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Organici di fatto: un’occasione per indicare il valore dell’autonomia scolastica

Durante il secondo confronto l’amministrazione scolastica presenta una proposta con alcune apprezzabili aperture ma ancora tutta impostata nei “limiti” della brutta legislazione vigente. E’ necessario che le scelte politiche delineate sulla stampa dal Ministro trovino subito primi e significativi riscontri per “liberare” l’autonomia scolastica.

07/06/2006
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Dare respiro alla autonomia progettuale delle scuole resta per la FLC Cgil l’obiettivo centrale intorno a cui orientare l’azione amministrativa.
Come si sa bene nelle scuole questa strada è stata interrotta, sul suo nascere, da molti atti centralistici e accentratori, amministrativi e legislativi.

FLC Cgil considera che l’autonomia sia il processo intorno al quale articolare strategie complessive, individuando punti di snodo che caratterizzino il sistema delle autonomie così come ci è consegnato dall’attuale Titolo V° della Costituzione.

Non a caso gli organici restano materia riservata alla legge, cioè alle scelte politiche del governo, e non alla contrattazione: il decreto interministeriale che ogni anno definisce l’organico di diritto, per quanto ci risulta non ancora approvato, è stato deciso dall’ex Ministro Moratti, che lo ha segnato con le sue scelte politiche restrittive che hanno prodotto una caduta della qualità del servizio pubblico scuola attraverso una sua crescente instabilità, sul versante amministrativo e didattico, e soprattutto del diritto allo studio degli alunni ( emblematica tutta la vicenda sugli alunni diversamente abili).

Una instabilità in cui l’autonomia è restata senza ossigeno.

FLC Cgil rivendica la stabilizzazione del personale come ossigeno fondamentale per il “respiro” dell’autonomia scolastica.
Per questo oggi considera fondamentali le scelte e le indicazioni che si compiranno con l’adeguamento dell’organico alle situazioni di fatto e pensa che vada decisamente respinta una impostazione dell’amministrazione scolastica di stampo morattiano che ha considerato il personale ATA e gli insegnanti solo come impiegati, con una nobile “missione”, certo, ma con le briglia sulla responsabilità professionale.

Interrompere la forzata “autoriduzione” di spazi, tempi, progetti, ricerca didattica è possibile fin dal modo in cui si restituirà organico, con l’adeguamento al fatto, in relazione ad indicatori di qualità propri degli organici
ma soprattutto anche con la contemporanea sospensione di norme, come per esempio le Indicazioni Nazionali, illegittime per le modalità con cui sono state assunte, che non possono costituire un obbligo per le istituzioni scolastiche in assenza del previsto regolamento, o del tutor, su cui esiste una contrattazione ancora aperta ma su cui l’Indire continua indifferente a fare formazione.

Servono alcune prime scelte importanti che permettano di avviare il nuovo anno scolastico all’insegna della qualità: è questa la richiesta della FLC.

Roma, 7 giugno 2006