L’obbligo scolastico termina con la fine della terza media : parola di sottosegretario Aprea
Nei giorni scorsi il sottosegretario all’Istruzione, on. Aprea ha risposto, in Senato, ad un’interpellanza parlamentare del Gruppo Democratici di Sinistra-Ulivo, di cui di seguito riportiamo il testo, relativa alla Bozza di decreto sul diritto dovere, approvata dal Consiglio dei Ministro il 21 maggio scorso.
Nei giorni scorsi il sottosegretario all’Istruzione, on. Aprea ha risposto, in Senato, ad un’interpellanza parlamentare del Gruppo Democratici di Sinistra-Ulivo, di cui di seguito riportiamo il testo, relativa alla Bozza di decreto sul diritto dovere, approvata dal Consiglio dei Ministro il 21 maggio scorso.
Fra le cose sostenute dal sottosegretario ci preme sottolineare in particolare la parte relativa alla esplicitazione del concetto di dovere all’istruzione e alla sua sanzionabilità:
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Nel richiamare il testo approvato dal Consiglio dei Ministri, il sottosegretario ribadisce che il dovere di cui si tratta va inteso in termini di dovere sociale, così come definito dall’art.4 secondo comma della Costituzione che, come noto ai più, non è sanzionato da alcuna norma, essendo quello dell’art.4 un dovere civico, che in quanto tale il nostro ordinamento non ha mai sanzionato, né come tale potrà mai sanzionare. Quindi, viene riconfermato che nulla ha in comune l’obbligo scolastico, definito giuridicamente ed in quanto tale sanzionabile, con il dovere morattiano.
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Ma non ritenendo sufficiente questo chiarimento, il sottosegretario aggiunge un ulteriore elemento per gli incerti e i dubbiosi e chiarisce finalmente quali siano le norme vigenti in materia di sanzioni per gli inadempienti del dovere di istruzione. Ebbene le norme richiamate, art.731 del codice penale, nonché l’art. 12 del testo unico di pubblica sicurezza, fanno esplicito ed esclusivo riferimento all’obbligo scolastico conseguito alla fine della terza media. Quindi non sono previste sanzioni di nessun genere per chi non assolve il dovere all’istruzione.
Possiamo stare tranquilli, quindi, noi non avevamo frainteso. E’ il Ministro Moratti che ha confuso un po’ le acque quando ha detto a tutto il paese che stava elevando l’obbligo scolastico. In realtà sapeva bene, e il testo del decreto nonché la risposta dell’on. Aprea ne sono la riprova, che non c’è alcun rapporto tra il suo dovere all’istruzione e il costituzionale obbligo scolastico. Ma la sua esigenza, nel mese di maggio, era di tenere buoni gli elettori e di tranquillizzarli: altra cosa sono la verità e il rispetto per l’intelligenza degli stessi elettori che, però, pare non siano più disposti a credere alla propaganda ministeriale, quando non suffragata dai fatti.
Roma, 13 luglio 2004