Prova nazionale Invalsi: ennesimo pasticcio
La FLC CGIL: via la prova dall'esame di stato al termine del I ciclo!
Anche quest'anno, il 19 giugno scorso, si è svolta la prova nazionale Invalsi all'interno dell'Esame di Stato al termine del I ciclo.
Come di consueto, nelle settimane precedenti, l'Invalsi e il MIUR hanno inviato alle scuole circolari, allegati tecnici e manuali con indicazioni minuziosissime sulle modalità di consegna, somministrazione e correzione delle prove. A fronte di una tanta "accuratezza e, meticolosità", l'Invalsi, dimostrando un grado di superficialità allarmante, non ha tenuto in alcuna considerazione le modalità e le regole legali che sottendono all'effettuazione e alla valutazione delle prove di esame. Ne è prova lampante quanto capitato quest'anno.
Valutazione delle prove scritte
Come è noto, a partire dalle 12 di venerdì 19 giugno le scuole potevano scaricare l'apposita maschera nella quale riportare le risposte di ciascun candidato. La maschera elettronica debitamente compilata, deve essere caricata a cura delle "segreterie" delle scuole sul sito dell'INVALSI dalle 9.00 del 22 giugno 2015 fino alle ore 13.00 del 29 giugno per le classi ordinarie e dalle 13.00 del 19 giugno fino alle 18.00 del 22 giugno per le classi campione (nota 3752/15, allegato tecnico).
All'apertura della procedura di caricamento è apparsa la prima stranezza: la maschera chiedeva l'inserimento del voto di ammissione di Italiano e Matematica (in pratica i voti riportati sulla scheda di valutazione), suddivisi tra ITALIANO SCRITTO, ITALIANO ORALE, MATEMATICA SCRITTO, MATEMATICA ORALE. Dunque le scuole che solitamente sulla scheda di valutazione non operano una differenziazione tra scritto e orale, superato lo stupore iniziale, non hanno potuto far altro che inserire lo stesso voto sia allo scritto che all'orale.
Al punto successivo la maschera richiedeva, in maniera perentoria, l'inserimento del voto in decimi riportato nella prova scritta di Italiano e in quella di Matematica.
Ma come? Il voto? Quale voto? Non sanno, gli esperti dell'Invalsi, che la correzione degli elaborati è collegiale e che serve, perché il voto risulti definitivo, la ratifica degli scritti da parte dell'intero Consiglio di Classe (Sottocommissione)? E che la ratifica degli scritti, essendo la prova nazionale calendarizzata per il 19 di giugno, non è stata ancora svolta in alcuna parte d'Italia? Com'è possibile tutto ciò? E, soprattutto, perché non informare preventivamente i docenti e i Dirigenti scolastici, delle modifiche apportate alla maschera?
L'Invalsi, subissato di telefonate ed e-mail, ha fatto partire, nel primo pomeriggio del 19, una e-mail alle scuole, in cui si specifica che i dati incriminati erano stati richiesti "a soli fini statistici" e che, per non inserire i voti, si poteva, semplicemente specificare che:
- l'alunno era assente, oppure
- la prova non era stata svolta, oppure
- la valutazione in decimi non era ancora disponibile.
Peccato che, nel pomeriggio, molte segreterie erano già chiuse e quindi questa mail è arrivata, quasi sempre, il mattino dopo.
Alunni con disturbi specifici di apprendimento
Nel manuale di istruzioni della maschera per l'inserimento, l'acquisizione e la trasmissione delle risposte degli allievi, predisposto dall'INVALSI alla pagina 11 viene affermato che nel caso di ragazzi con disturbi evolutivi specifici occorre selezionare la voce "non svolge la prova standard o Assente".
Come è noto l’art. 5 comma 4 della L. 170/10 recita testualmente: "Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all’università nonché gli esami universitari."
Anche in questo caso, telefonate convulse tra scuole e INVALSI. Solo nel tardo pomeriggio arriva il contrordine: l'esempio del manuale è sbagliato e non bisogna tenerne conto!
La posizione della FLC
Queste vicende si sommano alle avventate e improvvide decisioni dell'Invalsi sullo spostamento delle prove in concomitanza dello sciopero del 5 maggio e alle velate minacce inviate ad alcune scuole, su una presunta impossibilità a partecipare ai prossimi ai bandi relativi ai fondi europei. a fronte del massiccio boicottaggio delle prove da parte delle famiglie e degli studenti.
Nel caso specifico la FLC CGIL ribadisce quanto detto da tempo: la prova Invalsi non deve fare parte delle prove d’esame e deve essere garantita agli alunni e alle alunne una valutazione finale che rispecchi realmente il loro percorso di studi.