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DDL Gelmini sull'Università: il voto al Senato slitta a dopo il dibattito sulla fiducia

Presidio e occupazione simbolica dei rettorati. Il documento delle organizzazioni e associazioni della docenza universitaria.

02/12/2010
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ADI, ADU, AND, ANDU, AURI, CISL Università, CNRU, CNU,
ConPAss, CPU, CSA, CISAL Università, FLC CGIL,
Rete 29 Aprile, SNALS Docenti Università, SUN,
UDU, UGL Università e Ricerca, UILPA UR, USB Pubblico Impiego

Roma, 1 dicembre 2010

Il DDL sull’Università è stato ieri approvato alla Camera nonostante la grande mobilitazione degli Atenei e delle Scuole dell’intero Paese, con la partecipazione di tutte le componenti: studenti, professori, ricercatori, precari, dottorandi, lettori-CEL, tecnico-amministrativi.

Il DDL è stato approvato in un contesto politico di estrema incertezza, con una Maggioranza divisa e un Governo debole, che ha scelto di impedire che si potesse liberamente manifestare davanti alla Camera, nonostante l’autorizzazione già concessa alle Organizzazioni in intestazione, e di creare, ingiustificatamente, un’ampia zona interdetta ai manifestanti.     

Il Disegno di Legge approvato alla Camera, e che deve ora tornare al Senato, farraginoso e sostanzialmente inapplicabile, non risolve in alcun modo nessuno dei gravi problemi che affliggono l’Università italiana. Infatti esso rafforza i gruppi di potere baronali, aumenta a dismisura e istituzionalizza il precariato, peggiora ulteriormente i meccanismi di reclutamento e di avanzamento di carriera accentuando il localismo. In particolare, introduce un sistema di governo degli Atenei e del Sistema universitario che riduce ulteriormente l’autonomia e la democrazia nell’Università.

Il DDL:

  • riduce l’accesso all’Università degli studenti e dei docenti-ricercatori necessari alle esigenze di crescita culturale, sociale ed economica del Paese;
  • vanifica di fatto il diritto allo studio;
  • espelle dall’Università intere generazioni di studiosi precari che hanno dedicato, spesso senza alcun riconoscimento dei risultati raggiunti, tanti anni alla ricerca e all’insegnamento;
  • non assicura gli strumenti necessari all’indispensabile ricambio generazionale.

Per tutti questi motivi, nell’interesse dell’Università e del Paese, si chiede al Senato di non approvare un DDL rifiutato dall’intero mondo universitario e al Governo di aprire, come più volte e da tempo richiesto, una discussione pubblica sull’Università italiana e sulle sue reali necessità.

In vista della discussione del DDL al Senato, le Organizzazioni universitarie, a sostegno della mobilitazione negli Atenei, invitano tutte le componenti universitarie all’occupazione simbolica dei Rettorati in concomitanza dell’inizio della discussione in Commissione e promuovono un presidio davanti al Senato in concomitanza con l’inizio della discussione in Aula.