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Chiude i lavori la Commissione ministeriale sul sistema degli atenei telematici

Il rapporto, reso finalmente pubblico, mostra i limiti di impianto di un sistema che necessita con urgenza di una maggiore e più efficace regolazione.

21/12/2013
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È stato pubblicato sul sito MIUR il rapporto sulle Università telematiche redatto dalla commissione di studio istituita con DM 429 del 3 giugno 2013 al fine di  studiare la questione e proporre degli interventi.

La Commissione di studio è composta dai professori Stefano Liebman (Università Bocconi), Marco Mancini (Università della Tuscia–Viterbo e Presidente CRUI fino al 4.8.2013) e dalla dott. Marcella Gargano, Vice Capo di Gabinetto del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca scientifica.

La relazione è molto completa, inizia con  un “excursus normativo”, descrive poi  la situazione attuale in termini di Atenei operanti, corsi di laurea istituiti, studenti iscritti evidenziando le numerose criticità esistenti, e si spinge fino alla proposte di intervento per il miglioramento del sistema. La parte relativa all’excursus normativo evidenzia  come le norme esistenti in materia non derivino  da un intervento di sistema, organico e meditato, ma seguano un percorso, a partire dal 2002, articolato, farraginoso e talvolta contraddittorio, sia per quanto attiene  l’istituzione e l’accreditamento delle istituzioni, sia per l’aspetto relativo ai finanziamenti.
Per quanto riguarda la situazione attuale emerge chiaramente l’elevato numero di corsi di studio recentemente istituiti in questo periodo di forte contrazione dell’offerta formativa,  senza rispettare i parametri richiesti agli altri Atenei, siano essi statali o non statali, e grazie a pronunciamenti della magistratura amministrativa che si sono opposti ai dinieghi di accreditamento di ANVUR.

La relazione evidenzia l’importante ruolo del CUN nella predisposizione di tale analisi, e delle proposte ivi contenute grazie al dossier prodotto sulle telematiche e consegnato al Ministero nonché ai rilievi  espressi nei diversi pareri che riguardavano le università telematiche.

Le principali criticità rilevate sono state connesse al dato che “l’intero fenomeno della nascita e dell’improvvisa proliferazione delle Università telematiche è caratterizzato da una convulsa produzione legislativa iniziata nel 2002 (con la c. d. “legge finanziaria 2003), cui ha fatto seguito una sovrapposizione di fonti normative di diversa provenienza (sovranazionale, di legislazione primaria, di legislazione secondaria), nelle quali si intrecciano due elementi eterogenei e di differente portata sistemica: la verifica dei requisiti necessari per l’accreditamento dei corsi di studio a distanza abilitati al rilascio di un titolo di studio, da un lato, e l’individuazione dei criteri di ripartizione dei finanziamenti pubblici in favore delle stesse Università telematiche, dall’altro, là ove dette Università abbiano acquisito lo status di Università non-statali a tutti gli effetti”. In particolare, si sottolineano la scarsa o quasi nulla attività di ricerca nella gran parte di queste università, le molteplici disparità di trattamento fra istituzioni universitarie tradizionali ed Università telematiche in merito all’approvazione degli ordinamenti di studio, le gravissime carenze di personale docente e il massiccio ricorso alla figura del ricercatore a tempo determinato, le violazioni allo stato giuridico della docenza universitaria con comportamenti vessatori e intimidatori.

Riteniamo interessanti le proposte di interventi per il miglioramento del sistema che possiamo così sintetizzare:

  • rendere omogenea la disciplina relativa alle università telematiche rispetto a quella vigente per l’intero sistema;
  • garantire la qualità dell’offerta formativa, anche soddisfacendo gli requisiti quantitativi  di personale docente a tempo indeterminato previsti per gli altri Atenei
  • introdurre l’obbligo per il personale docente di svolgere attività di ricerca e assegnare i finanziamenti anche in funzione dell’attività di ricerca svolta
  • sottoporre l’istituzione dei corsi ai comitati regionali di coordinamento
  • riordinare la normativa esistente e predisporre un regolamento generale

Auspichiamo che questi interventi vengano attuati al più presto, è necessario che anche le Università telematiche rispondano a criteri di qualità per non diminuire la qualità del sistema universitario, distraendo fondi da atenei tradizionali, e per non ingannare gli studenti fornendo titoli non sempre adeguati e spendibili. Crediamo anche che una migliore e più efficace regolazione di questi atenei sia uno strumento necessario e ineludibile alla loro qualificazione, nonché al progressivo miglioramento della loro attività di didattica e di ricerca.

Tag: anvur, crui, cun, miur