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Audizione delle Organizzazioni della docenza alla Commissione VII della Camera sul ddl di riordino dello stato giuridico

La Commissione Cultura della Camera sta procedendo all'audizione delle Organizzazioni della docenza, del CUN, della CRUI e della Confindustria, relativamente al Collegato governativo sullo stato giuridico dei docenti universitari

02/02/2000
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La Commissione Cultura della Camera sta procedendo all'audizione delle Organizzazioni della docenza, del CUN, della CRUI e della Confindustria, relativamente al Collegato governativo sullo stato giuridico dei docenti universitari (A.C. 6562). Le audizioni sono iniziate il 2.2.00 e proseguiranno fino al 10.2.00. Si ricorda che la discussione del Collegato è iniziata (e non è più andata avanti) il 26.1.00 con la relazione dell'on. Castellani e l'intervento del ministro Zecchino.

Il 2.2.00 sono state ascoltate dalla Commissione i rappresentanti di ANDU, APU, CIDUM, CISL-UNIVERSITÀ, CNU, FIRU, SAMUC, SNALS-UNIVERSITÀ, SNUR-CGIL, UGL-UNIVERSITÀ, UIL-PAUR che hanno (ri)presentato e illustrato il documento unitario qui allegato.

In particolare, è stato espresso il disappunto per l'abbinamento della legge legge sulla terza fascia al Collegato e si è chiesto se questa fosse una scelta obbligata visto che di fatto si è cancellata una legge giunta quasi alla fine del suo iter, legandola formalmente ad una legge che solo ora inizia ad essere discussa (peraltro con continui rinvii), non voluta dal mondo universitario e che prevede l'entrata in vigore il primo novembre del 2001 di tutte le norme in essa contenute. L'on. Castellani ha sostenuta che si trattava di una atto dovuto, peraltro deciso con il consenso di tutti i Gruppi. L'on. Lenti (Rifondazione Comunista) ha invece negato che fosse un atto "obbligatorio" e che in realtà era stata effettuata una scelta politica da lei non condivisa. L'on. Bracco (Ds) ha motivato la scelta operata con il fatto che sarebbe stato difficile trovare uno spazio per la discussione in Aula della legge sulla terza fascia, mentre il Collegato alla finanziaria, in quanto tale, ha un percorso privilegiato che dovrebbe portare alla sua votazione definitiva entro il mese di marzo. A suo avviso il Collegato dovrebbe interamente contenere quanto previsto dalla legge sulla terza fascia. Per quanto riguarda l'entrata in vigore delle norme del Collegato, Bracco ha affermato che, attraverso l'approvazione di emendamenti, è possibile apportare tutte le modifiche opportune. Lo stesso Bracco ha sostenuto di volere la messa ad esaurimento della terza fascia in quanto, non costituendo una fascia di formazione, rappresenta una anomalia nel panorama universitario internazionale. Gli è stato fatto osservare che ciò non era vero e che, come sostenuto dalla stragrande maggioranza delle Organizzazioni della docenza, la messa ad esaurimento della terza fascia avrebbe portato all'ampliamento del precariato e all'allungamento della sua durata. In concreto, tutto ciò si sarebbe tradotto nella sostituzione della terza fascia in ruolo con la vecchia figura dell'assistente a termine dopo 10 anni, come emerge nella relazione dell'on. Castellani e come pare accettare anche il Ministro.

È stata riproposta alla Commissione la nuova organizzazione della docenza basata sul ruolo unico, con articolazione in una molteplicità di livelli stipendiali, sull'esclusività del rapporto di lavoro con l'Università, sul conseguente divieto di esercizio di attività libero-professionali al di fuori di quelle a carattere intramurario da svolgere al di fuori degli mpegni di servizio entro un quadro di convenzione tra docente, Ateneo e committenza esterna.
È stato sottolineato come queste linee ispiratrici siano state fatte proprie recentemente dalla CRUI che ha prospettato soluzioni che poco hanno a che vedere con l'impianto del Collegato governativo.

Si è anche ribadita la necessità di attivare meccanismi differenziati per consentire, da un lato, il reclutamento dall'esterno di nuovi docenti e, dall'altro, la progressione in carriera del personale interno. Questa proposta, in particolare, ha suscitato richieste di chiarimento da parte dell'on. Volpini (PPI), visibilmente preoccupato all'idea che in tal modo si intendesse demolire il sistema dei concorsi, solo di recente riformato. Le organizzazioni della docenza hanno avuto modo di rassicurarlo ribadendo la necessità che si adottino valutazioni periodiche ed obbligatorie dell'attività di ricerca, didattica e di servizio svolta da ciascun docente, come necessario strumento di verifica al quale ancorare la progressione economica e di carriera.

L'on. Mazzochin ha tenuto a ribadire la propria convinzione sulla necessità di riconoscere ai ricercatori l'attività svolta, ma che ciò non si può tradurre in ope legis, nell'istituzione del docente unito e nell'appiattimento dei ruoli e delle mansioni. Inutile è stato ricordargli che la legge sulla terza fascia non prevedeva alcuna ope legis e nessun appiattimento delle mansioni che, come per la retribuzione, non venivano in alcun modo modificate. Per quanto riguarda la questione dell'ope legis, è stato sottolineato come essa sia stata vista nella legge sulla terza fascia - dove non c'era - mentre è "sfuggita" nel caso dei tecnici laureati di medicina (per i quali era vietata qualsiasi attività didattica) ai quali sono state assegnate per legge le mansioni di ricercatore universitario e per i quali, sulla base di recenti leggi approvate all'unanimità e in sede legislativa, si sta procedendo all'inquadramento nel ruolo ricercatori, senza alcuna forma di prova.

È stato fatto anche osservare che il ritardo nell'approvazione di norme legislative che regolassero la composizione degli organismi e gli elettorati comportava la possibilità che gli effetti devastanti delle sentenze definitive della magistratura amministrativa riguardassero, oltre che gli Atenei di Palermo e Perugia, tutti gli altri Atenei: recente è un ricorso contro lo Statuto dell'Università di Milano e recentissimo quello contro lo Statuto dell'Università di Roma "La Sapienza", da poco entrato in vigore.

I Deputati della Commissione sono stati invitati a tenere conto non solo degli appelli e della connessa campagna stampa contro ogni innovazione democratica condotta da coloro che sono solo interessati a difendere propri privilegi particolari (soprattutto da parte dei professori tutti ordinari della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Roma "La Sapienza"), ma anche delle posizione opposte assunte da un numero notevolmente maggiore di professori e da numerosi organismi universitari (Cun, Senati accademici, Consigli di Facoltà, ecc.).