Portfolio: nella sospensiva del Tar Lazio riconosciute le analisi e le denunce della FLC
Falsi equivoci e polemiche inutili aggiungono solo confusione a confusione.
Nei giorni scorsi, trattando la notizia dell’ordinanza di sospensiva del Tar Lazio sul portfolio, alcuni organi di stampa hanno riportato una sintesi delle dichiarazioni del segretario generale di FLC Cgil. Nelle stesse ore c’è stato chi ha voluto equivocare; proviamo allora a riprendere i termini della questione.
Come ben sanno i frequentatori di questo sito, la FLC Cgil ha presentato al Tar il ricorso riguardante la circolare 84/05 sul portfolio notificandolo il giorno 7 gennaio 2006, in prossimità della scadenza dei tempi utili.
Val la pena di sottolineare che il nostro, diversamente da quello che è stato esaminato dal Tar, è un ricorso presentato da un sindacato, e non a caso è firmato dal nostro segretario generale.
Nel frattempo, ritenendo che le aule giudiziarie non sono il terreno privilegiato dell’azione sindacale, ma non temendo di praticare - se necessario -anche tale percorso, la FLC Cgil, insieme a Cisl Scuola e Uil Scuola, ha cercato l’apertura di un confronto con il Ministero e da sola ha presentato una formale diffida al Ministro dell’istruzione e al Governo perché, a proposito dell’insegnamento di religione cattolica, si attenessero al rispetto delle norme costituzionali.
Nel merito della CM 84, il giudizio della FLC Cgil è stato chiaro sin dalla pubblicazione del documento ed è stato coerente con le azioni praticate in precedenza sulla medesima materia, come è ben testimoniato dai numerosi commenti pubblicati, consultabili da chiunque negli archivi di questo sito.
Gli stessi archivi testimoniano in modo lampante l’affinità tra le argomentazioni da noi tempestivamente sostenute e il merito del ricorso esaminato il 1° febbraio con gli esiti a tutti noti che è stato presentato da un gruppo di genitori con il patrocinio di un’altra organizzazione sindacale (ricorrono talvolta le stesse locuzioni).
Non solo.
Pur rispettosi dell’autonomia scolastica, non abbiamo mai mancato di indicare da subito e con chiarezza l’azione che le scuole avrebbero potuto legittimamente mettere in atto contestando nella pratica concreta disposizioni a nostro avviso profondamente sbagliate.
E’ altrettanto noto che abbiamo contestato pesantemente anche la circolare dell’anno scorso e, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, abbiamo messo in crisi assieme all’azione di migliaia di scuole l’idea della “valutazione fai da te” che la permeava.
Siamo palesemente compiaciuti di veder riconosciuta la correttezza delle nostre analisi e delle nostre denunce, al di là del fatto che sia stato esaminato un altro e non il nostro ricorso, questione che dipende esclusivamente dai tempi di discussione del Tar.
Siamo molto preoccupati della superficialità con cui il Miur non vuole affrontare il serio problema della fragilità giuridica di riforme che definisce “epocali”.
Non siamo disponibili ad accettare che siano le scuole a dover subire le conseguenze di cotale insipienza, messe come sono nell’impossibilità di agire i propri spazi di autonomia decisionale dentro una cornice di riferimento certa. Per questo continueremo a privilegiare il terreno del confronto politico-sindacale.
Duole che altri non sentano come propria tale responsabilità e che, per protagonismo polemico, aggiungano confusione a confusione.
Roma, 6 febbraio 2006