La Corte dei Conti critica le inefficienze centralistiche del Miur
“Relazione sul risultato dell’indagine concernente lo stato di attuazione della riorganizzazione dell’Amministrazione scolastica con particolare riguardo alle strutture decentrate”
La Corte dei Conti con una delibera del 15 settembre ed un comunicato stampa del 29 settembre, che pubblichiamo di seguito, ha licenziato una “Relazione sul risultato dell’indagine concernente lo stato di attuazione della riorganizzazione dell’Amministrazione scolastica con particolare riguardo alle strutture decentrate”.
La lettura del rapporto è interessante per molti aspetti riguardanti i ritardi, le lentezze e le inefficienze dell’amministrazione centrale e periferica dell’Istruzione. Con le note conseguenze di grande sofferenza delle istituzioni scolastiche peraltro più volte denunciate dalla FLC Cgil.
Le critiche della Corte dei Conti sono molteplici.
La prima è la difficoltà dell’Amministrazione a governare un sistema ormai caratterizzato dalla presenza di soggetti dotati di autonomia.
La seconda è rivolta alla sostanziale riproposizione dei vecchi Provveditorati sotto altro nome, i CSA, che costituiscono una duplicazione di passaggi non utili allo snellimento delle procedure.
La terza censura è la sottolineatura del mancato decollo della struttura di nuovo tipo, che doveva essere costituita dai CIS (Centri intermedi di servizio), come struttura di service alle istituzioni scolastiche.
La quarta critica è centrata sui ritardi e le lentezze nell’assegnazione delle risorse alle scuole, per cui esse pervengono ormai di consueto a settembre dell’anno finanziario, per non parlare del perdurare di molti vincoli di destinazione e dei problemi legati al “disallineamento” temporale tra anno scolastico ed esercizio finanziario. Tutto ciò porta le scuole a fare la programmazione in carenza di risorse certe, dando vita a quello che la Corte chiama il fenomeno della “programmazione invertita”.
Rimane, sottolinea ancora la Corte, tutto da costruire il controllo di gestione sia negli Uffici Scolastici regionali sia nelle scuole.
In definitiva il rapporto denuncia la cesura tra il “bilancio dello stato e il complesso del bilancio che potrebbe definirsi dell’”autonomia scolastica”.
Sono i mali del centralismo e dell’autonomia negata che da tempo e con costanza, come FLC Cgil,abbiamo evidenziato,dando voce alla protesta che sale dalla sofferenza professionale che gli operatori scolastici vivono tutti i giorni da tre anni a questa parte.
In ogni caso, la Corte dei Conti ha ritenuto necessario proseguire nell’indagine istituendo un apposito gruppo di lavoro “finalizzato alla messa a punto di un modello generale di controllo di gestione sull’attività delle scuole anche ai fini dell’individuazione delle migliori pratiche amministrative da diffondere all’intero sistema scolastico”.
Roma, 5 ottobre 2004
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COMUNICATO STAMPA n. 35/ 2004
29 settembre 2004
Corte dei Conti – Sezione centrale di controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato– Collegio II – Pres. T. Lazzaro, Rel. G. Coppola – Delibera n. 19/2004/G, del 15 settembre 2004 – Relazione sul risultato dell'indagine concernente lo stato di attuazione della riorganizzazione dell'Amministrazione scolastica con particolare riguardo alle strutture decentrate.
A quasi sette anni dall'avvio dell'autonomia scolastica prevista dalla legge 59 del 1997, il processo di riorganizzazione del ministero dell'istruzione è a tutt'oggi ancora lontano da una compiuta definizione.
Tale definizione non è stata infatti raggiunta nonostante l'emanazione del nuovo regolamento di organizzazione, approvato con D.P.R. 319 del 2003, sia perché il medesimo necessita di un complesso procedimento attuativo, sia perché esso stesso dovrà essere rivisto alla luce delle modifiche apportate al titolo quinto della Costituzione, che hanno comportato la costituzionalizzazione delle autonomie scolastiche e il conferimento di nuovi compiti alle regioni ed agli enti locali in materia di istruzione.
Quanto sopra emerge dalla relazione sull'indagine svolta dalla Corte dei conti sulla “Riorganizzazione dell'amministrazione scolastica”.
In particolare, i giudici contabili hanno rilevato come l'organizzazione degli uffici periferici dell'amministrazione, che avrebbe dovuto comportare la soppressione dei provveditorati agli studi, ripropone, attraverso l'istituzione, a livello provinciale, dei CSA – Centri servizi amministrativi, un modello, per taluni aspetti analogo a quello precedente.
Il fondamentale punto critico, ad avviso della Corte dei conti, è rappresentato dalle difficoltà, per l'amministrazione ministeriale, nel suo complesso, a svolgere il nuovo ruolo di governo del sistema e di definizione delle politiche scolastiche all'interno di un'evoluzione del mondo della scuola, ormai caratterizzata dalla presenza di soggetti dotati di autonomia.
E' mancata, infatti la sinergia tra l'amministrazione centrale e gli uffici periferici, all'interno di questi ultimi tra direzioni regionali e CSA e, più in generale, fra l'amministrazione statale e le istituzioni scolastiche.
la Corte ha espressamente sottolineato la mancata individuazione di adeguati percorsi informativi sull'andamento gestionale delle scuole, non certamente assicurati dalla sola attività di revisione dei bilanci.
Il monitoraggio informatico sulla gestione finanziaria delle istituzioni scolastiche non è ancora affidabile per il basso livello di alimentazione. L'analisi dei flussi finanziari relativi alle risorse destinate alle scuole ha evidenziato lentezze e ritardi nel procedimento di assegnazione, caratterizzato peraltro dal permanere di criteri automatici che non tengono conto di analisi sull'attività programmatoria e gestionale delle scuole.
La Corte ha rilevato altresì le difficoltà per le istituzioni scolastiche a gestire i propri programmi annuali ed i
Piani dell'offerta formativa, in relazione sia ai cennati ritardi e incertezze nell'assegnazione delle risorse, sia al perdurare di vincoli di destinazione e al disallineamento temporale tra anno scolastico ed esercizio finanziario.
Sintomatica delle predette difficoltà, che in gran parte hanno caratteristiche strutturali, è l'entità degli avanzi di amministrazione rappresentati dalla mancata utilizzazione di risorse disponibili da parte delle istituzioni scolastiche, nell'esercizio di riferimento e, talvolta, anche in quelli successivi.
Proprio in relazione alla mancanza di un sistema organico di controllo di gestione sull'operato delle scuole, la Corte dei conti, senza alcuna pretesa di realizzare una significativa campionatura, ha direttamente analizzato l'andamento del programma annuale e del piano dell'offerta formativa – POF, con riferimento all'esercizio 2002, le cui risultanze sono state raffrontate con la successiva programmazione, di tre istituti scolastici superiori ritenuti mediamente significativi per collocazione geoeconomica e per bacino d'utenza.
L'indagine della Corte, che comunque prosegue anche per l'attuale esercizio finanziario, ha già contribuito all'avvio di un significativo momento di confronto tra tutti i soggetti interessati alla riorganizzazione del sistema scolastico e, tra l'amministrazione centrale, gli USR ed i dirigenti scolastici. Quanto sopra ha portato all'istituzione di un
Gruppo di lavoro finalizzato alla messa a punto di un modello generale di controllo di gestione sull'attività degli istituti scolastici, anche ai fini dell'individuazione delle migliori pratiche amministrative da diffondere all'intero sistema scolastico.