Avviare il concorso straordinario in questo momento è un errore: troppi docenti rischiano di essere esclusi dalle prove per la crescita del contagio
Il governo ascolti la piazza del 26 settembre: docenti, genitori, ATA, studenti e precari hanno chiesto un cambio di passo. Il MI rinvii il concorso ad un momento post emergenza.
Con le scuole costrette a funzionare a ranghi ridotti a causa della mancanza di strutture, arredi adeguati (banchi) e sotto organico a causa dei ritardi nelle assunzioni e nella gestione delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze aggiungere l'onere di dover pure gestire il concorso per 66 mila candidati è un errore, una scelta che stressa un sistema di istruzione già in difficoltà.
I casi di positività al COVID-19 nelle scuole purtroppo sono in aumento, ormai hanno superato le 650 unità, e tanti precari potrebbero essere sottoposti a regime di quarantena nelle date delle prove, o essere venuti a contatto con il virus. Il ministero però non prevede prove suppletive e questo di fatto discrimina quanti non potranno partecipare per motivi comunque riconducibili al servizio, e quindi all'aver svolto onestamente il proprio lavoro nella scuola.
Tra l'altro lo stesso Comitato tecnico scientifico raccomanda di evitare i contatti tra personale esterno e interno alle scuole e le prove creeranno esattamente questo tipo di promiscuità. Considerando che le assunzioni non si potranno comunque fare prima del prossimo anno che senso ha imporre questa accellerazione a una procedura che ormai non può dar vita ad assunzioni per l'anno in corso?