Regolamento e scuola media: la Gelmini impoverisce le discipline e il tempo scuola
L'attacco generalizzato a tutti gli ordini di scuola non risparmia la scuola secondaria di I grado: meno italiano, meno lingua straniera, meno tecnologia, un serio colpo al tempo prolungato.
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In continuità con l’operazione del precedente governo di centrodestra, anche l’attuale persegue con maggiore forza e protervia obiettivi di generale indebolimento delle scuole di stato, in direzione di una scuola di classe e di rafforzamento delle scuole private.
Ne sono esempio non solo le depressive retrograde e suicide misure sulla scuola elementare ma anche quelle che riguardano la scuola secondaria di primo grado.
La bozza di regolamento in discussione che riguarda la revisione dell’assetto ordinamentale ci consegna alla fine un tempo scuola impoverito rispetto alla precedente offerta formativa garantita nella scuola precedente alle gestioni Moratti e Gelmini.
Ricordiamo che il
tempo normale o ordinario assicurava 30 ore settimanali con 11 ore di lettere, 3 ore di Educazione tecnica e, laddove approvata dalle scuole, un’aggiuntività di una seconda lingua comunitaria di tre ore.
Del precedente monte orario di 30 elevato di fatto a 33 ore con la seconda lingua rimangono, con l’attuale assetto, 30 ore con un’ora settimanale in meno di lettere, un’ora in meno di ed. tecnica e di fatto un’ora in meno di seconda lingua comunitaria. In conclusione, a conti fatti, da 33 scendiamo a 30 ore settimanali di offerta formativa.
Per quanto riguarda, poi, il Tempo Prolungato si può dire che se ne avvia di fatto il superamento, dal momento che si pongono molte condizioni attuative che ne impediranno non solo l’estensione ma la stessa istituzione. Infatti si autorizzeranno classi a Tempo Prolungato: a) “nei limiti della dotazione organica assegnata a ciascuna provincia”, indipendentemente, quindi, dalle richieste delle famiglie; b) “tenendo conto di (non ben specificate) esigenze formative globalmente accertate”; c) solo in presenza “di servizi e strutture idonei a consentire lo svolgimento obbligatorio di attività in fasce orarie pomeridiane”; d) e solo se si potrà “garantire il funzionamento di un corso intero a Tempo Prolungato”.
La finalità risparmiatrice diventa qui rigore assoluto quando non vi sono spazi e servizi idonei, che i Comuni non sono in grado di garantire, quando magari le famiglie nelle piccole realtà consentirebbero un ritorno a casa per le ore del pasto con rientro pomeridiano e quando anche l’istituzione di una sola classe a Tempo Prolungato non a corso intero potrebbe risolvere molti problemi delle famiglie e delle comunità locali.
Il Tempo scuola sarà di 36 ore, elevabile a 40 solo in via eccezionale, solo su richiesta maggioritaria delle famiglie e solo sulla base delle quattro condizioni già sopra ricordate.
Il Tempo prolungato, in queste condizioni, sarà un banale tempo lungo privo di contemporaneità e compresenze che finora avevano garantito ricchezza formativa e insegnamento per gruppi di livello o di interesse.
Sulla seconda lingua comunitaria abbiamo già fatto osservare come essa venga condannata ad una morte lenta dal momento che il Regolamento in discussione consente di sottrarre le 2 ore della seconda lingua comunitaria a beneficio dell’inglese, che potrebbe passare a 5 ore, anche se ad alcune condizioni che non tarderanno a verificarsi: la richiesta delle famiglie, la compatibilità con la disponibilità di organico, l’assenza di esubero della seconda lingua comunitaria. Condizioni che non tarderanno a verificarsi perché la tendenza spontanea verso l’inglese potrebbe mettere le scuole nella condizione di privilegiare un’offerta formativa priva della seconda lingua. E non sarà, culturalmente parlando, un buon servizio per i nostri ragazzi nei confronti dei loro coetanei europei, i quali, seguendo le indicazioni dell’Europa, vengono messi nelle condizioni di avvicinarsi ad una seconda lingua e ad apprezzarne il valore culturale per le loro scelte future.
Il Regolamento, infine, preannuncia il varo di un Decreto di natura non regolamentare (non attraverso un DPR) da parte del MIUR che definirà le classi di concorso e di abilitazione per facilitare l’utilizzo del personale. Non è difficile prevedere un’operazione di saturazione di ogni cattedra con un ulteriore colpo alla progettualità e alla gestione delle classi.
La salvaguardia dell’integrità dell’offerta formativa, ricca, articolata, secondo le richieste e le condizioni di fattibilità delle comunità locali, orienterà l’azione sindacale della FLC Cgil. Ciò nella consapevolezza che il tempo lungo nella scuola dell’obbligo, arricchito dalla progettualità consentita dalle compresenze, è alla base di una pedagogia ed una scuola democratica che ha nella stessa permanenza nell’istituzione scolastica e in un’offerta formativa ricca e finalizzata alle caratteristiche dei soggetti in formazione il fondamento di una scuola di tutti e di ciascuno, soprattutto a beneficio di chi non ha mezzi propri per ottenere altrimenti una formazione con pari opportunità formative.
Roma, 14 gennaio 2008