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Telefoni cellulari spenti: il Ministro Fioroni presenta nuove linee d’indirizzo

Utilizzo di telefoni cellulari ed altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica, irrogazione di sanzioni disciplinari…Una nuova Direttiva del Ministro Fioroni

16/03/2007
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Una nuova Direttiva del Ministro Fioroni suggerisce alle scuole opportune iniziative di carattere operativo per dissuadere gli studenti dall’uso dei cellulari nelle scuole.
Negli ultimi tempi sono state portate alla ribalta delle cronache azioni intolleranti svoltesi nel chiuso delle aule e registrate con cellulari. Violenze, umiliazioni, inflitte ai più deboli spesso disabili, situazioni porno riprese con cellulari e riportate su siti internet hanno girato il mondo.
Eventi che hanno evidenziato anche le difficoltà della scuola ad affrontare forme di bullismo e non solo. È emerso il quadro di una scuola lasciata molto spesso da sola a fronteggiare stati di malessere adolescenziale che non possono essere affrontati unicamente dalla scuola. Non è da sottovalutare in questo contesto, il ruolo che hanno avuto i tagli agli organici del personale docente e ata degli ultimi cinque anni, la saturazione delle cattedre a 18 ore, la forte precarietà del personale; situazioni che hanno sensibilmente influito nei confronti di una scuola che non ha più spazi per poter rispondere alle esigenze dei giovani con un servizio di qualità.
Il Ministro con questa nota ricorda ,gli strumenti e ne sollecita l’uso, che le scuole hanno per fronteggiare l’uso improprio dei cellulari in classe con una rivisitazione del regolamento d’istituto e la individuazione di sanzioni disciplinari.

Sanzioni disciplinari che, ricorda il Ministro, devono essere espressamente declinate nel regolamento d’istituto, ipotizzando anche deroghe al regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti in presenza di fatti di rilevanza penale.
Nella nota ministeriale si anticipa la volontà del Ministro di intervenire al più presto nella modifica del regolamento dello Statuto degli studenti (articoli 4,5), ipotizzando l’allontanamento dalla scuola per oltre 15 giorni e anche, nei casi più gravi, l’esclusione dallo scrutinio finale o la non ammissione all’esame di Stato conclusivo del corso di studi.
Si ipotizza inoltre per la scuola una maggiore intensificazione dei rapporti con le famiglie e la partecipazione più attiva di queste anche con un “patto sociale di corresponsabilità”.

E’ importante che il Ministro, le scuole, si pongano il problema e cerchino di intervenire, ma non si può pensare solo a forme di sanzioni per chi non “obbedisce”. Il fenomeno va affrontato anche con strategie preventive finalizzate a costruire un buon clima scolastico e sociale, ma per far ciò non si può non ipotizzare specifici percorsi formativi per il personale della scuola.Inoltre, la funzione della scuola deve essere affiancata da tutte le forze sociali presenti sul territorio, solo così si può pensare di realizzare una convivenza democratica delle future generazioni.

Roma, 16 marzo 2007