Sperimentazione della filiera tecnologico-professionale: CGIL ed FLC contrarie alla forzatura per decreto
La CGIL e la FLC hanno espresso la propria contrarietà a una sperimentazione che anticipa e applica i contenuti di un Ddl mentre è in corso il confronto parlamentare.
Il comma 1 del Ddl 924 del 18 settembre 2023 introduce il nuovo art. 25-BIS del DL 144/22 che istituisce la filiera tecnologico professionale dall’ AS 2024/25 e ne descrive la composizione. Del provvedimento abbiamo fornito una scheda di lettura dettagliata nella quale avevamo preannunciato un evidente problema di tempistica per l’approvazione del Ddl che deve essere approvato al Senato e trasmesso poi alla Camera con tempi che non si conciliano con le scadenze delle iscrizioni per l’anno scolastico 2024/25.
Il Ministero dell’istruzione, nell’ambito di altre comunicazioni relative alla riforma degli Istituti tecnici, ha trasmesso una bozza di decreto ministeriale, attraverso il quale intende promuovere un piano nazionale di sperimentazione relativo all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale utilizzando le disposizioni dell’art. 11 del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275.
Di seguito i contenuti del provvedimento illustrato.
Innanzitutto, le scuole dovranno:
- aderire a un “apposito Avviso nazionale” di selezione pubblica
- progettare un’offerta formativa integrata dei percorsi quadriennali sperimentali di istruzione tecnica e/o professionale collegati a percorsi biennali degli ITS
- realizzare una progettazione “integrata in rete” con il coinvolgimento di ITS Academy, scuole secondarie di secondo grado, centri di formazione professionale accreditati dalle Regioni, le università, le istituzioni AFAM e i rappresentanti del sistema delle imprese e delle professioni
- potenziare e anticipare le ore dedicate ai PCTO già al II anno di studio
- definire relazioni stabili con aziende del territorio e stipulare contratti di apprendistato
- garantire che il raggiungimento degli obiettivi specifici di apprendimento e delle competenze previsti al quinto anno di corso
- garantire il conseguimento di certificazioni internazionali per le competenze linguistico-comunicative in lingua straniera
- garantire attività laboratoriali svolte da soggetti provenienti dai settori delle imprese.
È stato ribadito che dall’attuazione del decreto non possono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica né variazione delle dotazioni organiche. Infine, l’istituendo Osservatorio nazionale per l’istruzione tecnica e professionale dovrà valutare gli esiti della singola sperimentazione per un eventuale rinnovo.
Le nostre considerazioni
I tempi di approvazione di un disegno di legge già incardinato in Parlamento, rendono sicuramente inattuabile l’istituzione della filiera tecnologico professionale entro l’A.S. 2024/25, ma anche la scorciatoia della sperimentazione finirà per creare forti criticità alla gestione delle iscrizioni e ai rapporti con le famiglie. Nell’arco delle poche settimane intercorrenti dall’eventuale approvazione del decreto fino all’avvio delle iscrizioni al nuovo anno scolastico, le scuole che intendano aderire al primo ciclo sperimentale dovrebbero espletare una folta serie di adempimenti legati alle normali procedure di progettazione e di delibera.
Consideriamo grave l’ingerenza dei soggetti privati esterni nelle attività di coprogettazione dell’offerta formativa che in un sistema così strutturato finirà per dettarne le condizioni di gestione dal PTOF, all’organico, alla valutazione…). Così viene a mancare l’uniformità delle caratteristiche ordinamentali a livello nazionale e si apre alla frammentazione del curricolo progettato su base locale, mentre le istituzioni scolastiche perdono il ruolo di titolarità della programmazione delle attività di istruzione, rispetto al rapporto con le aziende e realtà produttive del territorio.
La sperimentazione conferma e anticipa di fatto l’esclusiva torsione in senso lavoristico della riforma disegnata dal Ddl 924 del 18 settembre 2023. Si conferma la necessità di soddisfare i bisogni formativi del sistema delle imprese, mentre l’autonomia scolastica appare più strumentalizzata ai fini della flessibilità, che valorizzata nel senso della progettualità didattica e di ricerca. L’obiettivo è la formazione di professionalità funzionali alle aziende e sempre con lo sguardo rivolto ai PCTO e all’inserimento lavorativo.
Forti preoccupazioni sorgono rispetto al tema degli organici e dell’impatto complessivo di questa sperimentazione sull’intero sistema ordinamentale, già attraversato nell’arco di pochi mesi da profondi cambiamenti.
La delegazione della CGIL e della FLC, presente all’incontro ha chiesto di inoltrare ulteriori osservazioni, ma hanno già espresso con chiarezza la propria contrarietà a una sperimentazione che, perdipiù, anticipa e applica i contenuti di un Ddl mentre è in corso il confronto parlamentare, considerandolo un pericoloso vulnus rispetto a quel confronto democratico di cui il Parlamento è garante.