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La FLC CGIL presente al presidio del 3 gennaio 2025 a fianco dei docenti precari specializzati sul sostegno

Comuni le richieste che verranno rilanciate con forza: incremento dell’organico di diritto, stabilizzazione dei docenti specializzati, formazione di qualità e continuità didattica attraverso le assunzioni.

13/12/2024
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La FLC CGIL darà pieno supporto all'iniziativa del 3 gennaio prevista per le ore 11:30 davanti al Ministero dell'Istruzione promossa dai docenti di sostegno precari.

Tale impegno si pone in continuità con le richieste che da tempo la FLC pone ai tavoli come nelle piazze in difesa della qualità del modello di inclusione della scuola italiana e del diritto allo studio degli alunni con disabilità.

Sarà l’occasione per ribadire la contrarietà più volte espressa dalla FLC CGIL rispetto all’avvio di percorsi di formazione abbreviati e semplificati per acquisire la specializzazione sul sostegno che rischiano di dequalificare tale formazione.
Occorre, al contrario, implementare l’offerta formativa delle università relativamente ai TFA sostegno e legarla all’effettivo fabbisogno del sistema scolastico, abbassando i costi a carico dei docenti.

La continuità didattica va garantita con un piano di stabilizzazione dell’organico in deroga e con le assunzioni a tempo indeterminato di docenti specializzati: misure come la conferma del supplente a discrezione delle famiglie e del dirigente scolastico o la stabilizzazione di soli 5000 posti aggiuntivi sbandierati dal ministro rappresentano l’ennesimo slogan che non intaccherà la precarizzazione in questo settore divenuta insostenibile.

L’impegno della FLC CGIL per una scuola inclusiva, per un sistema scolastico stabile e di qualità va avanti, come non si fermeranno le nostre richieste di stabilizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici precari nella consapevolezza che un sistema pubblico di istruzione davvero in grado di garantire la continuità didattica non può reggersi sul lavoro precario.

Torna l’appuntamento in cui le lavoratrici
e i lavoratori di scuola, università, ricerca
e AFAM possono far sentire la loro voce.

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