Scuola: l’istituto INVALSI presenta indagini nazionali e internazionali sulla scuola
Presentati a Roma i dati relativi a due indagini internazionali sulla scuola e quelli relativi alle rilevazioni INVALSI
Si è tenuto questa mattina il convegno dal titolo “ La scuola italiana nelle indagini internazionali e nelle rilevazioni dell’INVALSI”, presso l’istituto tecnico industriale Galileo Galilei, a Roma, promosso dall’istituto INVALSI
Come si ricorderà l’istituto, che è un ente di ricerca per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, oggi è commissariato in attesa di realizzazione delle modifiche previste dalla legge finanziaria 2007 e in continua agitazione per la stabilizzazione dei ricercatori, in gran parte precari.
Esso agisce sulla base delle Direttive con le quali il Ministro della pubblica istruzione detta gli indirizzi da seguire, fa indagini sulle conoscenze e abilità degli studenti e sulla qualità complessiva del servizio di istruzione e formazione, partecipa ai progetti di ricerca europei, agisce nel campo della ricerca, formazione e valutazione della scuola e per la scuola.
Lo scopo del convegno era quello di presentare i dati delle indagini internazionali IEA PIRLS, sulla comprensione nella lettura degli alunni di quarta elementare, e OCSE PISA 2006, sulle competenze scientifiche, matematiche e di lettura degli studenti quindicenni.
Inoltre sono stati presentati anche i dati raccolti dall’INVALSI stesso che si riferiscono agli apprendimenti degli studenti e ad alcune caratteristiche di governabilità delle scuole.
L’indagine IEA PIRLS ha lo scopo di misurare i livelli di comprensione della lettura dei bambini al quarto anno di scolarità e di analizzare le esperienze familiari e scolastiche che possono influenzare l’apprendimento.
All’indagine hanno partecipato 45 Pesi e l’Italia si colloca nella fascia alta, oltre la media, dei risultati sul rendimento nella lettura, con un’età dei bambini partecipanti più bassa di tutti gli altri Paesi e con un miglioramento, sui dati del 2001, di 10/11 punti.
L’indagine è stata presentata dalla dott.ssa Lina Grossi, coordinatrice nazionale della ricerca.
Il professor Bruno Losito, dell’università di Roma Tre, ha invece presentato l’indagine OCSE PISA 2006, a cui hanno partecipato 57 Paesi e i cui risultati vengono presentati oggi a Parigi.
L’indagine OCSE PISA, ciclicamente rileva le capacità degli studenti quindicenni nella lettura (PISA 2000), nella matematica (PISA 2003) e nelle scienze (PISA 2006).
Purtroppo gli esiti dell’indagine, a differenza di quello che accade per le indagini sulla scuola elementare, continuano a dare risultati negativi per il nostro Paese.
Risultati che confermano la segmentazione sociale ancora molto forte, fra scuole (licei e istituti professionali) e aree del Paese. Qui l’Italia si colloca al di sotto della media di tutti i Paesi partecipanti.
Mentre per l’Italia la varianza tra scuole rappresenta il 52,1% della varianza totale, per la media OCSE essa è pari al 33,1%. Un dato che deve far riflettere sulla scarsa mobilità sociale legata al tipo di scuola frequentato.
La dott.ssa Anna Maria Caputo ha presentato l’indagine a campione che l’istituto INVALSI ha svolto sull’insegnamento dell’italiano, della matematica e delle scienze, su alunni della II e IV classe della scuola primaria, della I classe della scuola secondaria di I grado, sulla I e III classe della scuola secondaria di secondo grado, con somministratori esterni al sistema stesso.
I risultati di questa indagine presentano molte analogie con le indagini internazionali, con qualche variabilità in più.
Infine, il prof. Paletta, dell’università di Bologna, ha svolto un’indagine sugli aspetti organizzativi della scuola e sui modelli di management, sulla loro efficacia e sulla loro qualità.
Dai dati si ricava che il modello di management di tipo comunitario è molto più efficace di quelli di tipo anarchico o burocratico.
Il ministro Giuseppe Fioroni, concludendo i lavori, ha detto che il nostro Paese vive un’emergenza educativa che riguarda la scuola, ma anche la famiglia e il Paese. Gli studenti devono essere sostenuti da una forte motivazione che si deve agganciare alle prospettive concrete che si aprono dopo la scuola.
Ha indicato la necessità di dare spazio al merito e all’eccellenza, incentivandole, ma ha affermato anche che la scuola non è più fattore di mobilità sociale e ha citato il “non uno di meno” di Don Milani, collegando queste affermazioni con le ultime iniziative sui debiti formativi e ribadendo quanto contenuto nell’ultima nota sulla valutazione dei Dirigenti scolastici.
Ha annunciato una radicale trasformazione degli istituti professionali, di cui i dati presentati oggi, dimostrano la necessità. Una manutenzione e degli incentivi per l’istruzione tecnica che offre risultati molto buoni al nord, molto meno al sud.
Sul reclutamento ha annunciato il ritorno allo strumento del concorso gestito dal sistema scuola, mentre si vedrà per quanto riguarda la formazione iniziale.
Riguardo alla formazione in servizio dei docenti ha indicato la necessità di costruire forme più efficaci ed efficienti e ha concluso che la scuola italiana deve fare uno sforzo per essere seria incentivando così gli studenti e restituendo dignità ai docenti.
Roma, 5 dicembre 2007