Coordinamento Precari Università FLC CGIL: impossibile barattare "riforme in cambio di risorse"
Il Coordinamento interviene sulle ultime dichiarazioni del Ministro Gelmini
Pubblichiamo di seguito il comunicato del Coordinamento nazionali dei precari dell'Università FLC CGIL, sulle recenti affermazioni del Ministro Gelmini.
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Nessun baratto è possibile
Durante una crisi economica mondiale, tutti i principali paesi sviluppati investono più risorse nella ricerca e nell’istruzione, salvando questi settori dai tagli globale necessari. Solo in Italia si mortificano irresponsabilmente l’Università, la Ricerca, e la Scuola pubbliche e, insieme alle istituzioni, si danneggiano tutti coloro che vi lavorano con dedizione e senso di responsabilità.
Così si danneggia l’intero sistema-paese, al quale si negano le basi per uno sviluppo futuro. Nel 2009 la spesa italiana per l’università è stata pari a 7,485 miliardi di euro, nel 2010 sarà pari a 7,206 miliardi e nel 2011 a 6,130 miliardi. Un vero e proprio massacro per l’università pubblica, proprio nel momento in cui, secondo gli ultimi rilevamenti, un giovane su tre è disoccupato. Nel pieno della peggiore recessione economica e sociale dell’Italia repubblicana il Governo rinuncia ad una delle poche opportunità di crescita e progresso che ha disposizione: la formazione pubblica di qualità.
L’annuncio di una nuova, piccola e misera dotazione finanziaria per gli atenei, promessa dal ministro Tremonti in cambio di una rapida approvazione del DDL insieme alla lista delle priorità annunciate da Gelmini - università statali e soprattutto non statali, borse di studio solo agli studenti meritevoli, passaggi di ruolo da ricercatore a professore associato – mette in luce, per l’ennesima volta, l’assenza di un qualunque reale progetto di riforma unitaria dell’università pubblica e denota solo una visione parziale e semplicistica dei problemi e delle necessità del sistema nazionale universitario.
Non una parola, durante la conferenza stampa del 22 settembre 2010, ha speso il Ministro Gelmini sulla qualità dell’offerta formativa, sulle tutele del diritto allo studio, sulla didattica, sul reclutamento di nuovi ricercatori, sulla rimozione del blocco del turn-over e l’avvicendamento generazionale, sullo sviluppo della ricerca, sulla democrazia negli atenei, sul superamento dei limiti ormai accertati del 3+2. A fronte delle sempre più estese proteste nelle università, niente di concreto. Nessuna cifra, nessuna data, nessun fatto, nessun progetto.
Dietro l’azione del Governo non c’è nessuna concertazione con il mondo dell’università e della ricerca, nonostante i proclami del Ministro. Nessuna delle richieste avanzate in questi mesi dalle associazioni di categoria, dalle rappresentanze sindacali e studentesche, dai coordinamenti di ricercatori precari e strutturati è stata presa in considerazione.
Nessuna attenzione è stata prestata al documento votato dall’assemblea nazionale dei ricercatori del 17 settembre 2010.
Il DdL Gelmini è rimasto immutato e trasformerà l’università in una improduttiva fabbrica di disoccupati e precari, accrescerà il potere degli attuali “baroni”, sia nella gestione dei concorsi universitari che nei luoghi della governance, consegnerà responsabilità strategiche ai Consigli di Amministrazione, prevedibilmente disposti ad ogni tipo d’ingerenza, ed infine, con l’introduzione della figura del ricercatore a tempo determinato allungherà la già durissima “gavetta” dei ricercatori in formazione senza nessun tipo di garanzia e tutela per il loro futuro.
In questo scenario il proposito del Ministro Gelmini di non destinare alcuna quota delle risorse eventualmente disponibili a nuovi ingressi nelle università suona come una insopportabile ingiustizia per tutti i precari della ricerca e della docenza che negli ultimi anni si sono già visti sbarrare la strada da tagli al finanziamento delle ricerche, limitazioni al turn-over e rallentamenti delle procedure concorsuali.
I ricercatori precari ritengono inoltre gravissimo che il Ministro dell’Istruzione, dell'Università e della Ricerca accusi di irresponsabilità nei confronti degli studenti e delle loro famiglie i ricercatori universitari strutturati che in questi mesi hanno contrastato il disegno di legge sulla riforma universitaria dichiarandosi “indisponibili” ad assumere carichi didattici non obbligatori per legge. Il coordinamento nazionale dei precari dell’università FLC CGIL sostiene, invece, i colleghi ricercatori strutturati “indisponibili” della Rete 29 Aprile e, insieme a loro responsabilmente, respinge con forza l’accusa di essere causa di disagio per gli studenti.
Il coordinamento ribadisce che nessun baratto è accettabile sulla vita e sul lavoro degli oltre 100.000 precari della ricerca e della docenza che oggi sostengono il funzionamento dell’università in Italia e, così come annunciato a Roma il 17 Settembre 2010, si impegna ad organizzare insieme agli studenti, ai ricercatori e ai docenti un’ampia mobilitazione nei giorni 4, 5, e 6 ottobre per fermare l’approvazione del DDL Gelmini.
Roma, 24 Settembre 2010
Coordinamento Nazionale Precari dell’Università FLC CGIL