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Avviare il concorso straordinario in questo momento è un errore: troppi docenti rischiano di essere esclusi dalle prove per la crescita del contagio

Il governo ascolti la piazza del 26 settembre: docenti, genitori, ATA, studenti e precari hanno chiesto un cambio di passo. Il MI rinvii il concorso ad un momento post emergenza.

30/09/2020
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Con le scuole costrette a funzionare a ranghi ridotti a causa della mancanza di strutture, arredi adeguati (banchi) e sotto organico a causa dei ritardi nelle assunzioni e  nella gestione delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze aggiungere l'onere di dover pure gestire il concorso per 66 mila candidati è un errore, una scelta che stressa un sistema di istruzione già in difficoltà.

I casi di positività al COVID-19 nelle scuole purtroppo sono in aumento, ormai hanno superato le 650 unità, e tanti precari potrebbero essere sottoposti a regime di quarantena nelle date delle prove, o essere venuti a contatto con il virus. Il ministero però non prevede prove suppletive e questo di fatto discrimina quanti non potranno partecipare per motivi comunque riconducibili al servizio, e quindi all'aver svolto onestamente il proprio lavoro nella scuola.

Tra l'altro lo stesso Comitato tecnico scientifico raccomanda di evitare i contatti tra personale esterno e interno alle scuole e le prove creeranno esattamente questo tipo di promiscuità. Considerando che le assunzioni non si potranno comunque fare prima del prossimo anno che senso ha imporre questa accellerazione a una procedura che ormai non può dar vita ad assunzioni per l'anno in corso?

Il 26 settembre una piazza partecipata ha dato voce alle diverse componenti della comunità scolastica, dagli studenti agli insegnanti, dai genitori al personale ATA, la richiesta unanime è stata quella di un cambio di passo nelle scelte del ministero e del governo, continuare a operare senza ascolto e in modo autoreferenziale sta portando la scuola a una crisi tangibile. I sacrifici e la buona volontà del personale e la voglia di riprendere degli alunni saranno vanificati se il ministero va avanti ignorando la realtà dei fatti e non mette in campo quelle scelte decisive che potrebbero ridare stabilità al sistema: stabilizzare i precari con modalità veloci e semplificate, fare investimenti strutturali, diminuire il numero degli alunni, stabilizzare l'organico di sostegno, avviare la formazione in ingresso a regime per chi entra nella professione docente, aumentare gli organici ATA e assumere i facenti funzioni sul profilo di DSGA con una procedura veloce e semplificata, investire sulla formazione di tutto il personale.