Le Regioni ribadiscono il no alla sperimentazione
Prima si definiscano le competenze derivanti dal Titolo V Costituzione
Continua il confronto, seppure a distanza, tra il Miur e le Regioni sul decreto legislativo 226/05, sul secondo ciclo.
Da fonti non ufficiali si sa che le Regioni hanno ricordato al Ministro Moratti, in un loro documento ancora non pubblicato, l’impegno contenuto all’ art. 27 comma 4 del decreto, a non promuovere alcuna sperimentazione, che possa anticiparne l’attuazione, per la quale peraltro, mancano all’appello atti rilevanti, a partire dalla corrispondenza dei titoli.
Come noto, sempre nell’art. 27 del decreto n. 266/05, sono indicate due date, 30 novembre e 31 dicembre 2005, entro cui le Regioni dovrebbero procedere all’adozione di atti inerenti la loro competenza in tema di programmazione regionale, che le stesse, nel documento, dichiarano di non poter rispettare, visto che ritengono necessario, prima di procedere su questa strada, chiarire in via preliminare “il quadro delle competenze e delle prerogative dei vari soggetti istituzionali, quantificare le risorse finanziarie da trasferire alle regioni, individuare i passaggi legislativi nazionali e regionali per definire i contenuti e il percorso di attuazione della riforma del titolo V, parte seconda della Costituzione e della sentenza n. 13/2004 della Corte Costituzionale che riconoscono alle Regioni competenze legislative dell’intero sistema educativo.”
Insomma, prima deve essere condivisa la ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni sul sistema di istruzione sulla base del Titolo V della Costituzione e poi si potrà procedere all’emanazione degli atti specifici.
Si tratta quindi di un’ulteriore, chiara e netta presa di posizione critica da parte delle Regioni, che rende impossibile la sperimentazione del decreto, che, se realizzata, esporrebbe le scuole e gli allievi che dovessero essere coinvolti, a inoltrarsi su un terreno ancora indefinito ed incerto, a partire dalla mancanza, in questa fase, della definizione di sbocchi professionali.
Per tutti questi motivi rinnoviamo il nostro invito a stare calmi, a confermare anche per il prossimo anno scolastico l’offerta formativa in corso, perché non solo non tutto è ancora compiuto, ma potrebbero esserci novità che ne potrebbero bloccare definitivamente l’attuazione.
Roma, 28 novembre 2005