Scuola: un gesto concreto a sostegno della Fiom
A Torino, docenti e personale ATA decidono di devolvere un'ora di lavoro alla propria scuola per difendere, insieme al diritto al lavoro, anche il diritto allo studio.
Il 9 marzo i metalmeccanici della Fiom-Cgil saranno sciopero e manifesteranno a Roma. La nostra organizzazione ha dato il proprio sostegno all'iniziativa e invitato i lavoratori della conoscenza ad essere presenti.
Per sostenere le ragioni che porteranno in piazza i lavoratori metalmeccanici, i colleghi di una scuola di Torino hanno scelto un modo molto concreto per aderire, seppur simbolicamente, allo sciopero indetto dalla Fiom. "In nome della difesa di un importantissimo diritto sociale, quale quello garantito dall'art. 18 dello Statuto dei lavoratori - si legge nella lettera che abbiamo ricevuto - abbiamo pensato di devolvere alla scuola la retribuzione netta di un'ora di lavoro come contributo volontario, con vincolo di destinazione, per finanziare le spese dell'istituto relative ad un altro rilevante diritto sociale oggi in pericolo: il diritto allo studio".
I lavoratori dell'Istituto d'istruzione secondaria di II grado "Albert Einstein" hanno anche votato una mozione. Sul c/c postale della scuola sono stati versati 764 euro.
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Agli studenti e ai genitori dell'Istituto d'istruzione di II grado “A. Einstein” di Torino
Al Dirigente scolastico e al Consiglio d'istituto
Alle OO.SS. e agli organi d'informazione
Per il prossimo 9 marzo la FIOM ha indetto uno sciopero generale dei lavoratori metalmeccanici per:
- La difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori
- La riunificazione dei diritti nel lavoro, la difesa dell'occupazione e la creazione di nuovi posti di lavoro
- La richiesta di un piano straordinario d'investimenti pubblici e privati per un rilancio industriale del Paese
- La riconquista della contrattazione collettiva nazionale e la difesa della democrazia sindacale nei posti di lavoro
Noi lavoratori dell'Istituto Einstein di Torino, firmatari del presente documento, riteniamo, contrariamente a quel che da più parti si sostiene, che lo Statuto dei lavoratori, senza l'art. 18, divenga una costruzione priva di fondamenta, poiché la tutela di ogni singolo lavoratore dal rischio di un licenziamento individuale senza giusta causa costituisce la precondizione essenziale e necessaria della possibilità per ciascun dipendente di difendere, singolarmente o collettivamente mediante l'organizzazione delle battaglie sindacali all'interno dei luoghi di lavoro , i propri diritti umani, costituzionali e contrattuali.
L'abolizione o anche solo la modifica sostanziale, in senso restrittivo, dell'art. 18 – che oggi costituisce un valido deterrente per lo meno contro le più palesi forme di discriminazioni e soprattutto contro la possibilità, da parte del datore di lavoro, di effettuare dei licenziamenti individuali per motivi politici - costituirebbe un pesantissimo attacco ad uno degli strumenti essenziali che il nostro ordinamento giuridico prevede per realizzare concretamente il dettato dell'art. 3 della Costituzione, in quanto sottoporrebbe la persona del lavoratore dipendente ad un costante ed incombente ricatto - o una totale, assoluta, indiscussa subordinazione da parte sua al potere, alle direttive, alle decisioni del datore di lavoro in materia di retribuzione, di sicurezza, di ritmi e quantità delle prestazioni o il licenziamento – per cui la Repubblica verrebbe meno al “compito” che tale articolo le assegna, ossia “rimuovere tutti gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
La nostra contrarietà alla modifica dell'art. 18 si giustifica anche per le seguenti ragioni:
- Le regole del mercato del lavoro, di varia natura e forza normativa, attualmente in vigore consentono ampiamente ai datori di lavoro sia i licenziamenti collettivi, in caso di crisi, sia quelli individuali, in caso di giusta causa
- I dati OECD(=OCSE) pongono già ora il nostro Paese nel novero delle nazioni in cui l'indice con cui si misura il tasso di tutela e protezione dei lavoratori è maggiormente basso
- I dati OECD, peraltro, dimostrano che non esiste alcun genere di correlazione tra l'indice di tutela e protezione dei lavoratori, compresa la flessibilità in ingresso ed in uscita dal lavoro, da un lato, e l'incremento dell'occupazione (giovanile e non)
- L'unico reale effetto di un'ulteriore riduzione delle tutele e delle protezioni dei lavoratori sarebbe una crescente e rapida ulteriore diminuzione del loro potere contrattuale, che alimenterebbe la tendenza ormai pluridecennale alla compressione relativa delle retribuzioni, quindi alla contrazione ulteriore dei consumi, con effetti di tipo recessivo, nonché un peggioramento generale delle condizioni di lavoro e di sicurezza, con un probabile aumento degli “incidenti” sui luoghi di lavoro.
Ciò premesso, i lavoratori firmatari del presente documento dichiarano la loro adesione simbolica allo sciopero indetto dalla FIOM-CGIL e, allo scopo di dare ad essa una forma concreta e tangibile, decidono di versare nelle casse della propria scuola un importo pari alla retribuzione netta di un'ora di lavoro con la seguente causale: contributo volontario, soggetto a vincolo di destinazione - “spese atte a garantire il diritto allo studio degli studenti iscritti all'Istituto Einstein” - per manifestare l'adesione simbolica allo sciopero generale FIOM in difesa dell'art. 18.
I firmatari del presente documento tengono a precisare, da un lato, che non è loro intenzione agire in polemica con alcuno dei soggetti, sindacali e non, che sta attualmente conducendo le trattative con il governo sulla “riforma del mercato del lavoro”; dall'altro, però, tengono anche ad esprimere con determinazione e fermezza la loro opinione in merito all'importanza della posta in gioco in tale trattativa e all'inaccettabilità di qualsiasi forma di modifica in senso restrittivo dell'art. 18, nonché la richiesta che il suo campo d'applicazione possa, al contrario, essere esteso anche ai lavoratori di quelle realtà produttive che per dimensioni non rientrano al suo interno.
Torino, 28 febbraio 2012
Hanno aderito all'iniziativa n. 38 lavoratori (33 docenti e 5 personale ATA), versando complessivamente nelle casse della scuola un contributo pari a euro: 764,00.