Continuare la mobilitazione per veri interventi a sostegno dell'Università pubblica
Le associazioni e le organizzazioni sindacali dell'Università, dopo la sospensione dell’iter parlamentare del DDL Gelmini, approvano un documento in cui chiedono la riapertura di una vera discussione pubblica.
Il movimento di protesta di tutto il mondo universitario ha impedito l’approvazione immediata di un disegno di legge che avrebbe messo la parola fine all’Università. pubblica, autonoma, democratica, di qualità e per tutti.
Le Associazioni ed Organizzazioni Sindacali dell’Università hanno approvato un documento unitario che invita le componenti universitarie a continuare ed intensificare la mobilitazione per sostenere interventi normativi ed economici a sostegno dell’Università pubblica.
Va riaperta una vera discussione pubblica sull’Università italiana e sulle sue reali necessità.
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ADI, ADU, AND, ANDU, AURI, CISL-Università, CNRU, CNU, CSA-CISAL Università,
FLC CGIL, LINK-Coordinamento Universitario, RDB-USB,
RETE 29 APRILE, SNALS-Docenti Università, SUN,
UDU, UGL-Università e Ricerca, UILPA-UR
Roma, 25 ottobre 2010
Con la sospensione dell’iter legislativo del DDL sull’Università è stato raggiunto un importante risultato: le forze politiche hanno dovuto prendere atto che i contenuti del DDL sono del tutto insufficienti rispetto alle richieste del movimento di protesta che vede coinvolti professori, ricercatori, precari, tecnico-amministrativi e studenti.
Per questa ragione riteniamo indispensabile la riapertura di una discussione pubblica sull’università italiana e sulle sue reali necessità.
Anche il tentativo di vanificare la protesta dei ricercatori con la promessa di 9000 posti ad associato, da nessuno richiesti, non ha sortito alcun effetto.
Si tratta ora di impedire il soffocamento degli Atenei per i tagli già decisi che stanno danneggiando la ricerca e la didattica, con gravissime conseguenze per il Paese e per gli studenti.
Bisogna difendere e rilanciare il Sistema nazionale dell’Università pubblica, autonoma, democratica, di qualità e aperta a tutti, e per questo si chiede:
- il ripristino, anzi l’aumento, delle risorse per il funzionamento di una Università riformata, che consenta a tutti gli Atenei di svolgere ricerca e insegnamento di qualità
- di rendere più autonomi e più democratici gli Atenei, con la partecipazione di tutte le componenti alla loro gestione
- l’aumento dei docenti di ruolo, risolvendo il problema del precariato (prevedendo un’unica figura pre-ruolo) e prevedendo per gli attuali precari reali prospettive di accesso alla docenza
- il riconoscimento ai ricercatori del ruolo docente effettivamente svolto
- la valorizzazione della figura dell’associato
- la valorizzazione del ruolo del personale tecnico-amministrativo
- un vero diritto allo studio che tenga anche adeguatamente conto delle condizioni economiche degli studenti.
Si chiede ancora una volta al Governo e al Parlamento di aprire finalmente un serio e ampio confronto con l’Università e di smettere di interloquire esclusivamente con la Confindustria, che ha interesse a monopolizzare la gestione delle risorse pubbliche destinate alla ricerca, e con la CRUI, che non rappresenta gli Atenei, ma solo i Rettori.
In questa direzione si chiede al Governo, ai Gruppi parlamentari e ai Partiti di potere illustrare direttamente le richieste unitarie.
Si invitano tutte le componenti universitarie a continuare e a intensificare la mobilitazione per sostenere interventi normativi ed economici a sostegno dell’Università pubblica.