Diritto allo studio e università: la FLC CGIL replica alla lettera dell'onorevole Marco Meloni
Apprezziamo la nota di chiarimento ma ribadiamo le nostre perplessità in merito all'emendamento al “Decreto del Fare” che finanzia il fondo per il merito della Gelmini con i soldi degli Atenei.
Assumiamo con piacere la nota di chiarimento inviataci dall’onorevole Marco Meloni e l’importanza che in essa sono attribuiti al diritto allo studio, alle condizioni degli studenti universitari italiani. In particolare esprimiamo apprezzamento per il cambiamento di missione e natura della ex Fondazione per il merito, ora Fondazione per il merito e il diritto allo studio, che permette l’accesso a tutti gli studenti meritevoli e privi di mezzi ad una opportunità alternativa a quella del fondo nazionale.
Tuttavia, in un’ottica di reciproco rispetto e correttezza, non possiamo che ribadire le nostre perplessità anche in ragione di quanto leggiamo nella nota, ed in particolare:
- È certamente vero che le risorse sono ricavate dalla quota premiale del FFO. Sono pertanto risorse sottratte al fondo di funzionamento ordinario degli atenei che oggi copre a mala pena le spese fisse e di personale. Nei fatti questo equivale a un taglio, e all’ulteriore riduzione delle capacità di reclutamento e di offerta di servizi agli studenti dei nostri atenei . E’ bene ribadire, a dispetto di quanto sostenuto nella lettera, che la quota dalla quale vengono tratte le risorse è solo nominalmente “premiale” poiché essendo una mera ripartizione del fondo risulta, nei fatti, “indispensabile per la funzionalità degli atenei”. Una premialità vera si dà solo con risorse aggiuntive. Nei fatti, oggi si tratta, come abbiamo scritto, di una redistribuzione dei tagli.
- L’idea che attraverso la libera mobilità degli studenti si possa dare una sorta di “premialità studentesca” è inaccettabile perché è portatrice di una idea di università che “competono” tra loro nell’erogazione del diritto allo studio, penalizzando nei fatti la generalità di studenti che usufruiscono quotidianamente di quei servizi che la gran parte degli atenei stanno già tagliando a causa delle riduzioni di bilancio. Peraltro, i costi del trasferimento presso atenei lontani dalla propria località di residenza sono ormai tanto alti – in assenza di strutture minime di ricezione, (ricordiamo che il fondo per la costruzione delle residenze universitarie è azzerato da due anni) – che la gran parte degli assegnatari continueranno a rimanere nella propria provincia vanificando ogni intento di mobilità.
- Il combinato disposto dell’emendamento relativo al fondo per il merito e quello sull’aumento della quota premiale dell’FFO conduce all’allocazione di ben 260 milioni di euro al nuovo fondo. Apprendiamo invece “per quanto ciò possa essere positivo per il diritto allo studio, trasferire al programma nazionale per il diritto allo studio 260 milioni (anziché meno della metà, come previsto inizialmente) non è al momento sostenibile”. Purtroppo, non si investe un solo euro in più nel sistema universitario ma ci si impegna a trovare soluzioni diverse per ridistribuire risorse sempre più scarse. Su questo punto ci spiace constatare che gli ordini del giorno si sono rivelati, negli ultimi anni, del tutto inutili.
La FLC CGIL accoglie l’invito a una più stretta collaborazione testimoniata dalla dettagliata e garbata lettera dell’onorevole Meloni. Riteniamo sia urgente individuare le modalità più adatte a migliorare questo intervento finanziando adeguatamente il sistema del diritto allo studio. Per parte nostra continueremo ad offrire il nostro pieno contributo, per quanto è di nostra competenza, per valorizzare i settori della conoscenza. Ma riteniamo ciò è possibile solo dialogando prima di fare scelte e proposte anche impegnative. Ci auguriamo che lo spirito mostrato da questa nota di chiarimento possa caratterizzare i prossimi passi del Partito Democratico e del Governo.