:
- ridare valore e protagonismo all'autonomia scolastica e alla funzione docente
- sostenere i processi ricerca azione, di autovalutazione, di innovazione e miglioramento degli istituti scolastici
- fare chiarezza e distinzione tra la valutazione di sistema e la valutazione formativa
- abolire le prove nazionali Invalsi d'esame
- dar corso ad una rilevazione nazionale degli apprendimenti esclusivamente su base campionaria
- assicurare alle scuole le risorse necessarie al raggiungimento dei loro obiettivi formativi
- suscitare la partecipazione e il coinvolgimento di tutti i soggetti con responsabilità istituzionali nei processi di valutazione del sistema
- stimolare nella società un dibattito su qualità e funzione del sistema di istruzione
- modificare profondamente il Regolamento sul sistema nazionale di valutazione
Per raggiungere questi obiettivi la FLC CGIL lancia un nuovo appello e ne promuove la più ampia sottoscrizione perché diventi un efficace strumento di pressione e orientamento nei confronti dei decisori politici.
Le firme raccolte, che vanno recapitate alla sede locale della FLC CGIL, saranno consegnate al Ministro dell'Istruzione e ai componenti della VII Commissione di Camera e Senato.