Sperimentazioni quadriennali della filiera e delibere collegiali: tra le forzature si nega anche l’evidenza
Tra le pressioni sugli organi collegiali e la costituzione di gruppi di lavoro per gli istituti nautici, si arriva perfino a negare la sperimentazione e la quadriennalità previste nel DM 256/24
Anche per la fase di preparazione alle iscrizioni per l’anno scolastico 2025/2026, vengono segnalati casi di contrapposizione tra delibere dei collegi docenti, che bocciano la proposta di attivazione della sperimentazione della filiera formativa tecnologico professionale e delibere dei consigli di istituto che, al contrario, le approvano. Tale contrapposizione è spesso sostenuta da alcuni dirigenti scolastici intenzionati a forzare la decisione contraria dei collegi rispetto al progetto quadriennale della filiera. Pertanto, facciamo presente che il DM 256 del 16 dicembre 2024 prevede (art. 5 comma 2) che la candidatura delle istituzioni scolastiche avvenga previa deliberazione degli organi collegiali competenti per cui, a nostro avviso, non solo non è data la possibilità che il Consiglio di istituto bocci unilateralmente il contenuto di una delibera di un altro organo collegiale, ma, a nostro avviso, il parere contrario del collegio docenti è, di per sé, condizione sufficiente per invalidare la richiesta di adesione al progetto. A tal riguardo la FLC CGIL intende vigilare a che tali condizioni siano state effettivamente rispettate senza escludere, laddove si ravvisasse la necessità, una rinnovata richiesta di accesso agli atti, come già accaduto in passato.
Ci risulta, inoltre, che per l’attivazione della filiera formativa tecnologico-professionale negli istituti nautici a seguito di incontri a livello ministeriale, il 9 gennaio 2025 la Rete Nazionale dei Nautici (RENA) ha proposto nuovi gruppi di lavoro costituiti da docenti o anche da Dirigenti Scolastici. La segnalazione avviene tramite presentazione del Curriculum Vitae, che evidenzi le competenze acquisite nel settore e la compilazione di un Modulo Google. Ancora una volta si sottopongono, anche ai docenti dei Nautici, adempimenti con tempi ristretti e con un’impostazione che lascia intendere la necessità del passaggio dai percorsi quinquennali ordinamentali ai percorsi quadriennali sperimentali.
Infine, occorre precisare che autorevoli rappresentanti dell’Amministrazione sono giunti a negare a mezzo stampa che si tratti di percorsi sperimentali, né tantomeno quadriennali. Tale affermazione appare in evidente contraddizione con quanto riportato dal testo del DM 256/24, di cui si dimentica l’esatta denominazione: "Decreto concernente l’attivazione dei percorsi sperimentali di istruzione di secondo ciclo nell’ambito della filiera formativa tecnologico-professionale per l’anno scolastico e formativo 2025/2026 in attuazione dell’articolo 25 bis, comma 2, del decreto-legge 23 settembre 2022 n.144, convertito con modificazioni dalla legge 17 novembre 2022, n. 175, introdotto dall’articolo 1, comma 1, della legge 8 agosto 2024, n. 121". Lo stesso decreto, all’articolo 1, recita: "...il Ministero dell’istruzione e del merito promuove, (...) l’attivazione di nuovi percorsi quadriennali sperimentali inerenti la filiera formativa tecnologico professionale per l’anno scolastico 2025/2026". Appare evidente che il ministero intende evitare l’uso dei termini che, nei fatti, esprimono le reali conseguenze del progetto legato alla Filiera tecnologico professionale: fa intendere che si tratti di percorsi già ordinamentali, mentre in realtà gli organi collegiali sono i soli soggetti chiamati a decidere se sperimentarli o meno e maschera, con la formale addizione “4+2”, la diminuzione dei percorsi scolastici da cinque a quattro anni, il che rappresenta una minore qualità dell’intero sistema di istruzione secondaria.
La FLC CGIL rimane accanto alle comunità educanti che ogni giorno si spendono per salvaguardare il valore formativo della nostra scuola e che deliberano contro questo formidabile attacco ai diritti di chi apprende e, insieme a queste comunità, prosegue la propria battaglia per la trasparenza e la correttezza delle operazioni nel rispetto della democrazia e delle prerogative degli organi collegiali.